Con le riforme del c.d. "federalismo amministrativo" e, poi, del Titolo V della Costituzione è stato realizzato un ampio decentramento di compiti alle Regioni nelle materie dello "sviluppo economico". I dati disponibili sulla produzione normativa (leggi e regolamenti) e i dati sulla spesa pubblica evidenziano che, negli anni successivi alle riforme, le Regioni hanno assunto un ruolo rilevante, in particolare nel campo dell'agricoltura e sviluppo rurale e in quello del turismo. La legge n.42 del 2009 sul "federalismo fiscale", definendo i principi e la disciplina dei meccanismi di perequazione, distingue tra funzioni garantite dai Lep (livelli essenziali di prestazione) e "altre" funzioni non protette dai Lep, tra le quali figurano quelle dello "sviluppo economico". Di qui alcuni interrogativi sulle condizioni che possono consentire alle Regioni di continuare ad assicurare e rafforzare il loro impegno politico- finanziario per lo "sviluppo economico"; più in generale, sulla coerenza tra la riforma del "federalismo fiscale" e il disegno costituzionale del regionalismo, come si è andato consolidando sul piano concreto e nella giurisprudenza costituzionale sulla cooperazione e la "leale" collaborazione tra Stato e Regioni.
Le materie dello "sviluppo economico" alla prova del federalismo fiscale
Aida Giulia Arabia;Carlo Desideri
2009
Abstract
Con le riforme del c.d. "federalismo amministrativo" e, poi, del Titolo V della Costituzione è stato realizzato un ampio decentramento di compiti alle Regioni nelle materie dello "sviluppo economico". I dati disponibili sulla produzione normativa (leggi e regolamenti) e i dati sulla spesa pubblica evidenziano che, negli anni successivi alle riforme, le Regioni hanno assunto un ruolo rilevante, in particolare nel campo dell'agricoltura e sviluppo rurale e in quello del turismo. La legge n.42 del 2009 sul "federalismo fiscale", definendo i principi e la disciplina dei meccanismi di perequazione, distingue tra funzioni garantite dai Lep (livelli essenziali di prestazione) e "altre" funzioni non protette dai Lep, tra le quali figurano quelle dello "sviluppo economico". Di qui alcuni interrogativi sulle condizioni che possono consentire alle Regioni di continuare ad assicurare e rafforzare il loro impegno politico- finanziario per lo "sviluppo economico"; più in generale, sulla coerenza tra la riforma del "federalismo fiscale" e il disegno costituzionale del regionalismo, come si è andato consolidando sul piano concreto e nella giurisprudenza costituzionale sulla cooperazione e la "leale" collaborazione tra Stato e Regioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.