Vengono presentati i risultati di analisi effettuate sul materiale ceramico proveniente dal "sacello E" di Polizzello che, indagato nel corso delle campagne 2004-2006 dalla Soprintendenza di Caltanissetta con la direzione scientifica del prof. Dario Palermo, offre preziose testimonianze sugli usi delle società sicane dalla fine dell'Età del Bronzo fino alla consolidata presenza dei coloni greci nelle zone centro-meridionali dell'isola. Lo scavo dell'edificio ha consentito di indagarne le vicissitudini archeologiche dai sottostanti livelli di X/IX sec. alla fase di abbandono all'inizio del V sec. a.C. Le analisi sono state condotte col fine di individuare eventuali cambiamenti occorsi nei passaggi da una fase all'altra o all'interno di una stessa fase archeologica. È stato estrapolato preliminarmente un campione di frammenti, su base tipologica e stratigrafica, sul quale sono state effettuate le seguenti analisi non distruttive: a) XRF lungo le superfici di frattura (Vmax = 45 kV; Imax = 0,2 mA; anodo di tungsteno) con tubo a controllo di stabilizzazione (calibrazione del sistema effettuata mediante misure su 40 standard metrologici). Sono state quantitativamente determinate le concentrazioni di elementi in traccia caratterizzanti: Rb, Sr, Y, Zr, Nb; b) PIXE-? per la caratterizzazione elementale quantitativa dei pigmenti; c) XRD sulle superfici per la caratterizzazione mineralogica degli stessi. Le misure XRF condotte sugli impasti hanno evidenziato tre gruppi principali caratterizzati da differenti concentrazioni degli elementi in traccia: di estremo interesse risulta la netta prevalenza dei gruppi ad alto contenuto di Sr tra la ceramica più antica in contrasto con l'assenza di questi nella ceramica tarda. Le analisi condotte sui pigmenti hanno fornito nuove informazioni sulle tecnologie impiegate nella realizzazione degli stessi: i bruni e i neri, ad esempio, privi di manganese, testimoniano l'uso della tecnica di cottura in ambiente riducente, mostrando una composizione molto simile a quella impiegata in epoca classica, mentre alcuni bianchi testimoniano l'uso di talco.

Caratterizzazione non distruttiva di ceramica da strato proveniente dall' edificio "e" di Polizzello (Cl)

FP Romano;
2008

Abstract

Vengono presentati i risultati di analisi effettuate sul materiale ceramico proveniente dal "sacello E" di Polizzello che, indagato nel corso delle campagne 2004-2006 dalla Soprintendenza di Caltanissetta con la direzione scientifica del prof. Dario Palermo, offre preziose testimonianze sugli usi delle società sicane dalla fine dell'Età del Bronzo fino alla consolidata presenza dei coloni greci nelle zone centro-meridionali dell'isola. Lo scavo dell'edificio ha consentito di indagarne le vicissitudini archeologiche dai sottostanti livelli di X/IX sec. alla fase di abbandono all'inizio del V sec. a.C. Le analisi sono state condotte col fine di individuare eventuali cambiamenti occorsi nei passaggi da una fase all'altra o all'interno di una stessa fase archeologica. È stato estrapolato preliminarmente un campione di frammenti, su base tipologica e stratigrafica, sul quale sono state effettuate le seguenti analisi non distruttive: a) XRF lungo le superfici di frattura (Vmax = 45 kV; Imax = 0,2 mA; anodo di tungsteno) con tubo a controllo di stabilizzazione (calibrazione del sistema effettuata mediante misure su 40 standard metrologici). Sono state quantitativamente determinate le concentrazioni di elementi in traccia caratterizzanti: Rb, Sr, Y, Zr, Nb; b) PIXE-? per la caratterizzazione elementale quantitativa dei pigmenti; c) XRD sulle superfici per la caratterizzazione mineralogica degli stessi. Le misure XRF condotte sugli impasti hanno evidenziato tre gruppi principali caratterizzati da differenti concentrazioni degli elementi in traccia: di estremo interesse risulta la netta prevalenza dei gruppi ad alto contenuto di Sr tra la ceramica più antica in contrasto con l'assenza di questi nella ceramica tarda. Le analisi condotte sui pigmenti hanno fornito nuove informazioni sulle tecnologie impiegate nella realizzazione degli stessi: i bruni e i neri, ad esempio, privi di manganese, testimoniano l'uso della tecnica di cottura in ambiente riducente, mostrando una composizione molto simile a quella impiegata in epoca classica, mentre alcuni bianchi testimoniano l'uso di talco.
2008
Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali - IBAM - Sede Catania
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/138160
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