La città interetnica ha bisogno di luoghi che favoriscano l'incontro e il confronto tra donne ed uomini di culture diverse. Massimo Clemente argomenta come i punti luce del dialogo, nella città dei diversi, possano venire dallo sport che può contribuire in modo innovativo e determinante, perché capace di trasformare la conflittualità in interazione, attraverso la competizione. L'excursus attraverso le esperienze progettuali poste in essere nelle realtà ove la società multietnica è una realtà consolidata ha consentito di sviluppare la tesi che lo sport può valorizzare la etnodiversità, contribuendo all'osmosi interculturale. La nuova architettura del dialogo si materializza nelle attrezzature e negli spazi dedicati alle attività sportive, trasformandoli in luoghi urbani.
Lo sport per la città multiculturale
Clemente Massimo
2008
Abstract
La città interetnica ha bisogno di luoghi che favoriscano l'incontro e il confronto tra donne ed uomini di culture diverse. Massimo Clemente argomenta come i punti luce del dialogo, nella città dei diversi, possano venire dallo sport che può contribuire in modo innovativo e determinante, perché capace di trasformare la conflittualità in interazione, attraverso la competizione. L'excursus attraverso le esperienze progettuali poste in essere nelle realtà ove la società multietnica è una realtà consolidata ha consentito di sviluppare la tesi che lo sport può valorizzare la etnodiversità, contribuendo all'osmosi interculturale. La nuova architettura del dialogo si materializza nelle attrezzature e negli spazi dedicati alle attività sportive, trasformandoli in luoghi urbani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.