L'apolide destinatario d'universalità. Identità, riconoscimento e liminalità nella filosofia contemporanea

La monografia propone una lettura innovativa della condizione apolide, interpretata non solo come assenza di cittadinanza ma come figura liminare capace di rivelare le tensioni tra identità, riconoscimento e universalismo. L’opera integra prospettive di filosofia morale, filosofia politica, antropologia e teoria critica per mostrare come l’apolide diventi “destinatario d’universalità”, ovvero soggetto la cui esclusione illumina la vulnerabilità costitutiva dell’essere umano e l’arbitrarietà dei confini normativi. Attraverso un dialogo con Arendt, Benhabib, Butler, Agamben e Ricoeur, il volume offre un modello teorico applicabile agli studi su mobilità, disuguaglianze e mis-riconoscimento. Il testo fornisce strumenti concettuali utili a ripensare la cittadinanza come esperienza etica e relazionale, sostenuta da una comprensione profonda della fragilità condivisa.