Parlare dei rapporti fra i Fenici e le comunità indigene della Penisola iberica significa innanzi tutto affrontare il problema della colonizzazione fenicia da un punto di vista cronologico, dello spazio geografico, delle cause e dei modelli di insediamento. Sulla base dei più recenti dati archeologici possiamo affermare che l'inizio della colonizzazione fenicia nel Mediterraneo centro-occidentale si colloca nei primi decenni dell'VIII sec. a.C. e che tale fenomeno si conclude nella prima metà del secolo successivo. Le aree interessate sono molte e comprendono Malta, la Sicilia nord-occidentale, la Sardegna, il Nord-Africa ed infine la Penisola iberica. Passando alle cause della colonizzazione, andrà osservato che in passato gran parte degli specialisti era concorde nell'attribuire alla colonizzazione fenicia una valenza quasi esclusivamente commerciale, in antitesi con la colonizzazione greca motivata da fenomeni di sovrappopolamento e deficit alimentare. Attualmente, invece, le linee di ricerca più accreditate tendono ad avvicinare le due iniziative, mettendo in evidenza i cambiamenti climatici che colpirono l'area siro-palestinese durante l'età del Ferro. Tali cambiamenti portarono nel volgere di pochi secoli a una drastica riduzione delle terre coltivabili e, uniti ad un crescente aumento della popolazione, provocarono una progressiva crisi alimentare. Il fenomeno dovette aggravarsi, fra la seconda metà dell'VIII e gli inizi del VII sec. a.C., con la conquista assira della Fenicia, che danneggiò e ridusse ulteriormente i terreni messi a coltura. Per questo motivo la popolazione che partecipò al fenomeno coloniale non fu solo mercantile, ma anche e soprattutto rurale. Fra i primi insediamenti fenici di Occidente vennero quindi fondati sia scali caratterizzati da una forte vocazione commerciale sia centri di popolamento e di coltivazione agricola.
Rapporti fra Fenici e indigeni nella Penisola Iberica (VIII-VI sec. a.C.).
Botto M
2002
Abstract
Parlare dei rapporti fra i Fenici e le comunità indigene della Penisola iberica significa innanzi tutto affrontare il problema della colonizzazione fenicia da un punto di vista cronologico, dello spazio geografico, delle cause e dei modelli di insediamento. Sulla base dei più recenti dati archeologici possiamo affermare che l'inizio della colonizzazione fenicia nel Mediterraneo centro-occidentale si colloca nei primi decenni dell'VIII sec. a.C. e che tale fenomeno si conclude nella prima metà del secolo successivo. Le aree interessate sono molte e comprendono Malta, la Sicilia nord-occidentale, la Sardegna, il Nord-Africa ed infine la Penisola iberica. Passando alle cause della colonizzazione, andrà osservato che in passato gran parte degli specialisti era concorde nell'attribuire alla colonizzazione fenicia una valenza quasi esclusivamente commerciale, in antitesi con la colonizzazione greca motivata da fenomeni di sovrappopolamento e deficit alimentare. Attualmente, invece, le linee di ricerca più accreditate tendono ad avvicinare le due iniziative, mettendo in evidenza i cambiamenti climatici che colpirono l'area siro-palestinese durante l'età del Ferro. Tali cambiamenti portarono nel volgere di pochi secoli a una drastica riduzione delle terre coltivabili e, uniti ad un crescente aumento della popolazione, provocarono una progressiva crisi alimentare. Il fenomeno dovette aggravarsi, fra la seconda metà dell'VIII e gli inizi del VII sec. a.C., con la conquista assira della Fenicia, che danneggiò e ridusse ulteriormente i terreni messi a coltura. Per questo motivo la popolazione che partecipò al fenomeno coloniale non fu solo mercantile, ma anche e soprattutto rurale. Fra i primi insediamenti fenici di Occidente vennero quindi fondati sia scali caratterizzati da una forte vocazione commerciale sia centri di popolamento e di coltivazione agricola.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.