Apulia, with its over eight hundred kilometres of coasts, where lower and sandy spaces alternate with high and jagged slopes, has always been a fortunate landfall for ships. In the imperial period, between the II and the III century a. C., rich buyers called on famous oriental artisans to order sarcophagi, sculptures and relieves in precious marble. The transport was committed to naves lapidariae that loaded sarcophagi, columns, capitals, architectonic ornaments, which were hardly worked, unfinished and to be completed in the arrival places by travelling skilled workers or local stonecutters. On the other hand routes to Rome, but for the others Mediterranean ports too, are proved by the wrecks of the ships that were hurled into the seabed by storms. These wrecks with a shipment of stone material especially (so naves lapidariae) are scattered along the seabed of the Ionic coastal of Salento and more precisely in the waters of Torre Chianca (Porto Cesareo, Lecce), San Pietro in Bevagna (Manduria, Taranto) and Torre Sgarrata (Pulsano, Taranto). In this essay we analyse and catalogue the ancient marbles of the sarcophagi and the columns that have been found out in the seabed of the Ionic coastal. Finally we are going to display the implementation of these data in a GIS (Geographical Information System).

La Puglia con oltre ottocento chilometri di coste ove si alternano spazi bassi e sabbiosi e pendii alti e frastagliati, è stata sempre favorevole approdo di navi. Nel periodo imperiale, tra il II e il III secolo d.C., ricchi committenti si rivolgono ad affermate botteghe orientali per commissionare sarcofagi, sculture e rilievi in marmo di grande pregio. Il trasporto era affidato alle naves lapidariae che imbarcavano sarcofagi, colonne, capitelli, fregi architettonici semilavorati o appena sbozzati da ultimare nei luoghi dove erano diretti, da maestranze itineranti o da scalpellini locali. Le rotte che conducono a Roma, ma anche in tutti i porti del Mediterraneo, sono invece documentate dai relitti delle imbarcazioni spinte sul fondo del mare delle tempeste. Relitti il cui carico era costituito in prevalenza da materiale lapideo (naves lapidariae) sono disseminati lungo i fondali marini del litorale ionico del Salento, precisamente, nelle acque di Torre Chianca (Porto Cesareo, Lecce), San Pietro in Bevagna (Manduria, Taranto) e Torre Sgarrata (Pulsano, Taranto). Nell'articolo verranno censiti e catalogati i marmi antichi dei sarcofagi e delle colonne rinvenute nei fondali marini del litorale ionico. Sarà infine esposta l'implementazione di tali dati in un GIS (Geographical Information System).

Patrimonio culturale sommerso lungo le coste del Salento: il carico delle naves lapidariae

DELLI SANTI M
2010

Abstract

Apulia, with its over eight hundred kilometres of coasts, where lower and sandy spaces alternate with high and jagged slopes, has always been a fortunate landfall for ships. In the imperial period, between the II and the III century a. C., rich buyers called on famous oriental artisans to order sarcophagi, sculptures and relieves in precious marble. The transport was committed to naves lapidariae that loaded sarcophagi, columns, capitals, architectonic ornaments, which were hardly worked, unfinished and to be completed in the arrival places by travelling skilled workers or local stonecutters. On the other hand routes to Rome, but for the others Mediterranean ports too, are proved by the wrecks of the ships that were hurled into the seabed by storms. These wrecks with a shipment of stone material especially (so naves lapidariae) are scattered along the seabed of the Ionic coastal of Salento and more precisely in the waters of Torre Chianca (Porto Cesareo, Lecce), San Pietro in Bevagna (Manduria, Taranto) and Torre Sgarrata (Pulsano, Taranto). In this essay we analyse and catalogue the ancient marbles of the sarcophagi and the columns that have been found out in the seabed of the Ionic coastal. Finally we are going to display the implementation of these data in a GIS (Geographical Information System).
2010
978-88-902210-4-0
La Puglia con oltre ottocento chilometri di coste ove si alternano spazi bassi e sabbiosi e pendii alti e frastagliati, è stata sempre favorevole approdo di navi. Nel periodo imperiale, tra il II e il III secolo d.C., ricchi committenti si rivolgono ad affermate botteghe orientali per commissionare sarcofagi, sculture e rilievi in marmo di grande pregio. Il trasporto era affidato alle naves lapidariae che imbarcavano sarcofagi, colonne, capitelli, fregi architettonici semilavorati o appena sbozzati da ultimare nei luoghi dove erano diretti, da maestranze itineranti o da scalpellini locali. Le rotte che conducono a Roma, ma anche in tutti i porti del Mediterraneo, sono invece documentate dai relitti delle imbarcazioni spinte sul fondo del mare delle tempeste. Relitti il cui carico era costituito in prevalenza da materiale lapideo (naves lapidariae) sono disseminati lungo i fondali marini del litorale ionico del Salento, precisamente, nelle acque di Torre Chianca (Porto Cesareo, Lecce), San Pietro in Bevagna (Manduria, Taranto) e Torre Sgarrata (Pulsano, Taranto). Nell'articolo verranno censiti e catalogati i marmi antichi dei sarcofagi e delle colonne rinvenute nei fondali marini del litorale ionico. Sarà infine esposta l'implementazione di tali dati in un GIS (Geographical Information System).
Patrimonio culturale
Coste del Salento
Naves lapidariae
Puglia
Italia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/149894
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