Il Piano Strategico è uno strumento a servizio della "governance" territoriale, utile a creare consenso attorno alle politiche per il territorio, intese come complesso organico e composito di strategie di trasformazione, con l'obiettivo ultimo di assicurarne le maggiori probabilità di successo e quindi l'attuazione efficiente ed efficace. Nella stagione programmatoria 2007-2013, le città, i nodi e i poli di eccellenza territoriale, sono chiamati ad assumere, un ruolo propulsore dello sviluppo per sé stessi, ma anche e contestualmente per i territrori di riferimento, guardando alle vocazionalità e opportunità locali, progettando e promuovendo reti di complementarietà con altre città, nei contesti nazionali ed europei. In questo scenario la funzione del Piano strategico è quella di individuare le leve dello sviluppo delle città e dei territori e di mettere a punto obiettivi specifici ed azioni che le rendano concrete, e attuino quei processi di moltiplicazione necessari a raggiungere i risultati voluti. Funzione del Piano è anche quella di cercare e coinvolgere i soggetti imprenditoriali, istituzionali e sociali che siano interessati e disponibili a realizzare e gestire progetti ed interventi di particolare significato nella strategia di sviluppo. La Calabria si affaccia a questa nuova stagione pianificatoria dopo il fallimento della precedente (2000-2006) in cui si erano attivate diverse tipologie di Piani Integrati, che si sviluppavano attraverso azioni integrate fra i diversi Assi del Programma Operativo Regionale (POR) come nel caso dei Piani Integrati Territoriali (PIT), o attraverso azioni integrate all'interno dello stesso asse come nel caso dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR). Alla base dei diversi piani integrati era stata prevista l'istituzione di un partenariato socio-economico, organismo di governante locale, costituito da soggetti rappresentativi degli interessi economici collettivi e privati che insistono nell'area di riferimento. Purtroppo, l'esperienza degli anni trascorsi ha evidenziato numerose difficoltà che hanno ostacolato l'implementazione dei Piani Integrati, per alcuni dei quali il livello di spesa è ancora nullo. In pratica si è verificato un processo di disintegrazione dei Piani Integrati: si è trattato di buoni piani solo da un punto di vista teorico, poiché la maggior parte di essi non sono mai stati implementati o sono stati implementati solo parzialmente e con ritardi eccezionali. Adesso in Calabria, con gli 8 piani strategici che sono stati avviati si viene ad invertire questa tendenza e stà delineandosi in modo evidente un modello di pianificazione di tipo reticolare che però fa emergere in tutta evidenza nuove problematiche decisionali che interessano tanto le fasi di pianificazione che di implementazione dei Piani. Occorre allora ragionare su come integrare un piano di sviluppo nel quale è coinvolta una pluralità di attori decisionali affinchè non si verifichi il fallimento del meccanismo delle governance spesso riconducibile alle tensioni e difficoltà che possono verificarsi, nell'ambito dei partenariati, fra attori ed istituzioni diverse. Il paper intende mostrare l'approccio metodologico seguito per la redazione dei Piani Strategici più importanti della Regione; intende inoltre mostrare come sono stati declinati, in termini di linee strategiche di sviluppo e priorità di intervento, gli obiettivi legati al miglioramento della qualità della vita, e gli obiettivi di crescita socio-economica e occupazionale che questi piani si sono posti nel territorio della regione Calabria. Inoltre il paper cerca di fornire attraverso un confronto incrociato dei piani sviluppati nella regione Calabria un quadro critico, indagato secondo le categorie concettuali caratteristiche della pianificazione strategica inerenti la sostenibilità, la sussidiarietà, la partecipazione, la reticolarità, la performatività, la apertura alla processualità. Ne consegue l'identificazione di prassi ottimali da seguire o di errori da evitare e la previsione degli impatti futuri, complessivamente sul territorio della Regione.

