Tra i più diffusi e più gravi problemi legati all'alterazione dell'equilibrio degli ecosistemi lagunari possiamo annoverare l'eccesso di arricchimento organico dei sedimenti, spesso dovuto a cause antropiche. La sostanza organica se non viene opportunamente ossidata difficilmente può essere mineralizzata dai microrganismi presenti e trasformata in sali di Fosforo e di Azoto utilizzabili dai vegetali, siano essi legati al fondo (bentonici) o liberamente vaganti nella massa d'acqua (planctonici). Gli studi e le ricerche, sviluppati da diversi anni, hanno cercato di individuare indicatori da usare per determinare, in modo standardizzato e ripetibile, le condizioni di "salute" di un bacino acqueo, dolce, salmastro o marino che sia. Da più parti si è convenuto di utilizzare la macrofauna bentonica, cioè legata al fondo, negli studi di impatto ambientale. Infatti tali organismi sono legati ai primi strati dei sedimenti del fondale, sono poco mobili e quindi impossibilitati a fuggire di fronte a eventuali situazione di stress. La macrofauna bentonica inoltre è relativamente facile da campionare, per quanto la classificazione ad un livello tassonomico appropriato richiede una buona conoscenza scientifica in materia. Vari studi hanno permesso di individuare un modello descrittivo dei cambiamenti faunistici bentonici osservabili lungo un gradiente di arricchimento organico. L'analisi di tali modificazioni viene eseguita basandosi sul numero delle specie, la loro abbondanza e il peso della loro biomassa. Le lagune si considerano ambienti a elevata produttività primaria (organismi vegetali) e secondaria (organismi animali) che proprio per questo vengono sfruttati a scopo di pesca o di acquacoltura. Tali caratteristiche, combinate con reflui di natura urbana, agricola, zootecnica e industriale, possono, in determinate condizioni, innescare processi di ipertrofizzazione facilmente degenerabili in crisi distrofiche con conseguenti morie generalizzate e diffuse.

Indicatori biologici e stato di salute della laguna di Cabras

Magni P
2003

Abstract

Tra i più diffusi e più gravi problemi legati all'alterazione dell'equilibrio degli ecosistemi lagunari possiamo annoverare l'eccesso di arricchimento organico dei sedimenti, spesso dovuto a cause antropiche. La sostanza organica se non viene opportunamente ossidata difficilmente può essere mineralizzata dai microrganismi presenti e trasformata in sali di Fosforo e di Azoto utilizzabili dai vegetali, siano essi legati al fondo (bentonici) o liberamente vaganti nella massa d'acqua (planctonici). Gli studi e le ricerche, sviluppati da diversi anni, hanno cercato di individuare indicatori da usare per determinare, in modo standardizzato e ripetibile, le condizioni di "salute" di un bacino acqueo, dolce, salmastro o marino che sia. Da più parti si è convenuto di utilizzare la macrofauna bentonica, cioè legata al fondo, negli studi di impatto ambientale. Infatti tali organismi sono legati ai primi strati dei sedimenti del fondale, sono poco mobili e quindi impossibilitati a fuggire di fronte a eventuali situazione di stress. La macrofauna bentonica inoltre è relativamente facile da campionare, per quanto la classificazione ad un livello tassonomico appropriato richiede una buona conoscenza scientifica in materia. Vari studi hanno permesso di individuare un modello descrittivo dei cambiamenti faunistici bentonici osservabili lungo un gradiente di arricchimento organico. L'analisi di tali modificazioni viene eseguita basandosi sul numero delle specie, la loro abbondanza e il peso della loro biomassa. Le lagune si considerano ambienti a elevata produttività primaria (organismi vegetali) e secondaria (organismi animali) che proprio per questo vengono sfruttati a scopo di pesca o di acquacoltura. Tali caratteristiche, combinate con reflui di natura urbana, agricola, zootecnica e industriale, possono, in determinate condizioni, innescare processi di ipertrofizzazione facilmente degenerabili in crisi distrofiche con conseguenti morie generalizzate e diffuse.
2003
9788873831747
arricchimento organico
macrozoobenthos
nutrienti
eutrofizzazione
lagune costiere
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/17203
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