Il castagno è una delle specie forestali più antiche; Plinio nel Naturalis Historia ne elenca e descrive le principali razze. Nel Medioevo ha fornito nutrimento e materiale da costruzione alle popolazioni montane. Ma il suo lento declino è cominciato agli inizi del '¬U900 a seguito dell'aumentata richiesta del consumo di cereali e dell'abbandono delle aree montane. Oggi si riscontra una ripresa della coltivazione di tale pianta non solo per l'uso dei suoi frutti e del fusto per fini diversi, ma anche per il suo elevato valore paesaggistico e ambientale. Il castagneto ben curato svolge una funzione protettiva contro frane e smottamenti di terra e una difesa efficace contro l'insorgenza e la propagazione degli incendi. Di origine asiatica, si è largamente diffuso in Nord America e in Europa. L'Italia rappresenta il principale produttore europeo con una produzione pari al 42% della produzione continentale, concentrata prevalentemente in cinque regioni tra cui predomina la Campania con oltre il 50% della produzione nazionale. Il patrimonio vegetale castanicolo in Campania è costituito in massima parte della specie Castanea sativa Miller. Ma a partire dal 2002 il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto come cinipide galligeno del castagno un piccolo imenottero considerato tra gli insetti più temibili per il castagno, sta causando notevoli danni ai castagneti di numerose aree italiane. La specie molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti, è stata introdotta anche in Italia. Un forte attacco di questo insetto può determinare a lungo andare un calo della produzione, una riduzione dello sviluppo vegetativo e un forte deperimento delle piante colpite. Esso attacca sia il castagno europeo (Castanea sativa) selvatico e innestato, sia gli ibridi euro-giapponesi. Per far fronte all'emergenza dovuta all'introduzione e diffusione del cinipide del castagno, lo Stato italiano con il decreto 30 ottobre 2007 "Misure d'emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana. Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE", ha posto l'obbligo di dare immediata comunicazione al servizio fitosanitario regionale competente per territorio della sospetta comparsa dell'organismo. Ai fini del contenimento della propagazione del cinipide del castagno, sono state definite delle zone delimitate, distinte in zona di focolaio, in cui è ancora possibile la eradicazione dell'organismo e zona d'insediamento in cui non è più possibile la totale eliminazione dell'insetto. Entrambe le zone sono delimitate da una fascia tampone di almeno 15 km al di là del confine dell'area infestata. Anche la regione Campania ha dovuto adottare tale norme di sicurezza a seguito della comparsa dell'imenottero nei castagneti delle province di Avellino e Salerno a partire dal 2008. Tuttavia l'oggettiva difficoltà di delineare i confini delle zone colpite, tra l'altro in un momento produttivo pesantemente condizionato da avverse condizioni climatiche che ne ha ridotto il relativo potenziale, non consente ancora una valutazione sufficientemente circostanziata circa i reali danni subiti dal patrimonio castanicolo. E' peraltro indubbio che in talune aree gli effetti siano già tangibili, così come è del tutto evidente la preoccupazione manifestata dagli imprenditori agricoli delle zone non ancora infette. Il monitoraggio del territorio è di fondamentale importanza per una corretta gestione integrata del parassita. La Regione Campania ha definito le zone focolaio ai sensi del DM 30.10.07 per l'intero territorio mostrando, mediante supporto cartografico, la situazione aggiornata al 31/12/2008, al 31/12/2009 e al 29/10/2010 (DRD n. 640 del 4/11/2010). Attraverso il confronto dei dati regionali raccolti nei tre anni di riferimento con i dati rilevati negli ultimi mesi attraverso un indagine territoriale, è possibile seguire il trend di diffusione del parassita evidenziando le eventuali variazioni areali all'interno delle zone delimitate, e prevedere le potenziali aree di ulteriore diffusione.

