Nel Settecento, progressivamente, si viaggia sempre più, irretendo il tempo e imbrigliando lo spazio: si viaggia per pregare, per sfamarsi, per lavorare, per conoscere, per vendere e comprare, in un mutare delle condizioni di trasporto che hanno indotto a parlare di "rivoluzione". La via dell'acqua, naturale o addomesticata, resta la più usata perché è più sicura anche se soggetta sovente alla tirannia dei venti e delle correnti, agli scali frequenti, indispensabili per rifornirsi di cibo e soprattutto di acqua, e al piccolo cabotaggio. Una nuova concezione dello Stato, impegnato nel perseguire idee di ordine ed efficienza, determina una nuova spinta alla costruzione delle strade che modifica i tempi le modalità degli spostamenti non solo militari, ma anche civili.
Trasporti e mobilità
Montacutelli Marina
2017
Abstract
Nel Settecento, progressivamente, si viaggia sempre più, irretendo il tempo e imbrigliando lo spazio: si viaggia per pregare, per sfamarsi, per lavorare, per conoscere, per vendere e comprare, in un mutare delle condizioni di trasporto che hanno indotto a parlare di "rivoluzione". La via dell'acqua, naturale o addomesticata, resta la più usata perché è più sicura anche se soggetta sovente alla tirannia dei venti e delle correnti, agli scali frequenti, indispensabili per rifornirsi di cibo e soprattutto di acqua, e al piccolo cabotaggio. Una nuova concezione dello Stato, impegnato nel perseguire idee di ordine ed efficienza, determina una nuova spinta alla costruzione delle strade che modifica i tempi le modalità degli spostamenti non solo militari, ma anche civili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


