Il progetto di censimento dei santuari cristiani d'Italia, di cui esaminiamo i momenti più significativi di elaborazione e di confronto dei dati, mette a disposizione degli studiosi, ma anche di un pubblico più vasto di non 'addetti ai lavori', uno strumento di indagine fondamentale, che permette di rintracciare e di fruire agilmente dei risultati della ricerca in virtù del loro inserimento su supporto informatico, veicolato a livello nazionale e internazionale via Internet. Una preziosa banca dati, ricchissima di informazioni sia per la ricerca scientifica che per la conservazione del patrimonio religioso nazionale e per la sua promozione attraverso, ad esempio, la redazione di guide che descrivano i principali santuari di una regione e mettano in evidenza i percorsi di pellegrinaggio. Le tipologie santuariali individuate in Sardegna, esaminate in modo distaccato dal contesto storico e istituzionale dell'isola, non presentano caratteristiche particolari rispetto alle tipologie di altre aree meridionali della penisola italiana. Diverso il discorso nel momento in cui caliamo questi santuari nel contesto storico, politico e istituzionale che ne determinò o favorì la nascita o, comunque, la fortuna religiosa. Le problematiche relative ai santuari sardi, diversi per tipologia, dedicazione e epoca di fondazione, vanno pertanto esaminate inserendole nei tre periodi storici, fondamentali per l'isola: quello bizantino (dal 534 al IX secolo), quello giudicale (secoli X-XIII) e, infine, quello catalano-aragonese (secoli XIV-XV). Di particolare interesse, nell'ambito delle ricerche sul fenomeno santuariale in area sarda, l'approfondimento delle tematiche relative al ruolo svolto dal potere politico o dalle autorità religiose nella fondazione di alcuni santuari di età medievale e moderna.
Il contributo della Sardegna al progetto di censimento dei santuari cristiani d'Italia promosso dall'École Française de Rome
Schena Olivetta
2006
Abstract
Il progetto di censimento dei santuari cristiani d'Italia, di cui esaminiamo i momenti più significativi di elaborazione e di confronto dei dati, mette a disposizione degli studiosi, ma anche di un pubblico più vasto di non 'addetti ai lavori', uno strumento di indagine fondamentale, che permette di rintracciare e di fruire agilmente dei risultati della ricerca in virtù del loro inserimento su supporto informatico, veicolato a livello nazionale e internazionale via Internet. Una preziosa banca dati, ricchissima di informazioni sia per la ricerca scientifica che per la conservazione del patrimonio religioso nazionale e per la sua promozione attraverso, ad esempio, la redazione di guide che descrivano i principali santuari di una regione e mettano in evidenza i percorsi di pellegrinaggio. Le tipologie santuariali individuate in Sardegna, esaminate in modo distaccato dal contesto storico e istituzionale dell'isola, non presentano caratteristiche particolari rispetto alle tipologie di altre aree meridionali della penisola italiana. Diverso il discorso nel momento in cui caliamo questi santuari nel contesto storico, politico e istituzionale che ne determinò o favorì la nascita o, comunque, la fortuna religiosa. Le problematiche relative ai santuari sardi, diversi per tipologia, dedicazione e epoca di fondazione, vanno pertanto esaminate inserendole nei tre periodi storici, fondamentali per l'isola: quello bizantino (dal 534 al IX secolo), quello giudicale (secoli X-XIII) e, infine, quello catalano-aragonese (secoli XIV-XV). Di particolare interesse, nell'ambito delle ricerche sul fenomeno santuariale in area sarda, l'approfondimento delle tematiche relative al ruolo svolto dal potere politico o dalle autorità religiose nella fondazione di alcuni santuari di età medievale e moderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.