Analisi territoriale della diffusione del cinipide sulla filiera castanicola in Campania

Calandrelli MM;Calandrelli R;Acampora G;Cirillo C
2011

Abstract

Il castagno è una delle specie forestali più antiche; Plinio nel Naturalis Historia ne elenca e descrive le principali razze. Nel Medioevo ha fornito nutrimento e materiale da costruzione alle popolazioni montane. Ma il suo lento declino è cominciato agli inizi del '¬U900 a seguito dell'aumentata richiesta del consumo di cereali e dell'abbandono delle aree montane. Oggi si riscontra una ripresa della coltivazione di tale pianta non solo per l'uso dei suoi frutti e del fusto per fini diversi, ma anche per il suo elevato valore paesaggistico e ambientale. Il castagneto ben curato svolge una funzione protettiva contro frane e smottamenti di terra e una difesa efficace contro l'insorgenza e la propagazione degli incendi. Di origine asiatica, si è largamente diffuso in Nord America e in Europa. L'Italia rappresenta il principale produttore europeo con una produzione pari al 42% della produzione continentale, concentrata prevalentemente in cinque regioni tra cui predomina la Campania con oltre il 50% della produzione nazionale. Il patrimonio vegetale castanicolo in Campania è costituito in massima parte della specie Castanea sativa Miller. Ma a partire dal 2002 il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto come cinipide galligeno del castagno un piccolo imenottero considerato tra gli insetti più temibili per il castagno, sta causando notevoli danni ai castagneti di numerose aree italiane. La specie molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti, è stata introdotta anche in Italia. Un forte attacco di questo insetto può determinare a lungo andare un calo della produzione, una riduzione dello sviluppo vegetativo e un forte deperimento delle piante colpite. Esso attacca sia il castagno europeo (Castanea sativa) selvatico e innestato, sia gli ibridi euro-giapponesi. Per far fronte all'emergenza dovuta all'introduzione e diffusione del cinipide del castagno, lo Stato italiano con il decreto 30 ottobre 2007 "Misure d'emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana. Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE", ha posto l'obbligo di dare immediata comunicazione al servizio fitosanitario regionale competente per territorio della sospetta comparsa dell'organismo. Ai fini del contenimento della propagazione del cinipide del castagno, sono state definite delle zone delimitate, distinte in zona di focolaio, in cui è ancora possibile la eradicazione dell'organismo e zona d'insediamento in cui non è più possibile la totale eliminazione dell'insetto. Entrambe le zone sono delimitate da una fascia tampone di almeno 15 km al di là del confine dell'area infestata. Anche la regione Campania ha dovuto adottare tale norme di sicurezza a seguito della comparsa dell'imenottero nei castagneti delle province di Avellino e Salerno a partire dal 2008. Tuttavia l'oggettiva difficoltà di delineare i confini delle zone colpite, tra l'altro in un momento produttivo pesantemente condizionato da avverse condizioni climatiche che ne ha ridotto il relativo potenziale, non consente ancora una valutazione sufficientemente circostanziata circa i reali danni subiti dal patrimonio castanicolo. E' peraltro indubbio che in talune aree gli effetti siano già tangibili, così come è del tutto evidente la preoccupazione manifestata dagli imprenditori agricoli delle zone non ancora infette. Il monitoraggio del territorio è di fondamentale importanza per una corretta gestione integrata del parassita. La Regione Campania ha definito le zone focolaio ai sensi del DM 30.10.07 per l'intero territorio mostrando, mediante supporto cartografico, la situazione aggiornata al 31/12/2008, al 31/12/2009 e al 29/10/2010 (DRD n. 640 del 4/11/2010). Attraverso il confronto dei dati regionali raccolti nei tre anni di riferimento con i dati rilevati negli ultimi mesi attraverso un indagine territoriale, è possibile seguire il trend di diffusione del parassita evidenziando le eventuali variazioni areali all'interno delle zone delimitate, e prevedere le potenziali aree di ulteriore diffusione.
2011
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
Castanea sativa
Dryocosmus kuriphilus Y.
GIS
Cartografia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/106146
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