«Cuore di un mondo umano assai più vasto dei suoi immediati contorni», «complesso di mari» la cui «storia non è separabile dal mondo terrestre che l'avvolge» - come scriveva Fernand Braudel - il Mediterraneo è tante realtà insieme: è un insieme di paesaggi e di città; è geografia, storia, simbolo, metafora. Di questo mondo multiforme e poliedrico, i saggi del volume nel cui ambito il prodotto che si presenta si colloca hanno scelto di privilegiare l'osservazione delle realtà urbane, attraverso la quale è possibile cogliere le specificità e differenze, le discontinuità e fratture, ma anche le dinamiche di interazione reciproca, i processi di integrazione ed esclusione, e, soprattutto, comprendere le elaborazioni e rappresentazioni collettive dell'"altro". Sempre sulla scorta braudeliana, protagoniste di questo tentativo di lettura dei contesti urbani mediterrane sono le due discipline tradizionalmente impegnate a decifrare le strutture territoriali: la geografia e la storia, che mai come in questo caso rivelano le loro profonde interconnessioni e interdipendenze. All'interno di questa prospettiva si è tuttavia cercato di presentare una pluralità di approcci e punti di vista per dare conto della complessità dello scenario analizzato, ma anche nell'intento di offrire spunti di riflessione e confronto e di proporre nuove categorie interpretative.

La storia della Repubblica di Genova sembra patire lo stesso strabismo della sua geografia. Da un lato il "sipario di montagne sterili" racchiude e acuisce il bisogno di raffinare gli ingranaggi politico-istituzionali "interni", talvolta anche più di quelle relazioni insistenti sull'"esterno" che pure avviluppano principi e re nelle maglie finanziarie degli hombres de negocios della Superba. Dall'altro la risorsa del mare si smarrisce, cessa di essere opportunità di arricchimento quando diventa molti mari cui guardare e da attraversare: il Mediterraneo che si fa anche Atlantico quasi affoga la Repubblica, che si mostra esile e inconsistente mentre, intanto, la diaspora delle sue famiglie governa le finanze. Il "secolo dei genovesi" - ancora non sufficientemente indagato - si impone sulla geografia "costrittiva", sulla storia fitta di apparenti incongruenze revocandole per alcuni decenni ai fini del dominio del mondo. Così, non sorprende se - spenti i riflettori sul "secolo dei genovesi", ossia cambiate le dinamiche del suo apparire - sia nel dibattito politico interno alla Repubblica che nelle scelte economiche dei suoi operatori e delle sue famiglie l'assetto territoriale e i suoi vincoli tornino a prevalere: sin dagli icastici lamenti di Foglietta, ma ancor più quando le insolvenze spagnole appaiono senza rimedio e il denaro risucchiato senza speranza dagli eserciti e dalla Real Hacienda, la gestione e il governo delle risorse naturali appaiono come una soluzione ed una nuova opportunità. Il Mediterraneo e i suoi molti mari interni, in particolare, tornano ad essere parte dell'idea stessa di sovranità di una Repubblica che pure si configura da sempre come metaterritoriale; la tentata neutralità si specchia prima nel raccoglimento e nel consolidamento delle risorse economiche per poi slanciarsi in nuovi investimenti che non guardino soltanto alla redditività immediata dei titoli e alla solidità degli impieghi ma, piuttosto, all'ampiezza e alla diversificazione ai fini di una ripartizione intenzionale dei rischi. Cercando di riscoprire il mare, la Repubblica di Genova affronta il naufragio spagnolo. Ed è un mare composito, che intreccia il "ritorno all'antico" con il dibattito sul portofranco, laddove piuttosto che cambiare le priorità sembra modificarsi la strategia; ma è anche il mare piccolo del corallo e della pesca, è anche quello grande delle assicurazioni e degli armatori: e né gli uni, né gli altri hanno diversi orizzonti e aspettative. E continua ad essere, e non potrebbe essere altrimenti, il mare delle mercanzie e degli uomini, nel genovese impero della carta e delle merci. Perché, alla fine, Genova non ha proprio "mollato la preda". Il saggio è stato scelto per esemplificare un progetto di lungo periodo, che indaga insieme Genova e gli hombres de negocios genovesi, le istanze economiche che si coniugano e si riversano in quelle politiche e viceversa in un complesso - per dimensioni e ambito cronologico - e non sufficientemente indagato gioco di specchi e ruoli svolto da uno dei principlai protagonisti dell'"età moderna".

