Il saggio mette in evidenza il duplice statuto del clima rigenerazionista in cui Ortega si colloca: quello organicista di matrice positivista che contrapponeva ad una fase di malattia e degenerazione del corpo sociale una condizione di rigenerazione e salute; quello maggiormente legato alle questioni più strettamente politiche degli ultimi decenni del '98 e dove rigenerazione si lega maggiormente alla questione del valore morale della Spagna in quanto nazione. Ortega forgiò il suo pensiero in un continuo e serrato dialogo con gli scrittori della generazione del '98, un gruppo di intellettuali formatosi all'indomani della disfatta coloniale subita nella guerra ispano-americana. Con questa generazione Ortega condivide l'intenso dolore e l'amarezza per lo stato di profonda prostrazione in cui versa la realtà spagnola, cercando di rintracciarne e analizzarne le cause possibili nell'ambito della cultura, dell'educazione, della politica e della scienza del proprio paese. La terapia utilizzata dal filosofo madrileno è di carattere pedagogico in perfetto spirito platonico: solo un'educazione volta ad un'europeizzazione della Spagna - e qui sta il dissenso profondo che sussiste tra Ortega e Unamuno - può risollevare le sorti dell'uomo spagnolo. La condizione sofferente e dura del dolore per il "marmoreo blocco d'amarezza" che la Spagna costituisce va coltivato e denunciato apertamente per un risanamento più efficace. Il "pessimismo metodico" e non metafisico che contraddistingue il pensatore madrileno si declina così con l'imperitura attesa di una possibile rinascita.
La coltivazione del dolore. Sulla genesi e il significato del pessimismo culturale di Ortega y Gasset
Armando Mascolo
2012
Abstract
Il saggio mette in evidenza il duplice statuto del clima rigenerazionista in cui Ortega si colloca: quello organicista di matrice positivista che contrapponeva ad una fase di malattia e degenerazione del corpo sociale una condizione di rigenerazione e salute; quello maggiormente legato alle questioni più strettamente politiche degli ultimi decenni del '98 e dove rigenerazione si lega maggiormente alla questione del valore morale della Spagna in quanto nazione. Ortega forgiò il suo pensiero in un continuo e serrato dialogo con gli scrittori della generazione del '98, un gruppo di intellettuali formatosi all'indomani della disfatta coloniale subita nella guerra ispano-americana. Con questa generazione Ortega condivide l'intenso dolore e l'amarezza per lo stato di profonda prostrazione in cui versa la realtà spagnola, cercando di rintracciarne e analizzarne le cause possibili nell'ambito della cultura, dell'educazione, della politica e della scienza del proprio paese. La terapia utilizzata dal filosofo madrileno è di carattere pedagogico in perfetto spirito platonico: solo un'educazione volta ad un'europeizzazione della Spagna - e qui sta il dissenso profondo che sussiste tra Ortega e Unamuno - può risollevare le sorti dell'uomo spagnolo. La condizione sofferente e dura del dolore per il "marmoreo blocco d'amarezza" che la Spagna costituisce va coltivato e denunciato apertamente per un risanamento più efficace. Il "pessimismo metodico" e non metafisico che contraddistingue il pensatore madrileno si declina così con l'imperitura attesa di una possibile rinascita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.