«La necessità impellente di proteggere le risorse naturali e ambientali ha generato nell'ultimo decennio la consapevolezza della comunità scientifica, da un lato, e di molti amministratori, dall'altro, del fatto che solo un adeguato livello di conoscenza scientificamente organizzata permette una pianificazione e una gestione oculata del sistema territorio e delle sue risorse normando ed indirizzando, senza bloccarlo, il processo di sviluppo in atto» (Civita e De Maio, 1997). La limitatezza e l'irriproducibilità delle risorse naturali rendono urgente la necessità di porre, come generale obiettivo di programmazione, la salvaguardia e la conservazione di questo patrimonio, inserendo tale finalità nel quadro dei più pressanti problemi di sviluppo del Paese. Da ciò deriva l'esigenza di un maggiore approfondimento della conoscenza delle risorse ambientali attraverso la messa a punto di metodi analitici e la strutturazione di un diverso rapporto d'uso tra l'ambiente e la collettività. Il problema è quello di definire un rigoroso modello di analisi finalizzato alla progettazione e programmazione ambientale. L'indagine deve puntare ad una "conoscenza evolutiva dell'ambiente fisico, in modo da definire i limiti entro cui l'utilizzo deve collocarsi [...] programmando questo in modo che gli equilibri dello spazio operativo non solo vengano rispettati ma indirizzati in previsione di uno sviluppo ecologico ed ambientale più duraturo" (Coppola, 1979). Su tali premesse il presente studio è finalizzato a definire la compatibilità geoambientale degli usi antropici rispetto ai valori naturalistici e storico-artistici presenti in una determinata area, attraverso l'individuazione delle componenti di pregio (valori) e quelle di impatto (usi) del territorio, al fine di ipotizzare interventi per il recupero ecologico e la riqualificazione ambientale di aree degradate. Tale obiettivo si realizza, con l'ausilio della procedura GIS, nell'elaborazione di carte tematiche, che evidenziano le caratteristiche del territorio sotto i diversi aspetti (naturalistico, storico-artistico, insediativo, vincolistico), e nella realizzazione di carte di sintesi relative ai valori e agli usi del territorio, dal cui confronto si identificheranno le aree in cui l'attività antropica è maggiormente contrastante con la naturale vocazione del territorio. L'area oggetto del presente studio è rappresentata dalla fascia costiera del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Per la particolare condizione geomorfologica, la posizione geografica e il clima, quest'area è caratterizzata da un'eccezionale ricchezza floristica e di habitat. Alla varietà di ambienti naturali è associato un elevato grado di diversità biologica. Tale ricchezza e diversità vegetazionale non è attribuibile ai soli fattori naturali poiché l'azione antropica ha interagito, sin dalle epoche più lontane, con il quadro naturale, condizionandone costantemente le caratteristiche. Il risultato è un mosaico di elementi antropici e naturali intimamente fusi, in un equilibrio armonico ancora largamente percepibile. Nelle aree antropizzate spesso sono presenti elementi dotati di una forte valenza naturalistica ed ambientale. In tali ambiti vi è l'esigenza di regolare e orientare la forte pressione antropica favorendo la formazione e gestione di una rete per la tutela e la salvaguardia delle risorse naturali. Nel lavoro vengono presi in esame aspetti operativi legati a metodologie speditive di facile acquisizione, adatte anche a personale non esperto dei processi di analisi spaziale. La scelta è coerente con la motivazione e le esigenze di trasferimento di competenze, soprattutto verso Enti e Strutture che non necessariamente debbono disporre di competenze specialistiche sulla materia.

Un modello parametrico speditivo per la valutazione della compatibilità ambientale delle trasformazioni antropiche sul territorio

Calandrelli MM
2012

Abstract

«La necessità impellente di proteggere le risorse naturali e ambientali ha generato nell'ultimo decennio la consapevolezza della comunità scientifica, da un lato, e di molti amministratori, dall'altro, del fatto che solo un adeguato livello di conoscenza scientificamente organizzata permette una pianificazione e una gestione oculata del sistema territorio e delle sue risorse normando ed indirizzando, senza bloccarlo, il processo di sviluppo in atto» (Civita e De Maio, 1997). La limitatezza e l'irriproducibilità delle risorse naturali rendono urgente la necessità di porre, come generale obiettivo di programmazione, la salvaguardia e la conservazione di questo patrimonio, inserendo tale finalità nel quadro dei più pressanti problemi di sviluppo del Paese. Da ciò deriva l'esigenza di un maggiore approfondimento della conoscenza delle risorse ambientali attraverso la messa a punto di metodi analitici e la strutturazione di un diverso rapporto d'uso tra l'ambiente e la collettività. Il problema è quello di definire un rigoroso modello di analisi finalizzato alla progettazione e programmazione ambientale. L'indagine deve puntare ad una "conoscenza evolutiva dell'ambiente fisico, in modo da definire i limiti entro cui l'utilizzo deve collocarsi [...] programmando questo in modo che gli equilibri dello spazio operativo non solo vengano rispettati ma indirizzati in previsione di uno sviluppo ecologico ed ambientale più duraturo" (Coppola, 1979). Su tali premesse il presente studio è finalizzato a definire la compatibilità geoambientale degli usi antropici rispetto ai valori naturalistici e storico-artistici presenti in una determinata area, attraverso l'individuazione delle componenti di pregio (valori) e quelle di impatto (usi) del territorio, al fine di ipotizzare interventi per il recupero ecologico e la riqualificazione ambientale di aree degradate. Tale obiettivo si realizza, con l'ausilio della procedura GIS, nell'elaborazione di carte tematiche, che evidenziano le caratteristiche del territorio sotto i diversi aspetti (naturalistico, storico-artistico, insediativo, vincolistico), e nella realizzazione di carte di sintesi relative ai valori e agli usi del territorio, dal cui confronto si identificheranno le aree in cui l'attività antropica è maggiormente contrastante con la naturale vocazione del territorio. L'area oggetto del presente studio è rappresentata dalla fascia costiera del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Per la particolare condizione geomorfologica, la posizione geografica e il clima, quest'area è caratterizzata da un'eccezionale ricchezza floristica e di habitat. Alla varietà di ambienti naturali è associato un elevato grado di diversità biologica. Tale ricchezza e diversità vegetazionale non è attribuibile ai soli fattori naturali poiché l'azione antropica ha interagito, sin dalle epoche più lontane, con il quadro naturale, condizionandone costantemente le caratteristiche. Il risultato è un mosaico di elementi antropici e naturali intimamente fusi, in un equilibrio armonico ancora largamente percepibile. Nelle aree antropizzate spesso sono presenti elementi dotati di una forte valenza naturalistica ed ambientale. In tali ambiti vi è l'esigenza di regolare e orientare la forte pressione antropica favorendo la formazione e gestione di una rete per la tutela e la salvaguardia delle risorse naturali. Nel lavoro vengono presi in esame aspetti operativi legati a metodologie speditive di facile acquisizione, adatte anche a personale non esperto dei processi di analisi spaziale. La scelta è coerente con la motivazione e le esigenze di trasferimento di competenze, soprattutto verso Enti e Strutture che non necessariamente debbono disporre di competenze specialistiche sulla materia.
2012
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
978-88-548-5673-8
GIS
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/18649
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