Il presente lavoro si colloca su due aree di ricerca quella delle teorie degli artefatti e quella degli approcci evolutivi del design. In particolare l'attenzione `e posta sugli artefatti del quotidiano (bicchieri, penne, occhiali, pentole, sedie, ecc.), ossia su oggetti che possiedono funzionalità e comportamenti che possono essere facilmente associati alla forma delle singole parti e alle relazioni fra le parti stesse. La nozione di base da noi formalizzata è quella di specie di artefatto, dove ogni specie è rappresentata attraverso una classe di un'ontologia e gli individui delle specie come istanze delle classi. Una specie di artefatto è stata rappresentata come classe avente tre entità di base: una struttura, un insieme di comportamenti e di funzionalità. Particolare attenzione è posta sulla struttura dell'artefatto, rappresentato come l'insieme delle sue parti (una meronomia di relazione di tipo part-of) e delle relazioni fra le parti. Ogni passo evolutivo è rappresentato da una tassonomia di specie e sottospecie (corrispondenti a classi di un'ontologia formale) alle quali sono associate popolazioni di individui delle specie (rappresentate come istanze delle classi). Un'evoluzione nel nostro approccio è rappresentata da una revisione delle specie e quindi delle classi dell'ontologia, in altre parole da un'evoluzione di un'ontologia. Sono state definite un insieme di regole formali evolutive sulle specie (vincoli sulle classi che rappresentano le specie) che caratterizzano il passaggio evolutivo strutturale delle specie. Tali regole sono state applicate nelle vesti di vincoli di classe per "filtrare" selezionate evoluzioni di specie. Il ciclo di evoluzione presentato è un ciclo che prevede interazioni con un interlocutore (il progettista) ciò è dovuto a una nostra convinzione metodologica di base di preferire un sufficiente controllo sulla definizione e sull'evoluzione degli artefatti.

Verso una teoria formale evolutiva per il design di artefatti

Sorgente A;Calabrese A;Mele F;Talamo O;
2012

Abstract

Il presente lavoro si colloca su due aree di ricerca quella delle teorie degli artefatti e quella degli approcci evolutivi del design. In particolare l'attenzione `e posta sugli artefatti del quotidiano (bicchieri, penne, occhiali, pentole, sedie, ecc.), ossia su oggetti che possiedono funzionalità e comportamenti che possono essere facilmente associati alla forma delle singole parti e alle relazioni fra le parti stesse. La nozione di base da noi formalizzata è quella di specie di artefatto, dove ogni specie è rappresentata attraverso una classe di un'ontologia e gli individui delle specie come istanze delle classi. Una specie di artefatto è stata rappresentata come classe avente tre entità di base: una struttura, un insieme di comportamenti e di funzionalità. Particolare attenzione è posta sulla struttura dell'artefatto, rappresentato come l'insieme delle sue parti (una meronomia di relazione di tipo part-of) e delle relazioni fra le parti. Ogni passo evolutivo è rappresentato da una tassonomia di specie e sottospecie (corrispondenti a classi di un'ontologia formale) alle quali sono associate popolazioni di individui delle specie (rappresentate come istanze delle classi). Un'evoluzione nel nostro approccio è rappresentata da una revisione delle specie e quindi delle classi dell'ontologia, in altre parole da un'evoluzione di un'ontologia. Sono state definite un insieme di regole formali evolutive sulle specie (vincoli sulle classi che rappresentano le specie) che caratterizzano il passaggio evolutivo strutturale delle specie. Tali regole sono state applicate nelle vesti di vincoli di classe per "filtrare" selezionate evoluzioni di specie. Il ciclo di evoluzione presentato è un ciclo che prevede interazioni con un interlocutore (il progettista) ciò è dovuto a una nostra convinzione metodologica di base di preferire un sufficiente controllo sulla definizione e sull'evoluzione degli artefatti.
2012
Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti "Eduardo Caianiello" - ISASI
ontologie formali
design evolutivo
artefatti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/171773
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