Nel Salento, parte meridionale emersa della dorsale carbonatica pugliese (AUCT.), affiorano estesamente depositi del Pleistocene inferiore contenenti macrofaune "nordiche" (DE GIORGI, 1903; D'ALESSANDRO & PALMENTOLA, 1978). Tali tanatocenosi presentano grandi varietà di caratteristiche tassonomiche, tafonomiche e sedimentologiche. Questa nota riguarda preliminari osservazioni condotte su tre successioni (fig. 1) al fine di individuare i fattori paleoambientali determinanti la distribuzione stratigrafica dei molluschi di clima freddo. In località Torsano (Nardò) affiora una successione spessa pochi metri caratterizzata da elevata frequenza di Venus verrucosa, V. casina, Acanthocardia tuberculata, Aequipecten opercularis, spesso con valve articolate. Piuttosto frequente è Paphia rhomboides, considerato un ospite freddo presente nel Mediterraneo dal Santerniano (RUGGIERI & SPROVIERI, 1977) ma segnalato anche in depositi di facies astiana (CARETTO, 1985). Molto comune Arctica islandica con valve articolate, così come Pseudamussium septemradiatum assieme a esemplari di P. clavatum, (cfr. REPETTO et alii, 2005). Sono anche comuni il brachiopode Terebratula scillae, lo scafopode Dentalium rectum e il corallo Flabellum. Significative anche le presenze di Glossus humanus, Thracia convexa, Neopycnodonte cochlear, Pecten jacobaeus. Rari frammenti di Panopea glycimeris con valve articolate. Poco rappresentati i gasteropodi, ad eccezione di Lunatia fusca. Lungo la successione si osservano almeno 6 shell concentrations (sensu FÜRSICH, 1995), nelle quali spicca la ricorrente presenza di Arctica islandica. A Signorella (Cutrofiano), in una delle numerose cave della contrada, è stata misurata la porzione intermedia di una successione spessa complessivamente oltre 25 m. Le osservazioni sono state eseguite su un intervallo stratigrafico comprendente una panchina con resti di cetacei (attualmente in studio dal Museo dell'Ambiente dell'Università di Lecce). Tale livello presenta acconto ad Arctica islandica, frequenti Acanthocardia echinata mucronata, Glossus humanus, Thracia convexa, oltre a Lunatia fusca, Xenophora crispa, e Caryophyllum sp.. Circa 1,5 m al di sotto, una shell concentration ricca di valve disarticolate di Arctica islandica, disposte caoticamente, "interrompe" la sottostante sedimentazione calcarenitica massiva. Nella parte media sono ricorrenti Glossus humanus, Thracia pubescens, T. convexa, Galeodea echinophora, Laevicardium crassum, Pecten jacobaeus, Neopycnodonte cochlear, Aequipecten opercularis, Lucinoma boreale e Acanthocardia echinata mucronata, quest'ultima considerata sottospecie distinta dall'ospite freddo Acanthocardia echinata echinata. Sporadica presenza di Panopea glycimeris. Alcuni dei livelli ricchi di fossili presentano chiare evidenze di risedimentazione intrabacinale. Anche a Signorella è stata osservata la co-presenza di Pseudamussium septemradiatum e P. clavatum. Da rilevare una shell concentration a prevalenti Terebratula scillae, strati con numerose Mya Truncata in posizione fisiologica, specie ritenuta biostratigraficamente e cronostratigraficamente significativa (RUGGIERI & SPROVIERI, 1977; MALATESTA & ZARLENGA, 1986) e, nella parte alta dell'intervallo, gusci di Arctica con periostraco parzialmente conservato. Mya Truncata in posizione fisiologica ricorre spesso anche a San Soucì (Lecce), sia in strati prevalentemente argillosi che in quelli limoso-sabbiosi al tetto della locale successione (fig. 1). L'unità argillosa ha spessori variabili a scala degli affioramenti; in base ai rilievi geologici eseguiti, ciò può essere imputato a un alto strutturale trasversale alla depressione deposizionale e ubicato tra Lecce e San Cesario. Le esposizioni presenti nella zona appaiono caratterizzate dalla cospicua presenza di gasteropodi (Nassarius lima, Xenophora crispa, Turritella tricarinata, Lunatia fusca, Aporrhais pespelecani) nonché di Arctica islandica, Glossus humanus, Thracia pubescens, T. convexa, Anadara diluvii, Chlamys multistriata, Plagiocardium papillosum, Pseudamussium clavatum, P. septemradiatum. Comuni anche Terebratula scillae e gli echinodermi Spatangus purpureus e Schizaster canaliferus. Da segnalare rari esemplari di Charonia cfr. lampas. Nella parte alta, ascrivibile alla zona a Pseudoemiliana lacunosa (D'ALESSANDRO et alii, 2004) compaiono i molluschi d'acque