Delineare alcuni tratti della "sorprendente familiarità" tra la filosofia di Michele Federico Sciacca e quella russa, mi è sembrato un modo per onorare la sua geniale personalità. Il primo di questi caratteri è il fatto che egli faceva filosofia viva più che accademica. Si rivolgeva ad amici, parlando in un modo profondo e brillante da cui si rimaneva affascinati; anche quando non tutti capivano tutto, restava il desiderio di "sàpere", assaporare ancora il vero gustato. Nel diffondere in modo amichevole questa sapida scientia o sapientia, era consapevole di attingere all'idea di quella Società degli Amici di Antonio Rosmini, il quale credeva profondamente nella «unione dei buoni», delle intelligenze di buona volontà.
Sciacca e il pensiero russo
2010
Abstract
Delineare alcuni tratti della "sorprendente familiarità" tra la filosofia di Michele Federico Sciacca e quella russa, mi è sembrato un modo per onorare la sua geniale personalità. Il primo di questi caratteri è il fatto che egli faceva filosofia viva più che accademica. Si rivolgeva ad amici, parlando in un modo profondo e brillante da cui si rimaneva affascinati; anche quando non tutti capivano tutto, restava il desiderio di "sàpere", assaporare ancora il vero gustato. Nel diffondere in modo amichevole questa sapida scientia o sapientia, era consapevole di attingere all'idea di quella Società degli Amici di Antonio Rosmini, il quale credeva profondamente nella «unione dei buoni», delle intelligenze di buona volontà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.