Al fine di definire i tipi litologici e individuare le relative aree di provenienza, sono state effettuate osservazioni macroscopiche in situ sui lapidei impiegati per la costruzione del molo antico di San Cataldo. Successivamente sono stati prelevati alcuni campioni per l'esecuzione di analisi microscopiche a luce polarizzata su sezioni sottili, asportando frammenti già sconnessi dalla struttura, onde limitare al massimo gli effetti del campionamento, ma significativi per una preliminare caratterizzazione petrografica. Sono stati altresì analizzati vari affioramenti del substrato roccioso del territorio compreso tra San Cataldo e Lecce (fig. 1), e prelevati campioni per i dovuti confronti con i materiali lapidei del "molo di Adriano". I blocchi del paramento in opera quadrata sono risultati essere costituiti da calcareniti medio-fini, glauconitico- fosfatiche, con frammenti di macrofossili; tale tipo lapideo può essere ricondotto al piromafo, unità stratigrafica informale del Miocene medio-superiore 54. Il pietrame del nucleo in opus caementicium è invece formato da differenti tipi di calcari macrofossiliferi riferibili a litologie delle Calcareniti di Andrano (Miocene superiore) 55. Occasionalmente sono stati osservati frammenti di calcari micritici e calciruditi. Lo studio eseguito permette di escludere l'immediato entroterra di San Cataldo (per una fascia di circa 3 km dalla costa) quale area di provenienza dei lapidei del molo antico, poiché in questo settore affiorano calcareniti e calciruditi macrofossilifere con struttura da compatta a tufacea del Pliocene-Pleistocene. Più verso Ovest, già a ridosso del limite interno della suddetta fascia di territorio, affiorano a luoghi calcareniti glauconitico- fosfatiche (piromafo), ed è dunque qui che potevano essere ubicate le cave di estrazione dei blocchi usati per la realizzazione del paramento.
Appendice petrografica a "Archeologia costiera a San Cataldo (Lecce)" di Marchi S., Sammarco M.,
Delle Rose M
2011
Abstract
Al fine di definire i tipi litologici e individuare le relative aree di provenienza, sono state effettuate osservazioni macroscopiche in situ sui lapidei impiegati per la costruzione del molo antico di San Cataldo. Successivamente sono stati prelevati alcuni campioni per l'esecuzione di analisi microscopiche a luce polarizzata su sezioni sottili, asportando frammenti già sconnessi dalla struttura, onde limitare al massimo gli effetti del campionamento, ma significativi per una preliminare caratterizzazione petrografica. Sono stati altresì analizzati vari affioramenti del substrato roccioso del territorio compreso tra San Cataldo e Lecce (fig. 1), e prelevati campioni per i dovuti confronti con i materiali lapidei del "molo di Adriano". I blocchi del paramento in opera quadrata sono risultati essere costituiti da calcareniti medio-fini, glauconitico- fosfatiche, con frammenti di macrofossili; tale tipo lapideo può essere ricondotto al piromafo, unità stratigrafica informale del Miocene medio-superiore 54. Il pietrame del nucleo in opus caementicium è invece formato da differenti tipi di calcari macrofossiliferi riferibili a litologie delle Calcareniti di Andrano (Miocene superiore) 55. Occasionalmente sono stati osservati frammenti di calcari micritici e calciruditi. Lo studio eseguito permette di escludere l'immediato entroterra di San Cataldo (per una fascia di circa 3 km dalla costa) quale area di provenienza dei lapidei del molo antico, poiché in questo settore affiorano calcareniti e calciruditi macrofossilifere con struttura da compatta a tufacea del Pliocene-Pleistocene. Più verso Ovest, già a ridosso del limite interno della suddetta fascia di territorio, affiorano a luoghi calcareniti glauconitico- fosfatiche (piromafo), ed è dunque qui che potevano essere ubicate le cave di estrazione dei blocchi usati per la realizzazione del paramento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.