Gli aspetti determinanti e costitutivi della forma urbis medievale di alcuni centri della Basilicata rappresentano un tema sul quale l'Istituto Internazionale di Studi Federiciani del CNR di Potenza diretto dal prof. Cosimo Damiano Fonseca ha basato gran parte della sua attenzione negli ultimi anni. Ricerche di questo tipo su alcune regioni europee che si affacciano sul bacino del Mediterraneo si trovano in un avanzato studio. Per la Basilicata manca un preciso censimento dei centri scomparsi in età medievale e che hanno lasciato pochissime tracce del loro passato. Degli altri centri che si sono continuamente evoluti e trasformati, allo stato attuale è realmente molto difficile riuscire a ricostruire il loro aspetto originario principalmente a causa dei sismi e delle frane che ciclicamente si abbattono sul territorio lucano. Pertanto, studiare la storia urbana di un qualsiasi paese della Basilicata significa principalmente elencare la storia delle ricostruzioni che dopo i terremoti si sono avviate nei singoli centri e che molto spesso hanne seguito criteri e procedure finalizzate a rendere immediatamente efficienti i manufatti danneggiati, senza alcuna attenzione alla qualità urbana ed architettonica. Il saggio espone i risultati di uno studio, dal carattere multidisciplinare e interdisciplinare, teso alla ricostruzione della forma urbis di alcuni siti urbani della Basilicata. Dopo un'attenta valutazione, la scelta è ricaduta su sei centri per motivi ben precisi come le ricostruzioni, le nuove fondazioni, i centri scomparsi. La città di Potenza, a causa delle continue ricostruzioni dopo ogni evento sismico, ha irrimediabilmente perso il suo aspetto medievale; Atella, città di fondazione angioina, ha mantenuto inalterata la sua facies urbana almeno nei suoi elementi più caratterizzanti; Satriano e Monteserico, invece, sono siti scomparsi tra il 1300 e il 1400: la prima per cause repentine e cruente, la seconda a causa di una diversa politica territoriale e agraria del Regno; Uggiano e Ferrandina rappresentano l'una la continuazione dell'altra: la scomparsa di Uggiano causata con molta probabilità da una terribile frana portò alla fondazione di Ferrandina, così chiamata da Federico d'Aragona in onore del padre Ferrante.
La forma urbis degli insediamenti demici della Basilicata tra XI e XV secolo
Maurizio Delli Santi;Fabrizio Gizzi;
2003
Abstract
Gli aspetti determinanti e costitutivi della forma urbis medievale di alcuni centri della Basilicata rappresentano un tema sul quale l'Istituto Internazionale di Studi Federiciani del CNR di Potenza diretto dal prof. Cosimo Damiano Fonseca ha basato gran parte della sua attenzione negli ultimi anni. Ricerche di questo tipo su alcune regioni europee che si affacciano sul bacino del Mediterraneo si trovano in un avanzato studio. Per la Basilicata manca un preciso censimento dei centri scomparsi in età medievale e che hanno lasciato pochissime tracce del loro passato. Degli altri centri che si sono continuamente evoluti e trasformati, allo stato attuale è realmente molto difficile riuscire a ricostruire il loro aspetto originario principalmente a causa dei sismi e delle frane che ciclicamente si abbattono sul territorio lucano. Pertanto, studiare la storia urbana di un qualsiasi paese della Basilicata significa principalmente elencare la storia delle ricostruzioni che dopo i terremoti si sono avviate nei singoli centri e che molto spesso hanne seguito criteri e procedure finalizzate a rendere immediatamente efficienti i manufatti danneggiati, senza alcuna attenzione alla qualità urbana ed architettonica. Il saggio espone i risultati di uno studio, dal carattere multidisciplinare e interdisciplinare, teso alla ricostruzione della forma urbis di alcuni siti urbani della Basilicata. Dopo un'attenta valutazione, la scelta è ricaduta su sei centri per motivi ben precisi come le ricostruzioni, le nuove fondazioni, i centri scomparsi. La città di Potenza, a causa delle continue ricostruzioni dopo ogni evento sismico, ha irrimediabilmente perso il suo aspetto medievale; Atella, città di fondazione angioina, ha mantenuto inalterata la sua facies urbana almeno nei suoi elementi più caratterizzanti; Satriano e Monteserico, invece, sono siti scomparsi tra il 1300 e il 1400: la prima per cause repentine e cruente, la seconda a causa di una diversa politica territoriale e agraria del Regno; Uggiano e Ferrandina rappresentano l'una la continuazione dell'altra: la scomparsa di Uggiano causata con molta probabilità da una terribile frana portò alla fondazione di Ferrandina, così chiamata da Federico d'Aragona in onore del padre Ferrante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


