Nel 2005, Giovanni Pettinato, Stefano Seminara ed io ci recammo, dietro invito del CRAST 1) ad Amman per visionare alcune centinaia di tavolette inscritte sequestrate dalla polizia giordana in diverse operazioni. Il fine era la loro identificazione e la redazione di un catalogo, che sarebbe stato inviato, prima ancora della consegna del materiale sequestrato, al Direttore Generale delle Antichità lrachene. Dall'analisi dei documenti risulterà che questi provenivano da scavi clandestini effettuati in località del centro e del Sud deWiraq. Per quanto concemc il Sud diverse tavolette provenivano da un luogo di cui conosciamo il nome ma non l'esatta localizzazione; si tratta del sito Urusagrig. Gli scavi clandestini nel Sud de11 'Iraq iniziarono già dopo 1a prima guerra del Golfo in modo esteso ed organizzato, come testimonia diverso materiale fotografico rintracciabile anche in Internet, non solo per problemi interni al Paese c relativi alla fame, alla mancanza di lavoro, al finanziamento di diverse attività, ecc.1 ma anche per soddisfare la richiesta, in ascesa, dd mercato antiquario dei Paesi ricchi. Tale domanda; gonfiata anche dalrofferta, dimostra che l'acquisto di reperti non è più ristretto ai soli musei e ai miliardari, ma coinvolge anche il ceto medio. In tale con~ testo gli antiquari, i rivenditori, ecc., hanno sempre più bisogno di pro· fessionisti del settore, di esperti, in grado di identificare l'oggetto dandogli un valore. Da qui la necessità di redigere un codice di etica che non prenda in considerazione solo i musei e lo staff che vi lavora, ma pure tutti i professionisti del settore.
Tutela italiana del patrimonio culturale nel sud dell'Iraq: verso la cooperazione civile e militare
2009
Abstract
Nel 2005, Giovanni Pettinato, Stefano Seminara ed io ci recammo, dietro invito del CRAST 1) ad Amman per visionare alcune centinaia di tavolette inscritte sequestrate dalla polizia giordana in diverse operazioni. Il fine era la loro identificazione e la redazione di un catalogo, che sarebbe stato inviato, prima ancora della consegna del materiale sequestrato, al Direttore Generale delle Antichità lrachene. Dall'analisi dei documenti risulterà che questi provenivano da scavi clandestini effettuati in località del centro e del Sud deWiraq. Per quanto concemc il Sud diverse tavolette provenivano da un luogo di cui conosciamo il nome ma non l'esatta localizzazione; si tratta del sito Urusagrig. Gli scavi clandestini nel Sud de11 'Iraq iniziarono già dopo 1a prima guerra del Golfo in modo esteso ed organizzato, come testimonia diverso materiale fotografico rintracciabile anche in Internet, non solo per problemi interni al Paese c relativi alla fame, alla mancanza di lavoro, al finanziamento di diverse attività, ecc.1 ma anche per soddisfare la richiesta, in ascesa, dd mercato antiquario dei Paesi ricchi. Tale domanda; gonfiata anche dalrofferta, dimostra che l'acquisto di reperti non è più ristretto ai soli musei e ai miliardari, ma coinvolge anche il ceto medio. In tale con~ testo gli antiquari, i rivenditori, ecc., hanno sempre più bisogno di pro· fessionisti del settore, di esperti, in grado di identificare l'oggetto dandogli un valore. Da qui la necessità di redigere un codice di etica che non prenda in considerazione solo i musei e lo staff che vi lavora, ma pure tutti i professionisti del settore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