fredde Macoma obliqua e Cochlodesma praetenue. La frequenza nelle successioni considerate di strati macrofossiliferi con significativa presenza di ospiti freddi, spesso vere e proprie shell concentrations, costituisce una buona premessa per approfondimenti tafonomici e sedimentologici al fine della relativa distinzione genetica (FÜRSICH, 1995). Appare comunque evidente come l'evoluzione della adiacente Avanfossa Bradanica (AUCT.), determinando per l'area salentina instabilità tettonica e l'arrivo di apporti terrigeni, comportò per le specie nordiche adattamenti a mutevoli condizioni ambientali (tipi di fondali, penetrazione delle radiazioni solari, ecc.). Le preliminari osservazioni condotte delineano anche un'evoluzione generale delle biofacies (caratterizzate nell'ordine dalle comparse di Arctica islandica, Terebratula scillae e Mya truncata) che sembra seguire tendenzialmente quella litostratigrafica calcareniti - sabbie più o meno limose - argille. BIBLIOGRAFIA CARETTO P.G. (1985) - Segnalazione del lamellibranco Venerupis rhomboides (Pennant, 1777) nel Pliocene Piemontese, Atti Soc. It. Sci. Nat., 126, 101-119. D'ALESSANDRO A. & PALMENTOLA G. (1978) - Sabbie a Brachiopodi, una nuova unità del Salento leccese (aspetti litostratigrafici e paleoambientali), Riv. It. Paleont., 84, 1083-1120. D'ALESSANDRO T., MASSARI F., DAVAUD E. & GHIBAUDO G. (2004) - Pliocene-Pleistocene sequences bounded by subaerial uncondormities within foramol ramp calcarenites and mixed deposits (salento, SE Italy), Sedimentary Geology, 166, 89-144. DE GIORGI C. (1903) - La serie geologica dei terreni nella Penisola Salentina, Mem. Pont. Acc. Rom. N. Lincei, 20, 155-218. FÜRSICH F.T. (1995) - Shell concentrations, Eclogae Geol. Helv., 88, 643-655. MALATESTA A. & ZARLENGA F. (1986) - Northern guests in the Pleistocene Mediterranean Sea. Geologica Romana, 25, 91-154. REPETTO G., ORLANDO F. & ARDUINO G. (2005) - Conchiglie del Mediterraneo. Associazione Amici del Museo F. Eusebio, Alba. RUGGIERI G. & SPROVIERI R. (1977) - A revision of Italian Pleistocene stratigraphy. Geologica Romana, 16, 131-139.

Osservazioni su strati con malacofaune "nordiche" del Pleistocene salentino

Delle Rose M;
2006

Abstract

Nel Salento, parte meridionale emersa della dorsale carbonatica pugliese (AUCT.), affiorano estesamente depositi del Pleistocene inferiore contenenti macrofaune "nordiche" (DE GIORGI, 1903; D'ALESSANDRO & PALMENTOLA, 1978). Tali tanatocenosi presentano grandi varietà di caratteristiche tassonomiche, tafonomiche e sedimentologiche. Questa nota riguarda preliminari osservazioni condotte su tre successioni (fig. 1) al fine di individuare i fattori paleoambientali determinanti la distribuzione stratigrafica dei molluschi di clima freddo. In località Torsano (Nardò) affiora una successione spessa pochi metri caratterizzata da elevata frequenza di Venus verrucosa, V. casina, Acanthocardia tuberculata, Aequipecten opercularis, spesso con valve articolate. Piuttosto frequente è Paphia rhomboides, considerato un ospite freddo presente nel Mediterraneo dal Santerniano (RUGGIERI & SPROVIERI, 1977) ma segnalato anche in depositi di facies astiana (CARETTO, 1985). Molto comune Arctica islandica con valve articolate, così come Pseudamussium septemradiatum assieme a esemplari di P. clavatum, (cfr. REPETTO et alii, 2005). Sono anche comuni il brachiopode Terebratula scillae, lo scafopode Dentalium rectum e il corallo Flabellum. Significative anche le presenze di Glossus humanus, Thracia convexa, Neopycnodonte cochlear, Pecten jacobaeus. Rari frammenti di Panopea glycimeris con valve articolate. Poco rappresentati i gasteropodi, ad eccezione di Lunatia fusca. Lungo la successione si osservano almeno 6 shell concentrations (sensu FÜRSICH, 1995), nelle quali spicca la ricorrente presenza di Arctica islandica. A Signorella (Cutrofiano), in una delle numerose cave della contrada, è stata misurata la porzione intermedia di una successione spessa complessivamente oltre 25 m. Le osservazioni sono state eseguite su un intervallo stratigrafico comprendente una panchina con resti di cetacei (attualmente in studio dal Museo dell'Ambiente dell'Università di Lecce). Tale livello presenta acconto ad Arctica islandica, frequenti Acanthocardia echinata mucronata, Glossus humanus, Thracia convexa, oltre a Lunatia fusca, Xenophora crispa, e Caryophyllum