Nell'edizione del 1725 Vico propone un interessante raffronto - in seguito significativamente soppresso - tra Omero e Dante, dove dichiara che la grande opera innovatrice del poeta fiorentino consiste nell'avere ridato all'Italia una lingua, tramite un'operazione molto simile a quella compiuta anticamente da Omero. Il saggio mette in luce come Vico mutui l'idea di un'equivalente grandezza tanto di Omero e di Dante da Gravina, e come questo parallelo sia presente già nel Cinquecento nei testi di Pierio Valeriano e Claudio Tolomei.

'Al Cinquecento dotti uomini si diedero a coltivare la toscana favella che si era in Firenze parlata al Trecento'. Nota su due fonti vichiane trascurate

Alessia Scognamiglio
2005

Abstract

Nell'edizione del 1725 Vico propone un interessante raffronto - in seguito significativamente soppresso - tra Omero e Dante, dove dichiara che la grande opera innovatrice del poeta fiorentino consiste nell'avere ridato all'Italia una lingua, tramite un'operazione molto simile a quella compiuta anticamente da Omero. Il saggio mette in luce come Vico mutui l'idea di un'equivalente grandezza tanto di Omero e di Dante da Gravina, e come questo parallelo sia presente già nel Cinquecento nei testi di Pierio Valeriano e Claudio Tolomei.
2005
Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e scientifico moderno - ISPF
Lingua Fonti Vico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/148517
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