Il presente contributo descrive lo sviluppo fonetico di due bambini, un maschio e una femmina, audioregistrati e analizzati lungo un periodo temporale particolarmente ampio, a partire dal 9° fino al 27° mese di età, a intervalli di 3 mesi, nel corso di situazioni di gioco, alla presenza delle madri. Questo periodo è cruciale per studiare le relazioni tra babbling (semanticamente opaco) e primo vocabolario, caratterizzato da una chiara e stabile associazione forma-significato. Le produzioni infantili sono state trascritte foneticamente con i simboli IPA e le capacità fonetiche sono state analizzate attraverso due modalità. La prima valuta la produzione dei singoli foni a sua volta con due procedure: 1) per il babbling e per un vocabolario < 10 parole, le frequenze dei tipi vocalici e consonantici vengono calcolate sia complessivamente che in funzione della loro posizione nella sillaba e nella parola (statistiche sui tokens); 2) per un vocabolario > 10 parole (type), che i due bambini raggiungono ai 15 mesi, e limitandosi alle prime 50, viene calcolato l'inventario fonetico applicando i criteri di Stoel-Gammon (1985): un fono o un gruppo consonantico sono attestati in posizione iniziale e non iniziale di sillaba e di parola solo se presenti in almeno due diverse "parole" (statistiche sui types). La seconda modalità valuta le ipotesi della teoria Frame, then Content (Davis & MacNeilage, 1995): per quella intra-sillabica, è calcolata la frequenza delle associazioni dei foni consonantici con i foni vocalici classificati per luogo di articolazione, mentre per quella inter-sillabica, è valutato se tra le sillabe consecutive non reduplicate (cioè non ripetute uguali) sia effettivamente più frequente la variazione di modo rispetto a quella di luogo. I risultati, inquadrati in una prospettiva longitudinale, sono messi in relazione alle frequenze di occorrenza delle strutture foniche dell'italiano tratte da (1) una lista di parole dal Primo Vocabolario del Bambino (Caselli e Casadio, 1995, appendice E, elaborata per la prima volta in Zmarich e Miotti, 2003a), (2) alcuni studi di frequenza sulla lingua italiana, e vengono alla fine confrontati con i dati sul primo sviluppo fonetico/fonologico di bambini che acquisiscono l'inglese.
Le frequenze dei foni e delle loro co-occorrenze intra- e inter-sillabiche in due bambini dai 9 ai 27 mesi d età
Zmarich Claudio;
2006
Abstract
Il presente contributo descrive lo sviluppo fonetico di due bambini, un maschio e una femmina, audioregistrati e analizzati lungo un periodo temporale particolarmente ampio, a partire dal 9° fino al 27° mese di età, a intervalli di 3 mesi, nel corso di situazioni di gioco, alla presenza delle madri. Questo periodo è cruciale per studiare le relazioni tra babbling (semanticamente opaco) e primo vocabolario, caratterizzato da una chiara e stabile associazione forma-significato. Le produzioni infantili sono state trascritte foneticamente con i simboli IPA e le capacità fonetiche sono state analizzate attraverso due modalità. La prima valuta la produzione dei singoli foni a sua volta con due procedure: 1) per il babbling e per un vocabolario < 10 parole, le frequenze dei tipi vocalici e consonantici vengono calcolate sia complessivamente che in funzione della loro posizione nella sillaba e nella parola (statistiche sui tokens); 2) per un vocabolario > 10 parole (type), che i due bambini raggiungono ai 15 mesi, e limitandosi alle prime 50, viene calcolato l'inventario fonetico applicando i criteri di Stoel-Gammon (1985): un fono o un gruppo consonantico sono attestati in posizione iniziale e non iniziale di sillaba e di parola solo se presenti in almeno due diverse "parole" (statistiche sui types). La seconda modalità valuta le ipotesi della teoria Frame, then Content (Davis & MacNeilage, 1995): per quella intra-sillabica, è calcolata la frequenza delle associazioni dei foni consonantici con i foni vocalici classificati per luogo di articolazione, mentre per quella inter-sillabica, è valutato se tra le sillabe consecutive non reduplicate (cioè non ripetute uguali) sia effettivamente più frequente la variazione di modo rispetto a quella di luogo. I risultati, inquadrati in una prospettiva longitudinale, sono messi in relazione alle frequenze di occorrenza delle strutture foniche dell'italiano tratte da (1) una lista di parole dal Primo Vocabolario del Bambino (Caselli e Casadio, 1995, appendice E, elaborata per la prima volta in Zmarich e Miotti, 2003a), (2) alcuni studi di frequenza sulla lingua italiana, e vengono alla fine confrontati con i dati sul primo sviluppo fonetico/fonologico di bambini che acquisiscono l'inglese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.