Questo lavoro è una continuazione di Zmarich, Avesani e Bernardini (2001), e analizza le modalità realizzative del focus informativo e contrastivo da parte di un piccolo gruppo di balbuzienti italiani. I risultati di esperimenti condotti su soggetti tedeschi e americani hanno evidenziato come i balbuzienti siano in grado di realizzare le differenze prosodiche tra parole focalizzate e non focalizzate, ma aumentano la frequenza delle disfluenze sulle parole in focus. I soggetti del presente esperimento sono 6 balbuzienti adulti e 4 non balbuzienti, che hanno prodotto delle frasi dichiarative semplici (SV e VS). Il verbo è mantenuto costante ("viene"), mentre il soggetto è un trisillabo ("dadada" o "dididi") accentualmente sdrucciolo, piano ed ossitono. Il focus è stato elicitato attraverso una serie di domande preregistrate, in modo da ottenere enunciati divisi in tre gruppi a seconda che il focus abbia come dominio (i) l'intero enunciato (focus ampio informativo), (ii) la prima parola (focus ristretto contrastivo iniziale), (iii) la seconda parola (focus ristretto contrastivo finale). Ogni frase è stata ripetuta tre volte. Le aree d'indagine toccate da questo lavoro di ricerca sono due: la prima riguarda le produzioni disfluenti: si sono individuati e classificati gli episodi di balbuzie con l'obiettivo di verificare se questi possono essere correlati alla posizione della parola nell'enunciato, alla posizione della sillaba nella parola, alla presenza dell'accento lessicale (stress), alla presenza dell'accento intonativo (accent). Le analisi hanno evidenziato un'associazione statisticamente significativa con la posizione della sillaba nel nome. La seconda area d'indagine riguarda l'analisi acustica delle caratteristiche prosodiche del parlato fluente dei quattro balbuzienti meno disfluenti. Diversamente dai non balbuzienti, l'accento intonativo associato alla parola in focus ristretto non porta necessariamente la prominenza maggiore della frase (che viene assegnata al nome iniziale anche quando questo non è in focus). Inoltre, i balbuzienti allineano il picco di F0 entro la vocale accentata della parola in focus ristretto significativamente prima dei non balbuzienti. L'insieme di questi risultati può trovare una spiegazione considerando come le ricerche di tipo fisiologico sulla balbuzie abbiano evidenziato significative disfunzioni del sistema respiratorio, laringale, sopralaringale e della loro coordinazione. Pensiamo che tali disfunzioni possano essere innescate dalla variabilità della collocazione dell'accento intonativo e dalla complessità della sua realizzazione articolatoria e possano manifestarsi, quando non controllabili dal soggetto, sotto forma di disfluenza, e quando invece controllabili, come sottili ma sistematiche differenze, rispetto ai non balbuzienti, nei parametri acustici relativi alla realizzazione del pitch.

Focus e prosodia nelle produzioni verbali dei balbuzienti

Zmarich C;Avesani C;
2005

Abstract

Questo lavoro è una continuazione di Zmarich, Avesani e Bernardini (2001), e analizza le modalità realizzative del focus informativo e contrastivo da parte di un piccolo gruppo di balbuzienti italiani. I risultati di esperimenti condotti su soggetti tedeschi e americani hanno evidenziato come i balbuzienti siano in grado di realizzare le differenze prosodiche tra parole focalizzate e non focalizzate, ma aumentano la frequenza delle disfluenze sulle parole in focus. I soggetti del presente esperimento sono 6 balbuzienti adulti e 4 non balbuzienti, che hanno prodotto delle frasi dichiarative semplici (SV e VS). Il verbo è mantenuto costante ("viene"), mentre il soggetto è un trisillabo ("dadada" o "dididi") accentualmente sdrucciolo, piano ed ossitono. Il focus è stato elicitato attraverso una serie di domande preregistrate, in modo da ottenere enunciati divisi in tre gruppi a seconda che il focus abbia come dominio (i) l'intero enunciato (focus ampio informativo), (ii) la prima parola (focus ristretto contrastivo iniziale), (iii) la seconda parola (focus ristretto contrastivo finale). Ogni frase è stata ripetuta tre volte. Le aree d'indagine toccate da questo lavoro di ricerca sono due: la prima riguarda le produzioni disfluenti: si sono individuati e classificati gli episodi di balbuzie con l'obiettivo di verificare se questi possono essere correlati alla posizione della parola nell'enunciato, alla posizione della sillaba nella parola, alla presenza dell'accento lessicale (stress), alla presenza dell'accento intonativo (accent). Le analisi hanno evidenziato un'associazione statisticamente significativa con la posizione della sillaba nel nome. La seconda area d'indagine riguarda l'analisi acustica delle caratteristiche prosodiche del parlato fluente dei quattro balbuzienti meno disfluenti. Diversamente dai non balbuzienti, l'accento intonativo associato alla parola in focus ristretto non porta necessariamente la prominenza maggiore della frase (che viene assegnata al nome iniziale anche quando questo non è in focus). Inoltre, i balbuzienti allineano il picco di F0 entro la vocale accentata della parola in focus ristretto significativamente prima dei non balbuzienti. L'insieme di questi risultati può trovare una spiegazione considerando come le ricerche di tipo fisiologico sulla balbuzie abbiano evidenziato significative disfunzioni del sistema respiratorio, laringale, sopralaringale e della loro coordinazione. Pensiamo che tali disfunzioni possano essere innescate dalla variabilità della collocazione dell'accento intonativo e dalla complessità della sua realizzazione articolatoria e possano manifestarsi, quando non controllabili dal soggetto, sotto forma di disfluenza, e quando invece controllabili, come sottili ma sistematiche differenze, rispetto ai non balbuzienti, nei parametri acustici relativi alla realizzazione del pitch.
2005
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione - ISTC
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/176284
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