Pianificazione strategica in Calabria

Giuliana Quattrone
2011

Abstract

Il Piano Strategico è uno strumento a servizio della "governance" territoriale, utile a creare consenso attorno alle politiche per il territorio, intese come complesso organico e composito di strategie di trasformazione, con l'obiettivo ultimo di assicurarne le maggiori probabilità di successo e quindi l'attuazione efficiente ed efficace. Nella stagione programmatoria 2007-2013, le città, i nodi e i poli di eccellenza territoriale, sono chiamati ad assumere, un ruolo propulsore dello sviluppo per sé stessi, ma anche e contestualmente per i territrori di riferimento, guardando alle vocazionalità e opportunità locali, progettando e promuovendo reti di complementarietà con altre città, nei contesti nazionali ed europei. In questo scenario la funzione del Piano strategico è quella di individuare le leve dello sviluppo delle città e dei territori e di mettere a punto obiettivi specifici ed azioni che le rendano concrete, e attuino quei processi di moltiplicazione necessari a raggiungere i risultati voluti. Funzione del Piano è anche quella di cercare e coinvolgere i soggetti imprenditoriali, istituzionali e sociali che siano interessati e disponibili a realizzare e gestire progetti ed interventi di particolare significato nella strategia di sviluppo. La Calabria si affaccia a questa nuova stagione pianificatoria dopo il fallimento della precedente (2000-2006) in cui si erano attivate diverse tipologie di Piani Integrati, che si sviluppavano attraverso azioni integrate fra i diversi Assi del Programma Operativo Regionale (POR) come nel caso dei Piani Integrati Territoriali (PIT), o attraverso azioni integrate all'interno dello stesso asse come nel caso dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR). Alla base dei diversi piani integrati era stata prevista l'istituzione di un partenariato socio-economico, organismo di governante locale, costituito da soggetti rappresentativi degli interessi economici collettivi e privati che insistono nell'area di riferimento. Purtroppo, l'esperienza degli anni trascorsi ha evidenziato numerose difficoltà che hanno ostacolato l'implementazione dei Piani Integrati, per alcuni dei quali il livello di spesa è ancora nullo. In pratica si è verificato un processo di disintegrazione dei Piani Integrati: si è trattato di buoni piani solo da un punto di vista teorico, poiché la maggior parte di essi non sono mai stati implementati o sono stati implementati solo parzialmente e con ritardi eccezionali. Adesso in Calabria, con gli 8 piani strategici che sono stati avviati si viene ad invertire questa tendenza e stà delineandosi in modo evidente un modello di pianificazione di tipo reticolare che però fa emergere in tutta evidenza nuove problematiche decisionali che interessano tanto le fasi di pianificazione che di implementazione dei Piani. Occorre allora ragionare su come integrare un piano di sviluppo nel quale è coinvolta una pluralità di attori decisionali affinchè non si verifichi il fallimento del meccanismo delle governance spesso riconducibile alle tensioni e difficoltà che possono verificarsi, nell'ambito dei partenariati, fra attori ed istituzioni diverse. Il paper intende mostrare l'approccio metodologico seguito per la redazione dei Piani Strategici più importanti della Regione; intende inoltre mostrare come sono stati declinati, in termini di linee strategiche di sviluppo e priorità di intervento, gli obiettivi legati al miglioramento della qualità della vita, e gli obiettivi di crescita socio-economica e occupazionale che questi piani si sono posti nel territorio della regione Calabria. Inoltre il paper cerca di fornire attraverso un confronto incrociato dei piani sviluppati nella regione Calabria un quadro critico, indagato secondo le categorie concettuali caratteristiche della pianificazione strategica inerenti la sostenibilità, la sussidiarietà, la partecipazione, la reticolarità, la performatività, la apertura alla processualità. Ne consegue l'identificazione di prassi ottimali da seguire o di errori da evitare e la previsione degli impatti futuri, complessivamente sul territorio della Regione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/1243
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