The contribution gives an overview and analyses the demographic structures and changes of Italy in the nineties of the 20th century. One year, and even 10 years, influence only in a modest way the demographic structures and processes. The demographic growth of the population of Italy is the result of the immigration of foreigners, or, a negative natural balance and a net migration loss of the Italian population is opposing to a positive natural balance and net migration gains of the foreign population. The changes regarding family formation and dissolution, fertility and mortality are discussed. These processes led to an ageing of the total and the working age population. During the study period the family structures changed and the number of singles, especially elderly living alone, couples without children and single parent families increased. A specific chapter is dedicated to the geographic heterogeneity and convergence of the demographic structures and processes. The population trends of the nineties, even if they did not have important immediate effects, could in the long run lead to relevant changes in the structure and behaviour of Italy's population. The findings call for attention by society and policy, and appropriate responses in terms of welfare measures.

Nel trascorso decennio si è evidenziato un saldo naturale di segno negativo che, per quanto risultante dal gioco di diverse componenti, deriva in sostanza dalla bassa fecondità adottata dalla popolazione italiana. A questa stessa causa, ma in misura ormai minoritaria, si deve far risalire quel processo di invecchiamento della struttura demografica che nel corso degli anni Novanta ha portato la quota di anziani di 65 e più anni a superare quella dei giovanissimi con meno di 15 anni. La quota di popolazione in età lavorativa ha probabilmente toccato nel corso del decennio il suo livello massimo, ed ora ha preso a ridursi a favore della popolazione in età post-lavorativa e ad invecchiare al suo interno. Lo stesso è avvenuto per le donne in età feconda, che hanno toccato il massimo numerico a metà degli anni Novanta e che hanno cominciato a ridurre la quota di donne nelle età più feconde. La presenza degli immigrati stranieri, specie di origine extracomunitaria e da paesi a forte pressione migratoria, è più che raddoppiata nel decennio. Senza il loro apporto la popolazione residente in Italia sarebbe diminuita, perché si sono esaurite tutte le forze che hanno consentito alla sua componente endogena di crescere lungo almeno un paio di secoli e, anzi, a compensare gli intensi flussi di emigrazione che per lunghi periodi l'hanno interessata. Così, il contributo d'origine esterna è diventato ormai essenziale non solo in termini di afflusso diretto, ma per il significativo apporto anche in via indiretta, risollevando il bilancio nati/morti. Le dinamiche territoriali della fecondità e della mortalità degli anni Novanta potrebbero essere riassunti sotto il titolo "Convergenza delle eterogeneità". I livelli di fecondità sono cresciuti nelle regioni del Nord e del Centro ed hanno invece proseguito a scendere nelle regioni del Sud. La mortalità, invece, ha continuato nella sua discesa, ma, specie per il sesso maschile, i guadagni in sopravvivenza nelle regioni più svantaggiate sono stati maggiori rispetto a quelle all'avanguardia. Infine, le migrazioni interne hanno segnato valori minimi intorno alla metà del decennio, ma hanno ripreso vigore verso la sua fine, quando gli spostamenti dal Sud verso il Nord sono aumentati di più del 50 per cento ed il relativo saldo è più che raddoppiato. A fine decennio l'Italia ha una popolazione più vecchia. Di essa fanno parte in maggior misura immigrati dall'estero, caratterizzati da un'accresciuta eterogeneità delle provenienze.

La popolazione italiana negli anni novanta

Giuseppe Gesano;Frank Heins
2004

Abstract

The contribution gives an overview and analyses the demographic structures and changes of Italy in the nineties of the 20th century. One year, and even 10 years, influence only in a modest way the demographic structures and processes. The demographic growth of the population of Italy is the result of the immigration of foreigners, or, a negative natural balance and a net migration loss of the Italian population is opposing to a positive natural balance and net migration gains of the foreign population. The changes regarding family formation and dissolution, fertility and mortality are discussed. These processes led to an ageing of the total and the working age population. During the study period the family structures changed and the number of singles, especially elderly living alone, couples without children and single parent families increased. A specific chapter is dedicated to the geographic heterogeneity and convergence of the demographic structures and processes. The population trends of the nineties, even if they did not have important immediate effects, could in the long run lead to relevant changes in the structure and behaviour of Italy's population. The findings call for attention by society and policy, and appropriate responses in terms of welfare measures.
2004
Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali - IRPPS
9788879898966
Nel trascorso decennio si è evidenziato un saldo naturale di segno negativo che, per quanto risultante dal gioco di diverse componenti, deriva in sostanza dalla bassa fecondità adottata dalla popolazione italiana. A questa stessa causa, ma in misura ormai minoritaria, si deve far risalire quel processo di invecchiamento della struttura demografica che nel corso degli anni Novanta ha portato la quota di anziani di 65 e più anni a superare quella dei giovanissimi con meno di 15 anni. La quota di popolazione in età lavorativa ha probabilmente toccato nel corso del decennio il suo livello massimo, ed ora ha preso a ridursi a favore della popolazione in età post-lavorativa e ad invecchiare al suo interno. Lo stesso è avvenuto per le donne in età feconda, che hanno toccato il massimo numerico a metà degli anni Novanta e che hanno cominciato a ridurre la quota di donne nelle età più feconde. La presenza degli immigrati stranieri, specie di origine extracomunitaria e da paesi a forte pressione migratoria, è più che raddoppiata nel decennio. Senza il loro apporto la popolazione residente in Italia sarebbe diminuita, perché si sono esaurite tutte le forze che hanno consentito alla sua componente endogena di crescere lungo almeno un paio di secoli e, anzi, a compensare gli intensi flussi di emigrazione che per lunghi periodi l'hanno interessata. Così, il contributo d'origine esterna è diventato ormai essenziale non solo in termini di afflusso diretto, ma per il significativo apporto anche in via indiretta, risollevando il bilancio nati/morti. Le dinamiche territoriali della fecondità e della mortalità degli anni Novanta potrebbero essere riassunti sotto il titolo "Convergenza delle eterogeneità". I livelli di fecondità sono cresciuti nelle regioni del Nord e del Centro ed hanno invece proseguito a scendere nelle regioni del Sud. La mortalità, invece, ha continuato nella sua discesa, ma, specie per il sesso maschile, i guadagni in sopravvivenza nelle regioni più svantaggiate sono stati maggiori rispetto a quelle all'avanguardia. Infine, le migrazioni interne hanno segnato valori minimi intorno alla metà del decennio, ma hanno ripreso vigore verso la sua fine, quando gli spostamenti dal Sud verso il Nord sono aumentati di più del 50 per cento ed il relativo saldo è più che raddoppiato. A fine decennio l'Italia ha una popolazione più vecchia. Di essa fanno parte in maggior misura immigrati dall'estero, caratterizzati da un'accresciuta eterogeneità delle provenienze.
Population trend
Mortality
Fertility
Ageing
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/140386
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