Prefazione Un profilo umano e scientifico di Isabella D'Elia Nell'autunno 1965 incontrai Isabella, per la prima volta, all'Università di Roma "La Sapienza", dove entrambi frequentavamo i corsi della facoltà di Giurisprudenza. Era prossima ai vent'anni: mi colpì subito per il suo carattere estroverso, per il calore umano che irraggiava dalla sua persona, per l'impegno che metteva nello studio, per l'attaccamento alla sua famiglia e alla sua terra d'origine (la Puglia), per la forza della sua fede che testimoniava coraggiosamente anche in ambienti ostili. Qualche anno più tardi, dopo esserci entrambi laureati, e dopo aver io iniziato il lavoro di ricerca scientifica nell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR a Firenze, precedendola di qualche mese nell'attività che avremmo condiviso per il resto della vita, capii che non dovevo farmi sfuggire un tale tesoro che il Signore aveva messo sulla mia strada (Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore, Pr 31,10), e mi decisi a chiedere la sua mano ai genitori di lei. Il fidanzamento ufficiale durò solo 40 giorni, con grande sorpresa di tutti; ci sposammo a Firenze il 9 febbraio 1970 nella Basilica di San Miniato al Monte, contro la tradizione che avrebbe suggerito un fidanzamento più lungo e un matrimonio celebrato in Taranto, città di residenza della sposa. Fui subito accolto dalla famiglia di Isabella come un figlio, ed imparai ad apprezzare la nobiltà dei sentimenti e la "santità" di quei genitori che avevano educato così bene la propria figlia da renderla una persona veramente speciale: sposa e madre esemplare, dedita alla famiglia e al lavoro, riusciva a non tralasciare mai le pratiche religiose e gli impegni caritativi che la proiettavano fuori della famiglia. Sin dai primi anni di matrimonio si rivelò preziosa per i figli, i familiari tutti e gli amici, per le cure, l'affetto e la dolcezza che lei seppe sempre donare. Nella severità come nell'amore, nella fede incrollabile come nell'ansia della ricerca, nella prudente saggezza come nell'ardimento libero da pregiudizi, essa appariva sempre circonfusa da un misterioso alone di rasserenante purezza che infondeva pace in coloro che incontrava (Beati i puri di cuore perché vedranno Dio, Mat 5,8).

Un profilo umano e scientifico di Isabella D'Elia

Costantino CIAMPI
2008

Abstract

Prefazione Un profilo umano e scientifico di Isabella D'Elia Nell'autunno 1965 incontrai Isabella, per la prima volta, all'Università di Roma "La Sapienza", dove entrambi frequentavamo i corsi della facoltà di Giurisprudenza. Era prossima ai vent'anni: mi colpì subito per il suo carattere estroverso, per il calore umano che irraggiava dalla sua persona, per l'impegno che metteva nello studio, per l'attaccamento alla sua famiglia e alla sua terra d'origine (la Puglia), per la forza della sua fede che testimoniava coraggiosamente anche in ambienti ostili. Qualche anno più tardi, dopo esserci entrambi laureati, e dopo aver io iniziato il lavoro di ricerca scientifica nell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR a Firenze, precedendola di qualche mese nell'attività che avremmo condiviso per il resto della vita, capii che non dovevo farmi sfuggire un tale tesoro che il Signore aveva messo sulla mia strada (Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore, Pr 31,10), e mi decisi a chiedere la sua mano ai genitori di lei. Il fidanzamento ufficiale durò solo 40 giorni, con grande sorpresa di tutti; ci sposammo a Firenze il 9 febbraio 1970 nella Basilica di San Miniato al Monte, contro la tradizione che avrebbe suggerito un fidanzamento più lungo e un matrimonio celebrato in Taranto, città di residenza della sposa. Fui subito accolto dalla famiglia di Isabella come un figlio, ed imparai ad apprezzare la nobiltà dei sentimenti e la "santità" di quei genitori che avevano educato così bene la propria figlia da renderla una persona veramente speciale: sposa e madre esemplare, dedita alla famiglia e al lavoro, riusciva a non tralasciare mai le pratiche religiose e gli impegni caritativi che la proiettavano fuori della famiglia. Sin dai primi anni di matrimonio si rivelò preziosa per i figli, i familiari tutti e gli amici, per le cure, l'affetto e la dolcezza che lei seppe sempre donare. Nella severità come nell'amore, nella fede incrollabile come nell'ansia della ricerca, nella prudente saggezza come nell'ardimento libero da pregiudizi, essa appariva sempre circonfusa da un misterioso alone di rasserenante purezza che infondeva pace in coloro che incontrava (Beati i puri di cuore perché vedranno Dio, Mat 5,8).
2008
Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica - ITTIG - Sede Firenze
Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari - IGSG
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/13811
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