The agricultural products "zero kilometers" in regional laws Public opinion and media are increasingly interested in environmental sustainability of agricultural products and in a new forms of direct marketing (short food chains) adopted by small farmers (farmers markets). The Italian Regions very recently introduced new rules concerning the so called "zero kilometer" food products in order to promote their consumption and regulate their use. These kinds of products reduce the environmental impact essentially by shortening the distance between producer and consumer and through less emissions of noise and air (carbon dioxide) pollution and less traffic and related accidents. The italian notion of "zero kilometer" is derived by a "food miles" indicator quantifying "the distance food travels from the farm to consumer". This indicator helps to assess the environmental impact of food products when they move from the production place to consumption one. There are two kinds of problems concerning the definition of zero kilometer products in regional laws. First, the definition should not contain any reference to the regional place of production because of incompatibility with european competition rules (see the case of Veneto Region). Second, the definitions of zero kilometer products in regional laws are quite distant from the original concept which was strongly based on the short distance of the production-consuption circuit, while Regions widened this concept to include also other characteristics not linked to the distance (as the EU labels' attribuitons PDO, PGI, TSG).

In un quadro di crescente interesse da parte dell'opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione a nuove forme di vendita dei prodotti agricoli (mercati contadini) e alla scelta di prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale, alcune Regioni italiane, in questi ultimi anni, sono intervenute a disciplinare l'utilizzo dei prodotti cosiddetti "a chilometro zero" allo scopo di promuoverne la diffusione e il consumo. Si tratta di prodotti che, accorciando o eliminando la distanza tra produttore e consumatore, hanno un impatto ambientale ridotto in termini di biossido di carbonio prodotto, inquinamento dell'aria, traffico, incidenti e rumore. L'espressione italiana "a chilometri zero", infatti, deriva da quella anglosassone "food miles", utilizzata per distinguere un indicatore che misura "the distance food travels from the farm to consumer". Quest'indicatore permette di valutare l'impatto che un prodotto alimentare ha sull'ambiente sulla base dei chilometri percorsi dal luogo di produzione al luogo di consumo. L'osservazione delle suddette norme regionali fa emergere alcuni problemi proprio in relazione alla definizione di prodotti "a chilometri zero" in esse contenuta. Per un verso, infatti, tale definizione non dovrebbe contenere alcun riferimento all'origine regionale dei prodotti, potendo, altrimenti, le misure regionali di sostegno essere incompatibili con il diritto comunitario della concorrenza (come dimostra la vicenda della Regione Veneto). Per altro verso, lascia perplessi la scelta, operata da diversi legislatori regionali, di "allargare" la definizione di prodotti "a chilometri zero" fino a stravolgerne il significato originario. La sostenibilità legata al circuito breve produttore-consumatore, che dovrebbe distinguere questo genere di prodotti, infatti, non sembra essere una condizione imprescindibile ai fini dell'inclusione di un prodotto nella categoria di quelli "a chilometri zero", ma solo una caratteristica alternativa ad altre (stagionalità, tradizionalità, qualità dimostrata dall'attribuzione dei segni comunitari Dop, Igp, Stg).

I prodotti agricoli a chilometri zero nelle leggi regionali

Clelia Losavio
2011

Abstract

The agricultural products "zero kilometers" in regional laws Public opinion and media are increasingly interested in environmental sustainability of agricultural products and in a new forms of direct marketing (short food chains) adopted by small farmers (farmers markets). The Italian Regions very recently introduced new rules concerning the so called "zero kilometer" food products in order to promote their consumption and regulate their use. These kinds of products reduce the environmental impact essentially by shortening the distance between producer and consumer and through less emissions of noise and air (carbon dioxide) pollution and less traffic and related accidents. The italian notion of "zero kilometer" is derived by a "food miles" indicator quantifying "the distance food travels from the farm to consumer". This indicator helps to assess the environmental impact of food products when they move from the production place to consumption one. There are two kinds of problems concerning the definition of zero kilometer products in regional laws. First, the definition should not contain any reference to the regional place of production because of incompatibility with european competition rules (see the case of Veneto Region). Second, the definitions of zero kilometer products in regional laws are quite distant from the original concept which was strongly based on the short distance of the production-consuption circuit, while Regions widened this concept to include also other characteristics not linked to the distance (as the EU labels' attribuitons PDO, PGI, TSG).
2011
Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie - ISSIRFA
In un quadro di crescente interesse da parte dell'opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione a nuove forme di vendita dei prodotti agricoli (mercati contadini) e alla scelta di prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale, alcune Regioni italiane, in questi ultimi anni, sono intervenute a disciplinare l'utilizzo dei prodotti cosiddetti "a chilometro zero" allo scopo di promuoverne la diffusione e il consumo. Si tratta di prodotti che, accorciando o eliminando la distanza tra produttore e consumatore, hanno un impatto ambientale ridotto in termini di biossido di carbonio prodotto, inquinamento dell'aria, traffico, incidenti e rumore. L'espressione italiana "a chilometri zero", infatti, deriva da quella anglosassone "food miles", utilizzata per distinguere un indicatore che misura "the distance food travels from the farm to consumer". Quest'indicatore permette di valutare l'impatto che un prodotto alimentare ha sull'ambiente sulla base dei chilometri percorsi dal luogo di produzione al luogo di consumo. L'osservazione delle suddette norme regionali fa emergere alcuni problemi proprio in relazione alla definizione di prodotti "a chilometri zero" in esse contenuta. Per un verso, infatti, tale definizione non dovrebbe contenere alcun riferimento all'origine regionale dei prodotti, potendo, altrimenti, le misure regionali di sostegno essere incompatibili con il diritto comunitario della concorrenza (come dimostra la vicenda della Regione Veneto). Per altro verso, lascia perplessi la scelta, operata da diversi legislatori regionali, di "allargare" la definizione di prodotti "a chilometri zero" fino a stravolgerne il significato originario. La sostenibilità legata al circuito breve produttore-consumatore, che dovrebbe distinguere questo genere di prodotti, infatti, non sembra essere una condizione imprescindibile ai fini dell'inclusione di un prodotto nella categoria di quelli "a chilometri zero", ma solo una caratteristica alternativa ad altre (stagionalità, tradizionalità, qualità dimostrata dall'attribuzione dei segni comunitari Dop, Igp, Stg).
Prodotti "a chilometri zero"
mercati contadini
filiera corta
leggi regionali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/181583
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