Nel progettare una rete di monitoraggio dell'aria, la scelta dei siti in cui posizionare le centraline per il rilevamento degli inquinanti è sicuramente l'elemento più dibattuto poiché, oltre agli aspetti tecnici, come gli effetti degli inquinanti sull'ecosistema e sulla salute umana, vanno tenuti in considerazione anche gli aspetti socio-economici di tali scelte. Nell'ambito dell'applicazione della direttiva 96/61/CE, IPPC, il monitoraggio interno ed esterno alle aziende viene a essere uno degli impegni maggiori che le stesse dovranno affrontare una volta ottenuta l'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Già in molte delle attuali autorizzazioni viene prescritta la realizzazione di stazioni per il monitoraggio in continuo degli inquinanti considerati i traccianti delle emissioni in atmosfera dell'impianto. A tale scopo il posizionamento e l'equipaggiamento delle stazioni di rilevamento degli inquinanti atmosferici deve essere quanto più rappresentativo e significativo, oltre che specifico dell'impianto in oggetto. Per tale motivo è indispensabile tenere conto dei criteri stabiliti dalle direttive europee e nazionali che indicano, per esempio, il numero, il tipo di stazioni e le distanze minime dalle possibili fonti di inquinamento che devono essere osservate per il posizionamento. L'innovazione contenuta in questi documenti è aver stabilito la necessità di una approfondita conoscenza del territorio mediante dati di campo e produzione di mappe tematiche, dando particolare rilievo all'analisi dei siti industriali posti in prossimità delle aree urbane. Per soddisfare appieno i criteri stabiliti dalle normative europee, l'utilizzo di un geographic information system (GIS) risulta essere lo strumento più idoneo poiché permette di rappresentare con estrema accuratezza il territorio, integrando e mettendo in relazione dati di natura chimico-fisica, demografica e ambientale. Le carte di copertura e uso del suolo sono la base per ogni analisi territoriale e possono essere ottenute da immagini satellitari o fotografie aeree digitali mediante tecniche di classificazione. Queste carte sono il punto di partenza per ogni analisi territoriale e sono essenziali per ogni successiva integrazione con i dati atmosferici. Infatti, integrando le carte di uso del suolo con le mappe di concentrazione degli inquinanti è possibile individuare le aree urbanizzate e vegetate sottoposte per lunghi periodi di tempo ad alti livelli di inquinamento e quindi circoscrivere i siti dove posizionare le centraline per la rete di monitoraggio ambientale in accordo con la normativa vigente. Alla luce di quanto sopra esposto, la Raffineria di Gela ha commissionato al CNR lo studio per l'adeguamento della propria rete di monitoraggio, finalizzato all'identificazione del numero di postazioni, della loro localizzazione e del loro equipaggiamento strumentale, in conformità con la normativa italiana vigente in materia e con le direttive comunitarie che, all'epoca del conferimento, erano in corso di recepimento.

Indagine ambientale per la predisposizione della rete di monitoraggio della qualità dell'aria nella zona circostante la raffineria di Gela

Rotatori M;Salvatori R
2009

Abstract

Nel progettare una rete di monitoraggio dell'aria, la scelta dei siti in cui posizionare le centraline per il rilevamento degli inquinanti è sicuramente l'elemento più dibattuto poiché, oltre agli aspetti tecnici, come gli effetti degli inquinanti sull'ecosistema e sulla salute umana, vanno tenuti in considerazione anche gli aspetti socio-economici di tali scelte. Nell'ambito dell'applicazione della direttiva 96/61/CE, IPPC, il monitoraggio interno ed esterno alle aziende viene a essere uno degli impegni maggiori che le stesse dovranno affrontare una volta ottenuta l'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Già in molte delle attuali autorizzazioni viene prescritta la realizzazione di stazioni per il monitoraggio in continuo degli inquinanti considerati i traccianti delle emissioni in atmosfera dell'impianto. A tale scopo il posizionamento e l'equipaggiamento delle stazioni di rilevamento degli inquinanti atmosferici deve essere quanto più rappresentativo e significativo, oltre che specifico dell'impianto in oggetto. Per tale motivo è indispensabile tenere conto dei criteri stabiliti dalle direttive europee e nazionali che indicano, per esempio, il numero, il tipo di stazioni e le distanze minime dalle possibili fonti di inquinamento che devono essere osservate per il posizionamento. L'innovazione contenuta in questi documenti è aver stabilito la necessità di una approfondita conoscenza del territorio mediante dati di campo e produzione di mappe tematiche, dando particolare rilievo all'analisi dei siti industriali posti in prossimità delle aree urbane. Per soddisfare appieno i criteri stabiliti dalle normative europee, l'utilizzo di un geographic information system (GIS) risulta essere lo strumento più idoneo poiché permette di rappresentare con estrema accuratezza il territorio, integrando e mettendo in relazione dati di natura chimico-fisica, demografica e ambientale. Le carte di copertura e uso del suolo sono la base per ogni analisi territoriale e possono essere ottenute da immagini satellitari o fotografie aeree digitali mediante tecniche di classificazione. Queste carte sono il punto di partenza per ogni analisi territoriale e sono essenziali per ogni successiva integrazione con i dati atmosferici. Infatti, integrando le carte di uso del suolo con le mappe di concentrazione degli inquinanti è possibile individuare le aree urbanizzate e vegetate sottoposte per lunghi periodi di tempo ad alti livelli di inquinamento e quindi circoscrivere i siti dove posizionare le centraline per la rete di monitoraggio ambientale in accordo con la normativa vigente. Alla luce di quanto sopra esposto, la Raffineria di Gela ha commissionato al CNR lo studio per l'adeguamento della propria rete di monitoraggio, finalizzato all'identificazione del numero di postazioni, della loro localizzazione e del loro equipaggiamento strumentale, in conformità con la normativa italiana vigente in materia e con le direttive comunitarie che, all'epoca del conferimento, erano in corso di recepimento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/13217
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