Con la legge Crispi-Pagliani, dal titolo «Sulla tutela della igiene e della sanità pubblica» approvata dal Parlamento il 22 dicembre 1888: «si apriva un ventennio in cui si affermava (...) una visione nitida dei nessi tra salute e ambiente che portava fisici, chimici, ingegneri, costruttori edili a impegnarsi con gli igienisti in una collaborazione interdisciplinare che trovava realizzazione (sia) nella progettazione e sorveglianza delle case popolari, delle fabbriche, delle scuole, delle caserme, delle carceri, delle colonie marine e montane, degli stabilimenti idroterapici, dei sanatori, degli ospedali; [(....) sia] nella descrizione e prescrizione delle modalità attuative dei piani regolatori, degli acquedotti e delle fognature, della ventilazione e della illuminazione degli ambienti, della conservazione e dello smercio dei prodotti alimentari». Gli storici contemporanei reputano la legge come il punto di partenza di una nuova visione della salute intesa non più come un privilegio di alcuni bensì come un diritto di tutti. Sulla scia di quanto già sperimentato in Germania e in Francia si affermano anche in Italia l'igiene e la medicina sociale fondate, la prima, sulla prevenzione e, la seconda, sul rapporto tra malattie e progresso. In questo saggio, in verità, la legge crispina è alquanto lontana rappresentando il punto di arrivo del lungo e articolato processo di costruzione di quel «paradigma igienistico » che interessò la Napoli di fine Ottocento . Con l'obiettivo di ricostruire le linee di evoluzione plurisecolari dell'intervento pubblico in materia di sanità, si è cercato di capire a quando risalgono i primi interventi sui rischi della corruzione dell'aria e sulla necessità di conservarne la salubrità nella capitale del Mezzogiorno3. Partendo dalle prammatiche del Quattrocento fino a giungere alla prima organica legislazione in materia di sanità del 1819, sono state evidenziate le capacità progettuali e di indirizzo, valutando motivazioni e risultati dell'intervento legislativo, in aderenza o a dispetto delle abitudini e dei comportamenti della popolazione di una città come Napoli la cui storia millenaria è stata sempre scandita da profumi, legati alla sua generosa natura e miasmi, effetto di un assembramento urbano non sostenuto da un'adeguata rete di servizi e di infrastrutture.

"La salubrità dell'aria". Pulizia, polizia e salute nella Napoli di Ancien Regime

Raffaella Salvemini
2004

Abstract

Con la legge Crispi-Pagliani, dal titolo «Sulla tutela della igiene e della sanità pubblica» approvata dal Parlamento il 22 dicembre 1888: «si apriva un ventennio in cui si affermava (...) una visione nitida dei nessi tra salute e ambiente che portava fisici, chimici, ingegneri, costruttori edili a impegnarsi con gli igienisti in una collaborazione interdisciplinare che trovava realizzazione (sia) nella progettazione e sorveglianza delle case popolari, delle fabbriche, delle scuole, delle caserme, delle carceri, delle colonie marine e montane, degli stabilimenti idroterapici, dei sanatori, degli ospedali; [(....) sia] nella descrizione e prescrizione delle modalità attuative dei piani regolatori, degli acquedotti e delle fognature, della ventilazione e della illuminazione degli ambienti, della conservazione e dello smercio dei prodotti alimentari». Gli storici contemporanei reputano la legge come il punto di partenza di una nuova visione della salute intesa non più come un privilegio di alcuni bensì come un diritto di tutti. Sulla scia di quanto già sperimentato in Germania e in Francia si affermano anche in Italia l'igiene e la medicina sociale fondate, la prima, sulla prevenzione e, la seconda, sul rapporto tra malattie e progresso. In questo saggio, in verità, la legge crispina è alquanto lontana rappresentando il punto di arrivo del lungo e articolato processo di costruzione di quel «paradigma igienistico » che interessò la Napoli di fine Ottocento . Con l'obiettivo di ricostruire le linee di evoluzione plurisecolari dell'intervento pubblico in materia di sanità, si è cercato di capire a quando risalgono i primi interventi sui rischi della corruzione dell'aria e sulla necessità di conservarne la salubrità nella capitale del Mezzogiorno3. Partendo dalle prammatiche del Quattrocento fino a giungere alla prima organica legislazione in materia di sanità del 1819, sono state evidenziate le capacità progettuali e di indirizzo, valutando motivazioni e risultati dell'intervento legislativo, in aderenza o a dispetto delle abitudini e dei comportamenti della popolazione di una città come Napoli la cui storia millenaria è stata sempre scandita da profumi, legati alla sua generosa natura e miasmi, effetto di un assembramento urbano non sostenuto da un'adeguata rete di servizi e di infrastrutture.
2004
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
88-495-0921-9
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