I più recenti studi sull'entità del riscaldamento globale hanno mostrato come tale fenomeno non sia uniforme, ma che, ad aree in cui la temperatura è aumentata, si alternano vaste aree in cui si è osservata una diminuzione della temperatura. Per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, numerosi studi hanno evidenziato come, nelle ultime decadi, si sia verificato un aumento superiore a quello medio globale della temperatura media annua e della frequenza delle onde di calore, mentre una recente analisi delle serie storiche termo-pluviometriche italiane ha mostrato un significativo aumento della temperatura media annua (0.4 °C al Nord, 0.7 °C al Sud) e una significativa diminuzione delle precipitazioni annue, in particolare nell'Italia meridionale. Nelle regioni aride e semi-aride la variabilità dei fattori ambientali e meteorologici è un elemento chiave nel determinare la produzione agricola. In questo lavoro è presentata una metodologia per la stima, alla scala locale, del rischio climatico in agricoltura. L'analisi, condotta nell'ambito del progetto nazionale CLIMAGRI, si è basata sui principi della Land Evaluation. Tale tecnica fornisce informazioni qualitative su un territorio (il potenziale produttivo, le limitazioni, la vulnerabilità, ecc.) attraverso l'analisi di precise caratteristiche bio-fisiche e socio-economiche. Le procedure di analisi messe a punto sono state applicate al caso reale della Sardegna e dell'Emilia-Romagna, utilizzando le condizioni climatiche attuali e le proiezioni climatiche future prospettate da due diversi scenari climatici. Lo studio è stato condotto secondo i principi della Land Capability e si è basato su un insieme integrato di informazioni territoriali (geologia, morfologia, pedologia, clima e uso del suolo). La gestione e l'elaborazione dei dati e l'analisi dei diversi tematismi (suolo, clima e uso del suolo) sono state effettuate tramite un Sistema Informativo Geografico in ambiente ArcGIS. Le procedure di analisi hanno consentito di rappresentare graficamente il rischio climatico per l'agricoltura nelle diverse aree del territorio. Nelle aree climaticamente e pedologicamente più vocate per le attività agricole è stato possibile discriminare, per aree di analoga vocazionalità, livelli di rischio climatico significativamente differenti. La metodologia è direttamente applicabile ad altre aree con caratteristiche climatiche simili a quelle delle regioni considerate e, con i dovuti adattamenti, a regioni climaticamente diverse. Inoltre, le mappe di rischio climatico realizzate consentono di includere l'informazione relativa alla variabilità climatica e a dare un'idea immediata e sintetica sia delle condizioni "medie" del territorio sia della sua naturale variabilità interannuale.

Impatto delle variazioni climatiche su alcune aree agricole mediterranee

Duce P;Cesaraccio C;
2007

Abstract

I più recenti studi sull'entità del riscaldamento globale hanno mostrato come tale fenomeno non sia uniforme, ma che, ad aree in cui la temperatura è aumentata, si alternano vaste aree in cui si è osservata una diminuzione della temperatura. Per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, numerosi studi hanno evidenziato come, nelle ultime decadi, si sia verificato un aumento superiore a quello medio globale della temperatura media annua e della frequenza delle onde di calore, mentre una recente analisi delle serie storiche termo-pluviometriche italiane ha mostrato un significativo aumento della temperatura media annua (0.4 °C al Nord, 0.7 °C al Sud) e una significativa diminuzione delle precipitazioni annue, in particolare nell'Italia meridionale. Nelle regioni aride e semi-aride la variabilità dei fattori ambientali e meteorologici è un elemento chiave nel determinare la produzione agricola. In questo lavoro è presentata una metodologia per la stima, alla scala locale, del rischio climatico in agricoltura. L'analisi, condotta nell'ambito del progetto nazionale CLIMAGRI, si è basata sui principi della Land Evaluation. Tale tecnica fornisce informazioni qualitative su un territorio (il potenziale produttivo, le limitazioni, la vulnerabilità, ecc.) attraverso l'analisi di precise caratteristiche bio-fisiche e socio-economiche. Le procedure di analisi messe a punto sono state applicate al caso reale della Sardegna e dell'Emilia-Romagna, utilizzando le condizioni climatiche attuali e le proiezioni climatiche future prospettate da due diversi scenari climatici. Lo studio è stato condotto secondo i principi della Land Capability e si è basato su un insieme integrato di informazioni territoriali (geologia, morfologia, pedologia, clima e uso del suolo). La gestione e l'elaborazione dei dati e l'analisi dei diversi tematismi (suolo, clima e uso del suolo) sono state effettuate tramite un Sistema Informativo Geografico in ambiente ArcGIS. Le procedure di analisi hanno consentito di rappresentare graficamente il rischio climatico per l'agricoltura nelle diverse aree del territorio. Nelle aree climaticamente e pedologicamente più vocate per le attività agricole è stato possibile discriminare, per aree di analoga vocazionalità, livelli di rischio climatico significativamente differenti. La metodologia è direttamente applicabile ad altre aree con caratteristiche climatiche simili a quelle delle regioni considerate e, con i dovuti adattamenti, a regioni climaticamente diverse. Inoltre, le mappe di rischio climatico realizzate consentono di includere l'informazione relativa alla variabilità climatica e a dare un'idea immediata e sintetica sia delle condizioni "medie" del territorio sia della sua naturale variabilità interannuale.
2007
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
Rischio climatico
scenari climatici
agricoltura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/108362
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