La comunicazione orale è multimodale, basata sull'utilizzo di segnali verbali e non verbali provenienti da differenti canali sensoriali (uditivo, visivo, cinesico). Per molti decenni le descrizioni linguistiche da un lato e gli studi sui gesti e sulla comunicazione non verbale dall'altro, sono stati condotti separatamente da linguisti, psicologi e scienziati cognitivi. La tesi di Kendon [1972; 1980] e McNeill [1985; 1992; 2005] relativa ad una elaborazione linguistica di tipo multimodale ha contribuito a determinare una svolta. Secondo questi autori, ogni singolo processo comunicativo sintetizza concetti linguistici, immagini visive e cinetiche in un enunciato linguistico di tipo multimodale, che esprime le differenti rappresentazioni attraverso parole e gesti. Particolare interesse, in questo ambito, riveste l'analisi dei modi in cui la relazione tra le due modalità (gestuale e vocale) si manifesta, anche rispetto ai diversi bisogni comunicativi e alle capacità cognitivo-linguistiche degli interlocutori. Studi evolutivi hanno evidenziato come queste due modalità evolvano in parallelo: le prime espressioni linguistiche emergono infatti insieme alle prime espressioni gestuali, rivelando la presenza di una connessione esistente fin dai primi stadi dello sviluppo del bambino. Come sostenuto da Riseborough [1982] si dovrebbe parlare quindi non di acquisizione linguaggio ma di «language-gesture acquisition». Il fatto che le prime espressioni linguistiche emergono insieme alle prime espressioni gestuali conferma infatti la tesi che la connessione fra queste due modalità espressive è presente fin dai primi stadi dello sviluppo del bambino I risultati di questi studi sono stati discussi a lungo all'interno della psicologia dello sviluppo e della linguistica; solo in anni più recenti, una nuova cornice teorica, emergente da differenti discipline e prospettive, ha posto grande rilevanza all'ontogenesi del linguaggio. Altri studi hanno inoltre dimostrato come l'analisi dei gesti e delle loro relazioni con il parlato rappresenta un modo unico per cogliere informazioni sui processi comunicativi, cognitivi e linguistici che caratterizzano lo sviluppo tipico e atipico [si veda per una rassegna Capone e McGregor 2004]. I risultati di questi lavori non sono ancora oggi tenuti in sufficiente considerazione, sia in ambito clinico-diagnostico che durante la progettazione di interventi abilitativi. Scopo di questo capitolo è proprio quello di fornire ai clinici una rassegna aggiornata e alcune riflessioni teoriche e metodologiche su questo tema.
Gestualità co-verbale nello sviluppo tipico e atipico
Capirci O;Caselli MC;
2010
Abstract
La comunicazione orale è multimodale, basata sull'utilizzo di segnali verbali e non verbali provenienti da differenti canali sensoriali (uditivo, visivo, cinesico). Per molti decenni le descrizioni linguistiche da un lato e gli studi sui gesti e sulla comunicazione non verbale dall'altro, sono stati condotti separatamente da linguisti, psicologi e scienziati cognitivi. La tesi di Kendon [1972; 1980] e McNeill [1985; 1992; 2005] relativa ad una elaborazione linguistica di tipo multimodale ha contribuito a determinare una svolta. Secondo questi autori, ogni singolo processo comunicativo sintetizza concetti linguistici, immagini visive e cinetiche in un enunciato linguistico di tipo multimodale, che esprime le differenti rappresentazioni attraverso parole e gesti. Particolare interesse, in questo ambito, riveste l'analisi dei modi in cui la relazione tra le due modalità (gestuale e vocale) si manifesta, anche rispetto ai diversi bisogni comunicativi e alle capacità cognitivo-linguistiche degli interlocutori. Studi evolutivi hanno evidenziato come queste due modalità evolvano in parallelo: le prime espressioni linguistiche emergono infatti insieme alle prime espressioni gestuali, rivelando la presenza di una connessione esistente fin dai primi stadi dello sviluppo del bambino. Come sostenuto da Riseborough [1982] si dovrebbe parlare quindi non di acquisizione linguaggio ma di «language-gesture acquisition». Il fatto che le prime espressioni linguistiche emergono insieme alle prime espressioni gestuali conferma infatti la tesi che la connessione fra queste due modalità espressive è presente fin dai primi stadi dello sviluppo del bambino I risultati di questi studi sono stati discussi a lungo all'interno della psicologia dello sviluppo e della linguistica; solo in anni più recenti, una nuova cornice teorica, emergente da differenti discipline e prospettive, ha posto grande rilevanza all'ontogenesi del linguaggio. Altri studi hanno inoltre dimostrato come l'analisi dei gesti e delle loro relazioni con il parlato rappresenta un modo unico per cogliere informazioni sui processi comunicativi, cognitivi e linguistici che caratterizzano lo sviluppo tipico e atipico [si veda per una rassegna Capone e McGregor 2004]. I risultati di questi lavori non sono ancora oggi tenuti in sufficiente considerazione, sia in ambito clinico-diagnostico che durante la progettazione di interventi abilitativi. Scopo di questo capitolo è proprio quello di fornire ai clinici una rassegna aggiornata e alcune riflessioni teoriche e metodologiche su questo tema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.