Una dettagliata ricostruzione geologica dell'assetto stratigrafico e tettonico del Golfo di Pozzuoli (Napoli, Italia meridionale) viene qui fornito in base a profili sismici monocanale di alta risoluzione recentemente acquisiti nel quadro di progetti di ricerca di cartografia geologica (foglio geologico n. 446-447 Napoli, scala 1:25.000 e scala 1:10.000) unitamente con dati di magnetometria marina precedentemente registrati, che confermano la natura vulcanica di tali unità sismiche. Alcune implicazioni di tali dati sulla vulcanologia e la tettonica del distretto vulcanico dei Campi Flegrei, che circonda il settore occidentale del Golfo di Napoli, vengono qui analizzate. Il Golfo di Pozzuoli rappresenta il margine sommerso della caldera flegrea, risultante dal collasso vulcano-tettonico indotto dai depositi da flusso piroclastico dell'Ignimbrite Campana (37 ky B.P.). Alcune unità morfo-deposizionali sono state identificate nel Golfo di Pozzuoli, cioè la piattaforma continentale interna, il bacino centrale, i banchi vulcanici sommersi e la piattaforma continentale esterna. Le relazioni stratigrafiche tra le unità vulcaniche quaternarie collegate al bordo sommerso della caldera ed i depositi sovrastanti della sequenza deposizionale tardo-quaternaria nel Golfo di Pozzuoli vengono qui delineate. Quattordici principali unità sismiche, sia vulcaniche che sedimentarie, tettonicamente controllate a causa della contemporanea attività di processi geologici di piegamento ed attività di faglie dirette, sono state rivelate dall'interpretazione geologica. Nel distretto vulcanico napoletano una stratigrafia sismica con un tale dettaglio è completamente nuova nell'offshore del distretto vulcanico dei Campi Flegrei. Alcuni dicchi vulcanici, caratterizzati da corpi sub-verticali acusticamente trasparenti, localmente delimitati da faglie dirette, testimoniano un sollevamento di natura magmatica in corrispondenza di strutture estensionali. Un ampio campo vulcanico a mare caratterizzato da coni di tufo interstratificati con i depositi marini fuori l'isola di Nisida (Napoli), sul bordo occidentale del golfo, è collegato con la messa in posto dei depositi del Tufo Giallo Napoletano. Una spessa unità vulcanica, esposta su un'ampia area fuori l'edificio vulcanico di Capo Miseno è geneticamente collegata con i Tufi Gialli di Bacoli-Isola Pennata-Capo Miseno, affioranti nel settore settentrionale dei Campi Flegrei. Un modello tettonico-sedimentario schematico dell'anticlinale di Punta Pennata (Golfo di Pozzuoli) è stato costruito sulla base dell'interpretazione sismica ed in accordo con modelli strutturali precedenti. Le caratteristiche geometriche dell'anticlinale di Punta Pennata sono interpretabili in termini di un controllo combinato di tasso di sollevamento tettonico e tasso di sedimentazione. Il piegamento è stato indotto dalla presenza di intrusioni vulcaniche e dalla tettonica regionale a scala del bacino sedimentario.

Dati sismostratigrafici e magnetici marini sul Golfo di Pozzuoli (Tirreno meridionale): implicazioni sugli eventi tettonici e magmatici del complesso vulcanico dei Campi Flegrei (Campania)

Gemma Aiello;Ennio Marsella;Vincenzo Di Fiore
2013

Abstract

Una dettagliata ricostruzione geologica dell'assetto stratigrafico e tettonico del Golfo di Pozzuoli (Napoli, Italia meridionale) viene qui fornito in base a profili sismici monocanale di alta risoluzione recentemente acquisiti nel quadro di progetti di ricerca di cartografia geologica (foglio geologico n. 446-447 Napoli, scala 1:25.000 e scala 1:10.000) unitamente con dati di magnetometria marina precedentemente registrati, che confermano la natura vulcanica di tali unità sismiche. Alcune implicazioni di tali dati sulla vulcanologia e la tettonica del distretto vulcanico dei Campi Flegrei, che circonda il settore occidentale del Golfo di Napoli, vengono qui analizzate. Il Golfo di Pozzuoli rappresenta il margine sommerso della caldera flegrea, risultante dal collasso vulcano-tettonico indotto dai depositi da flusso piroclastico dell'Ignimbrite Campana (37 ky B.P.). Alcune unità morfo-deposizionali sono state identificate nel Golfo di Pozzuoli, cioè la piattaforma continentale interna, il bacino centrale, i banchi vulcanici sommersi e la piattaforma continentale esterna. Le relazioni stratigrafiche tra le unità vulcaniche quaternarie collegate al bordo sommerso della caldera ed i depositi sovrastanti della sequenza deposizionale tardo-quaternaria nel Golfo di Pozzuoli vengono qui delineate. Quattordici principali unità sismiche, sia vulcaniche che sedimentarie, tettonicamente controllate a causa della contemporanea attività di processi geologici di piegamento ed attività di faglie dirette, sono state rivelate dall'interpretazione geologica. Nel distretto vulcanico napoletano una stratigrafia sismica con un tale dettaglio è completamente nuova nell'offshore del distretto vulcanico dei Campi Flegrei. Alcuni dicchi vulcanici, caratterizzati da corpi sub-verticali acusticamente trasparenti, localmente delimitati da faglie dirette, testimoniano un sollevamento di natura magmatica in corrispondenza di strutture estensionali. Un ampio campo vulcanico a mare caratterizzato da coni di tufo interstratificati con i depositi marini fuori l'isola di Nisida (Napoli), sul bordo occidentale del golfo, è collegato con la messa in posto dei depositi del Tufo Giallo Napoletano. Una spessa unità vulcanica, esposta su un'ampia area fuori l'edificio vulcanico di Capo Miseno è geneticamente collegata con i Tufi Gialli di Bacoli-Isola Pennata-Capo Miseno, affioranti nel settore settentrionale dei Campi Flegrei. Un modello tettonico-sedimentario schematico dell'anticlinale di Punta Pennata (Golfo di Pozzuoli) è stato costruito sulla base dell'interpretazione sismica ed in accordo con modelli strutturali precedenti. Le caratteristiche geometriche dell'anticlinale di Punta Pennata sono interpretabili in termini di un controllo combinato di tasso di sollevamento tettonico e tasso di sedimentazione. Il piegamento è stato indotto dalla presenza di intrusioni vulcaniche e dalla tettonica regionale a scala del bacino sedimentario.
2013
Istituto per l'Ambiente Marino Costiero - IAMC - Sede Napoli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/181226
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