Riscoprendo il mare. Genova e il Mediterraneo dopo il "secolo dei genovesi"

Montacutelli Marina
2008

Abstract

La storia della Repubblica di Genova sembra patire lo stesso strabismo della sua geografia. Da un lato il "sipario di montagne sterili" racchiude e acuisce il bisogno di raffinare gli ingranaggi politico-istituzionali "interni", talvolta anche più di quelle relazioni insistenti sull'"esterno" che pure avviluppano principi e re nelle maglie finanziarie degli hombres de negocios della Superba. Dall'altro la risorsa del mare si smarrisce, cessa di essere opportunità di arricchimento quando diventa molti mari cui guardare e da attraversare: il Mediterraneo che si fa anche Atlantico quasi affoga la Repubblica, che si mostra esile e inconsistente mentre, intanto, la diaspora delle sue famiglie governa le finanze. Il "secolo dei genovesi" - ancora non sufficientemente indagato - si impone sulla geografia "costrittiva", sulla storia fitta di apparenti incongruenze revocandole per alcuni decenni ai fini del dominio del mondo. Così, non sorprende se - spenti i riflettori sul "secolo dei genovesi", ossia cambiate le dinamiche del suo apparire - sia nel dibattito politico interno alla Repubblica che nelle scelte economiche dei suoi operatori e delle sue famiglie l'assetto territoriale e i suoi vincoli tornino a prevalere: sin dagli icastici lamenti di Foglietta, ma ancor più quando le insolvenze spagnole appaiono senza rimedio e il denaro risucchiato senza speranza dagli eserciti e dalla Real Hacienda, la gestione e il governo delle risorse naturali appaiono come una soluzione ed una nuova opportunità. Il Mediterraneo e i suoi molti mari interni, in particolare, tornano ad essere parte dell'idea stessa di sovranità di una Repubblica che pure si configura da sempre come metaterritoriale; la tentata neutralità si specchia prima nel raccoglimento e nel consolidamento delle risorse economiche per poi slanciarsi in nuovi investimenti che non guardino soltanto alla redditività immediata dei titoli e alla solidità degli impieghi ma, piuttosto, all'ampiezza e alla diversificazione ai fini di una ripartizione intenzionale dei rischi. Cercando di riscoprire il mare, la Repubblica di Genova affronta il naufragio spagnolo. Ed è un mare composito, che intreccia il "ritorno all'antico" con il dibattito sul portofranco, laddove piuttosto che cambiare le priorità sembra modificarsi la strategia; ma è anche il mare piccolo del corallo e della pesca, è anche quello grande delle assicurazioni e degli armatori: e né gli uni, né gli altri hanno diversi orizzonti e aspettative. E continua ad essere, e non potrebbe essere altrimenti, il mare delle mercanzie e degli uomini, nel genovese impero della carta e delle merci. Perché, alla fine, Genova non ha proprio "mollato la preda". Il saggio è stato scelto per esemplificare un progetto di lungo periodo, che indaga insieme Genova e gli hombres de negocios genovesi, le istanze economiche che si coniugano e si riversano in quelle politiche e viceversa in un complesso - per dimensioni e ambito cronologico - e non sufficientemente indagato gioco di specchi e ruoli svolto da uno dei principlai protagonisti dell'"età moderna".
2008
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
9788883342837
«Cuore di un mondo umano assai più vasto dei suoi immediati contorni», «complesso di mari» la cui «storia non è separabile dal mondo terrestre che l'avvolge» - come scriveva Fernand Braudel - il Mediterraneo è tante realtà insieme: è un insieme di paesaggi e di città; è geografia, storia, simbolo, metafora. Di questo mondo multiforme e poliedrico, i saggi del volume nel cui ambito il prodotto che si presenta si colloca hanno scelto di privilegiare l'osservazione delle realtà urbane, attraverso la quale è possibile cogliere le specificità e differenze, le discontinuità e fratture, ma anche le dinamiche di interazione reciproca, i processi di integrazione ed esclusione, e, soprattutto, comprendere le elaborazioni e rappresentazioni collettive dell'"altro". Sempre sulla scorta braudeliana, protagoniste di questo tentativo di lettura dei contesti urbani mediterrane sono le due discipline tradizionalmente impegnate a decifrare le strutture territoriali: la geografia e la storia, che mai come in questo caso rivelano le loro profonde interconnessioni e interdipendenze. All'interno di questa prospettiva si è tuttavia cercato di presentare una pluralità di approcci e punti di vista per dare conto della complessità dello scenario analizzato, ma anche nell'intento di offrire spunti di riflessione e confronto e di proporre nuove categorie interpretative.
Mediterraneo
Repubblica di Genova
stato moderno; "repubblica del denaro"; hombres de negocios
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/1841
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