Esattamente trent'anni fa, un carotaggio eseguito nelle Langhe (Sturani, 1975) al margine sud-occidentale del Bacino Terziario Piemontese (BTP) intercettava il limite tra i depositi di ambiente lagunare-lacustre ipoalino, corrispondenti alle "Facies a Congeria" e correlati con le ben note "Facies di Lago-Mare" del Messiniano post-evaporitico, ed i depositi marini emipelagici del Pliocene inferiore. Tale limite era stato descritto come estremamente brusco e contrassegnato dalla presenza di un intervallo nerastro di sabbie grossolane e ciottoli (Sturani, 1976). In seguito alla prematura scomparsa di Sturani, avvenuta pochi mesi dopo la trivellazione, lo studio della successione carotata non fu mai completato. Di recente si è verificata una rinascita di interesse verso il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese. In particolare, lo studio micropaleontologico preliminare della carota delle Langhe ha evidenziato che i primi depositi emipelagici a tetto dei depositi Messiniani post-evaporitici sono attribuibili alla biozona MPl 1 dello Zancleano. Inoltre, durante le recenti ricerche condotte nella Collina di Torino al margine settentrionale del BTP, il limite Miocene-Pliocene è stato ritrovato in affioramento nella cava di Moncucco Torinese, permettendo di meglio inquadrare dal punto di vista sedimentologico e stratigrafico il passaggio. Anche a Moncucco il limite Miocene-Pliocene risulta evidenziato da un livello arenitico nero decimetrico, che separa i depositi del Messiniano superiore post-evaporitico, contenenti associazioni ad ostracodi riferibili alle "Facies di Lago-Mare", dalle marne a foraminiferi planctonici (Argille azzurre), la cui porzione basale è riferibile alla biozona MPl 1 dello Zancleano. Il livello arenitico nero, segnalato per la prima volta nel settore settentrionale del BTP, è ricco in sostanza organica finemente suddivisa ed è in prevalenza costituito da granuli terrigeni (quarzo e frammenti litici di rocce metamorfiche) e subordinati granuli intra-bacinali (glauconia e rari fosfati). Il tetto di questo livello corrisponde ad una superficie di omissione di sedimentazione (sensu Bromley, 1990), evidenziata da gallerie di bioturbazione riempite dai sovrastanti depositi marini del Pliocene inferiore. In conclusione, anche nel Bacino Terziario Piemontese il limite Miocene-Pliocene, campionato mediante carotaggio e rinvenuto in affioramento, risulta contrassegnato dal livello arenitico nerastro segnalato in vaste porzioni dell'area circum-mediterranea (Cita et alii, 1978; Roveri et alii, 2004). Tale limite coincide con un netto salto di facies, testimoniante il brusco ritorno a condizioni marine aperte e profonde, che convenzionalmente viene fatto coincidere con la fine della Crisi di Salinità Messiniana (Iaccarino et alii, 1999).

Il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese: confronto tra dati di sottosuolo e di affioramento.

Dela Pierre F;Irace A;
2005

Abstract

Esattamente trent'anni fa, un carotaggio eseguito nelle Langhe (Sturani, 1975) al margine sud-occidentale del Bacino Terziario Piemontese (BTP) intercettava il limite tra i depositi di ambiente lagunare-lacustre ipoalino, corrispondenti alle "Facies a Congeria" e correlati con le ben note "Facies di Lago-Mare" del Messiniano post-evaporitico, ed i depositi marini emipelagici del Pliocene inferiore. Tale limite era stato descritto come estremamente brusco e contrassegnato dalla presenza di un intervallo nerastro di sabbie grossolane e ciottoli (Sturani, 1976). In seguito alla prematura scomparsa di Sturani, avvenuta pochi mesi dopo la trivellazione, lo studio della successione carotata non fu mai completato. Di recente si è verificata una rinascita di interesse verso il limite Miocene-Pliocene nel Bacino Terziario Piemontese. In particolare, lo studio micropaleontologico preliminare della carota delle Langhe ha evidenziato che i primi depositi emipelagici a tetto dei depositi Messiniani post-evaporitici sono attribuibili alla biozona MPl 1 dello Zancleano. Inoltre, durante le recenti ricerche condotte nella Collina di Torino al margine settentrionale del BTP, il limite Miocene-Pliocene è stato ritrovato in affioramento nella cava di Moncucco Torinese, permettendo di meglio inquadrare dal punto di vista sedimentologico e stratigrafico il passaggio. Anche a Moncucco il limite Miocene-Pliocene risulta evidenziato da un livello arenitico nero decimetrico, che separa i depositi del Messiniano superiore post-evaporitico, contenenti associazioni ad ostracodi riferibili alle "Facies di Lago-Mare", dalle marne a foraminiferi planctonici (Argille azzurre), la cui porzione basale è riferibile alla biozona MPl 1 dello Zancleano. Il livello arenitico nero, segnalato per la prima volta nel settore settentrionale del BTP, è ricco in sostanza organica finemente suddivisa ed è in prevalenza costituito da granuli terrigeni (quarzo e frammenti litici di rocce metamorfiche) e subordinati granuli intra-bacinali (glauconia e rari fosfati). Il tetto di questo livello corrisponde ad una superficie di omissione di sedimentazione (sensu Bromley, 1990), evidenziata da gallerie di bioturbazione riempite dai sovrastanti depositi marini del Pliocene inferiore. In conclusione, anche nel Bacino Terziario Piemontese il limite Miocene-Pliocene, campionato mediante carotaggio e rinvenuto in affioramento, risulta contrassegnato dal livello arenitico nerastro segnalato in vaste porzioni dell'area circum-mediterranea (Cita et alii, 1978; Roveri et alii, 2004). Tale limite coincide con un netto salto di facies, testimoniante il brusco ritorno a condizioni marine aperte e profonde, che convenzionalmente viene fatto coincidere con la fine della Crisi di Salinità Messiniana (Iaccarino et alii, 1999).
2005
Istituto di Geoscienze e Georisorse - IGG - Sede Pisa
Limite Miocene-Pliocene; Bacino terziario Piemontese
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/115414
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