Per ricostruire le trasformazioni che durantee il corso dei secoli pos­sono interessare la struttura di un'archtettura spesso si è costretti a confidare solo sulle evidenze delle fonti archivistiche quali le platee, gli atti notarili e simili che nelle siruazioni più fortunate forniscono una descrizione dell'edificio o di una specifica fase costruttiva o, ancora, una rappresentazione iconografica di una planimetria. Il problema con il quale ci si trova spesso a confrontarsi, in assenza di descrizioni pla­novolumetriche, è l'interpretazione di planimetrie o descrizioni docu­mentarie e la "traduzione" di queste informazioni in dati conoscitivi capaci di restituire la corretta articolazione dei volumi in alzato. La struttura dell'edificio, la sua forma e caratteristiche costruttive delle murature così come appaiono oggi, sono spesso il risultato finale della stratificazionc di diverse fasi costruttive intimamente connesse con il tempo della loro realizzazione e quindi con la cultura artistica e tecno­logica del periodo storico in cui sono state progettare e realizzate. Le caratteristiche stilistiche e simboliche, le tecniche costruttive e le esi­genze funzionali si modificano nel corso della storia della fabbrica la­sciando comunque una traccia "scritta" tanto nelle fonti storiche che nella struttura e tessitura muraria dell'involucro dell'edificio nascosta sotto uno strato di intonaco che come un velo cela alla vista secoli di storia e di trasformazioni. È alla ricerca di questa traccia "scritta" sulla struttura muraria che, come si mostrerà in queste note, la termografia nello spettro dell'infrarosso riesce a dare una concreta risposta in modo non invasivo né distruttivo.

La lettura archeologica degli elevati architettonici mediante tecniche di indagine non distruttiva basate su termografia nello spettro dell'infrarosso: casi di studio e indirizzi di ricerca

Geraldi E;
2010

Abstract

Per ricostruire le trasformazioni che durantee il corso dei secoli pos­sono interessare la struttura di un'archtettura spesso si è costretti a confidare solo sulle evidenze delle fonti archivistiche quali le platee, gli atti notarili e simili che nelle siruazioni più fortunate forniscono una descrizione dell'edificio o di una specifica fase costruttiva o, ancora, una rappresentazione iconografica di una planimetria. Il problema con il quale ci si trova spesso a confrontarsi, in assenza di descrizioni pla­novolumetriche, è l'interpretazione di planimetrie o descrizioni docu­mentarie e la "traduzione" di queste informazioni in dati conoscitivi capaci di restituire la corretta articolazione dei volumi in alzato. La struttura dell'edificio, la sua forma e caratteristiche costruttive delle murature così come appaiono oggi, sono spesso il risultato finale della stratificazionc di diverse fasi costruttive intimamente connesse con il tempo della loro realizzazione e quindi con la cultura artistica e tecno­logica del periodo storico in cui sono state progettare e realizzate. Le caratteristiche stilistiche e simboliche, le tecniche costruttive e le esi­genze funzionali si modificano nel corso della storia della fabbrica la­sciando comunque una traccia "scritta" tanto nelle fonti storiche che nella struttura e tessitura muraria dell'involucro dell'edificio nascosta sotto uno strato di intonaco che come un velo cela alla vista secoli di storia e di trasformazioni. È alla ricerca di questa traccia "scritta" sulla struttura muraria che, come si mostrerà in queste note, la termografia nello spettro dell'infrarosso riesce a dare una concreta risposta in modo non invasivo né distruttivo.
2010
Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali - IBAM - Sede Catania
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
978-88-495-1911-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/13053
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