In questo lavoro si presentano i primi risultati relativi all'utilizzo di metodologie geofi-siche per la ricostruzione di apparati radicali di piante arboree, per la detezione di radicierbacee e per lo studio dei complessi fenomeni idrobiogeofisici che avvengono all'interfac-cia pianta-suolo-sottosuolo. Le misure geofisiche sono state effettuate sia in condizioni controllate, utilizzandovasche contenenti piante di pesco e riempite con terreno omogeneo, e sia in un campo spe-rimentale situato un'area del metapontino (Basilicata) a forte vocazione agricola. Le misu-re di laboratorio sono state ripetute modificando sia la tipologia del terreno che la geome-tria delle radici, in particolare sono stati utilizzati terreni di natura sabbiosa ed argillosa.È stata utilizzata la tecnica della tomografia elettrica di resistività e sono state ottenuteimmagini ad alta risoluzione sia 2D che 3D che hanno ben evidenziato il volume maggior-mente interessato dalla presenza di radici fini erbacee e legnose e le singole strutture legno-se ipogee con diametro superiore ai 50 mm. Le indagini geofisiche sono state opportuna-mente integrate e validate da misure di densità radicale nel sottosuolo, misure di conducibi-lità e di contenuto d'acqua effettuate in una trincea scavata in corrispondenza di uno dei pro-fili geoelettrici.In una seconda fase sono state utilizzate tecniche statistiche multivariate per analizzarele correlazioni tra i valori di resistività ed i parametri di interesse agronomico. I primi risul-tati ottenuti ci permettono di considerare la tomografia geoelettrica uno strumento ottimaleper la diagnostica non invasiva di apparati radicali anche complessi, mostrando la capacitàdi discriminare fra strutture ipogee lignificate e non, e fra le radici erbacee funzionali e quel-le morte. La tecnica ha permesso anche di ottenere informazioni sulla distribuzione spazia-le della fase liquida del suolo, e della sua conducibilità elettrica, legate alla fisiologia delleradici e di diretto interesse per la gestione agronomica dei sistemi suolo-pianta. Tali attività sono state svolte nell'ambito di una collaborazione tra il Dip.di Scienze deiSistemi Colturali, Forestali e dell'Ambiente dell'Università degli Studi della Basilicata, l'Ist.di Metodologie per l'Analisi Ambientale del CNR e la società Geostudi che ha come obiet-tivo strategico la definizione di un approccio fortemente multidisciplinare per lo studio dellageometria e della funzionalità degli apparati radicali.

TOMOGRAFIE GEOELETTRICHE AD ALTA RISOLUZIONE PER LA RICOSTRUZIONE GEOMETRICA DI APPARATI RADICALI DI PIANTE ARBOREE: ESPERIMENTI DI LABORATORIO ED INDAGINI IN AREE TEST

Loperte A;Lapenna V;Satriani A
2005

Abstract

In questo lavoro si presentano i primi risultati relativi all'utilizzo di metodologie geofi-siche per la ricostruzione di apparati radicali di piante arboree, per la detezione di radicierbacee e per lo studio dei complessi fenomeni idrobiogeofisici che avvengono all'interfac-cia pianta-suolo-sottosuolo. Le misure geofisiche sono state effettuate sia in condizioni controllate, utilizzandovasche contenenti piante di pesco e riempite con terreno omogeneo, e sia in un campo spe-rimentale situato un'area del metapontino (Basilicata) a forte vocazione agricola. Le misu-re di laboratorio sono state ripetute modificando sia la tipologia del terreno che la geome-tria delle radici, in particolare sono stati utilizzati terreni di natura sabbiosa ed argillosa.È stata utilizzata la tecnica della tomografia elettrica di resistività e sono state ottenuteimmagini ad alta risoluzione sia 2D che 3D che hanno ben evidenziato il volume maggior-mente interessato dalla presenza di radici fini erbacee e legnose e le singole strutture legno-se ipogee con diametro superiore ai 50 mm. Le indagini geofisiche sono state opportuna-mente integrate e validate da misure di densità radicale nel sottosuolo, misure di conducibi-lità e di contenuto d'acqua effettuate in una trincea scavata in corrispondenza di uno dei pro-fili geoelettrici.In una seconda fase sono state utilizzate tecniche statistiche multivariate per analizzarele correlazioni tra i valori di resistività ed i parametri di interesse agronomico. I primi risul-tati ottenuti ci permettono di considerare la tomografia geoelettrica uno strumento ottimaleper la diagnostica non invasiva di apparati radicali anche complessi, mostrando la capacitàdi discriminare fra strutture ipogee lignificate e non, e fra le radici erbacee funzionali e quel-le morte. La tecnica ha permesso anche di ottenere informazioni sulla distribuzione spazia-le della fase liquida del suolo, e della sua conducibilità elettrica, legate alla fisiologia delleradici e di diretto interesse per la gestione agronomica dei sistemi suolo-pianta. Tali attività sono state svolte nell'ambito di una collaborazione tra il Dip.di Scienze deiSistemi Colturali, Forestali e dell'Ambiente dell'Università degli Studi della Basilicata, l'Ist.di Metodologie per l'Analisi Ambientale del CNR e la società Geostudi che ha come obiet-tivo strategico la definizione di un approccio fortemente multidisciplinare per lo studio dellageometria e della funzionalità degli apparati radicali.
2005
Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale - IMAA
88-902101-9-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/15079
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