sp.. Circa 1,5 m al di sotto, una shell concentration ricca di valve disarticolate di Arctica islandica, disposte caoticamente, "interrompe" la sottostante sedimentazione calcarenitica massiva. Nella parte media sono ricorrenti Glossus humanus, Thracia pubescens, T. convexa, Galeodea echinophora, Laevicardium crassum, Pecten jacobaeus, Neopycnodonte cochlear, Aequipecten opercularis, Lucinoma boreale e Acanthocardia echinata mucronata, quest'ultima considerata sottospecie distinta dall'ospite freddo Acanthocardia echinata echinata. Sporadica presenza di Panopea glycimeris. Alcuni dei livelli ricchi di fossili presentano chiare evidenze di risedimentazione intrabacinale. Anche a Signorella è stata osservata la co-presenza di Pseudamussium septemradiatum e P. clavatum. Da rilevare una shell concentration a prevalenti Terebratula scillae, strati con numerose Mya Truncata in posizione fisiologica, specie ritenuta biostratigraficamente e cronostratigraficamente significativa (RUGGIERI & SPROVIERI, 1977; MALATESTA & ZARLENGA, 1986) e, nella parte alta dell'intervallo, gusci di Arctica con periostraco parzialmente conservato. Mya Truncata in posizione fisiologica ricorre spesso anche a San Soucì (Lecce), sia in strati prevalentemente argillosi che in quelli limoso-sabbiosi al tetto della locale successione (fig. 1). L'unità argillosa ha spessori variabili a scala degli affioramenti; in base ai rilievi geologici eseguiti, ciò può essere imputato a un alto strutturale trasversale alla depressione deposizionale e ubicato tra Lecce e San Cesario. Le esposizioni presenti nella zona appaiono caratterizzate dalla cospicua presenza di gasteropodi (Nassarius lima, Xenophora crispa, Turritella tricarinata, Lunatia fusca, Aporrhais pespelecani) nonché di Arctica islandica, Glossus humanus, Thracia pubescens, T. convexa, Anadara diluvii, Chlamys multistriata, Plagiocardium papillosum, Pseudamussium clavatum, P. septemradiatum. Comuni anche Terebratula scillae e gli echinodermi Spatangus purpureus e Schizaster canaliferus. Da segnalare rari esemplari di Charonia cfr. lampas. Nella parte alta, ascrivibile alla zona a Pseudoemiliana lacunosa (D'ALESSANDRO et alii, 2004) compaiono i molluschi d'acque fredde Macoma obliqua e Cochlodesma praetenue. La frequenza nelle successioni considerate di strati macrofossiliferi con significativa presenza di ospiti freddi, spesso vere e proprie shell concentrations, costituisce una buona premessa per approfondimenti tafonomici e sedimentologici al fine della relativa distinzione genetica (FÜRSICH, 1995). Appare comunque evidente come l'evoluzione della adiacente Avanfossa Bradanica (AUCT.), determinando per l'area salentina instabilità tettonica e l'arrivo di apporti terrigeni, comportò per le specie nordiche adattamenti a mutevoli condizioni ambientali (tipi di fondali, penetrazione delle radiazioni solari, ecc.). Le preliminari osservazioni condotte delineano anche un'evoluzione generale delle biofacies (caratterizzate nell'ordine dalle comparse di Arctica islandica, Terebratula scillae e Mya truncata) che sembra seguire tendenzialmente quella litostratigrafica calcareniti - sabbie più o meno limose - argille. BIBLIOGRAFIA CARETTO P.G. (1985) - Segnalazione del lamellibranco Venerupis rhomboides (Pennant, 1777) nel Pliocene Piemontese, Atti Soc. It. Sci. Nat., 126, 101-119. D'ALESSANDRO A. & PALMENTOLA G. (1978) - Sabbie a Brachiopodi, una nuova unità del Salento leccese (aspetti litostratigrafici e paleoambientali), Riv. It. Paleont., 84, 1083-1120. D'ALESSANDRO T., MASSARI F., DAVAUD E. & GHIBAUDO G. (2004) - Pliocene-Pleistocene sequences bounded by subaerial uncondormities within foramol ramp calcarenites and mixed deposits (salento, SE Italy), Sedimentary Geology, 166, 89-144. DE GIORGI C. (1903) - La serie geologica dei terreni nella Penisola Salentina, Mem. Pont. Acc. Rom. N. Lincei, 20, 155-218. FÜRSICH F.T. (1995) - Shell concentrations, Eclogae Geol. Helv., 88, 643-655. MALATESTA A. & ZARLENGA F. (1986) - Northern guests in the Pleistocene Mediterranean Sea. Geologica Romana, 25, 91-154. REPETTO G., ORLANDO F. & ARDUINO G. (2005) - Conchiglie del Mediterraneo. Associazione Amici del Museo F. Eusebio, Alba. RUGGIERI G. & SPROVIERI R. (1977) - A revision of Italian Pleistocene stratigraphy. Geologica Romana, 16, 131-139.
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