Il Lago Maggiore, per le caratteristiche morfologiche e morfometriche del suo areale versante e per la sua appartenenza ad una zona climatica a forte impatto pluviometrico, ma con grande variabilità interannuale, è un corpo d'acqua a rischio idrologico nel senso che è soggetto sia a forti piene che a periodi di magra, anche di lunga durata. Quest'ultimo aspetto, alquanto trascurato dagli studi precedenti, rappresenta un serio problema per le comunità rivierasche ed anche per l'utilizzo della risorsa idrica a scopo irriguo che interessa una vasta area della pianura lombardo-piemontese. Il lago, proprio per la sua elevata potenzialità idrica, ha visto grandi interventi da parte dell'uomo che si sono concretizzati sopra tutto nella costruzione di una diga a paratie mobili al suo incile (Miorina) capace di creare, e poi utilizzare, una riserva idrica di circa 320 milioni di metri cubi e nella realizzazione di un buon numero di bacini artificiali montani, per lo più per scopi idroelettrici, con una capacità utile di invaso di oltre 600 milioni di metri cubi. Alla luce di questa situazione lo scopo di questo studio è di analizzare il problema delle magre sulla base delle variazioni dei livelli lacustri registrati a Pallanza negli anni dal 1952 al 2006, livelli che risultano soggetti ad una escursione superiore a 5 metri. Sono stati individuati 41 eventi di magra, inferiori cioè alla quota di m 193 s.l.m., che si sono presentati di diversa entità, durata e collocazione nel ciclo stagionale. Di ognuno di essi è stato definito il rapporto causa-effetto innanzi tutto con le precipitazioni, ma anche con le modalità di esercizio della diga della Miorina e dei bacini idroelettrici alpini. Le gestioni di queste opere idrauliche non sempre sono state oculate, poco attente cioè alle possibili disponibilità future di acqua e quindi tali da portare a crisi idrologiche anche pesanti. Gli interessi in gioco, sopra tutto fra le due forme principali di utilizzo dell'acqua, irriguo e idroelettrico, sono spesso contrastanti e sovente non tengono in alcun conto le necessità di altri fruitori del lago quali quelle proprie delle comunità rivierasche, gli aspetti igienico-sanitari delle rive, la possibilità di crolli lungo le sponde, la navigazione pubblica e privata, il turismo e la presenza di habitat spondali a forte valenza ecologica.

The fluctuations of Lago Maggiore levels in a regulated regime consideration on low water events (Le fluttuazioni di livello del Lago Maggiore in regime regolato: considerazioni sugli eventi di magra)

2007

Abstract

Il Lago Maggiore, per le caratteristiche morfologiche e morfometriche del suo areale versante e per la sua appartenenza ad una zona climatica a forte impatto pluviometrico, ma con grande variabilità interannuale, è un corpo d'acqua a rischio idrologico nel senso che è soggetto sia a forti piene che a periodi di magra, anche di lunga durata. Quest'ultimo aspetto, alquanto trascurato dagli studi precedenti, rappresenta un serio problema per le comunità rivierasche ed anche per l'utilizzo della risorsa idrica a scopo irriguo che interessa una vasta area della pianura lombardo-piemontese. Il lago, proprio per la sua elevata potenzialità idrica, ha visto grandi interventi da parte dell'uomo che si sono concretizzati sopra tutto nella costruzione di una diga a paratie mobili al suo incile (Miorina) capace di creare, e poi utilizzare, una riserva idrica di circa 320 milioni di metri cubi e nella realizzazione di un buon numero di bacini artificiali montani, per lo più per scopi idroelettrici, con una capacità utile di invaso di oltre 600 milioni di metri cubi. Alla luce di questa situazione lo scopo di questo studio è di analizzare il problema delle magre sulla base delle variazioni dei livelli lacustri registrati a Pallanza negli anni dal 1952 al 2006, livelli che risultano soggetti ad una escursione superiore a 5 metri. Sono stati individuati 41 eventi di magra, inferiori cioè alla quota di m 193 s.l.m., che si sono presentati di diversa entità, durata e collocazione nel ciclo stagionale. Di ognuno di essi è stato definito il rapporto causa-effetto innanzi tutto con le precipitazioni, ma anche con le modalità di esercizio della diga della Miorina e dei bacini idroelettrici alpini. Le gestioni di queste opere idrauliche non sempre sono state oculate, poco attente cioè alle possibili disponibilità future di acqua e quindi tali da portare a crisi idrologiche anche pesanti. Gli interessi in gioco, sopra tutto fra le due forme principali di utilizzo dell'acqua, irriguo e idroelettrico, sono spesso contrastanti e sovente non tengono in alcun conto le necessità di altri fruitori del lago quali quelle proprie delle comunità rivierasche, gli aspetti igienico-sanitari delle rive, la possibilità di crolli lungo le sponde, la navigazione pubblica e privata, il turismo e la presenza di habitat spondali a forte valenza ecologica.
2007
Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri - IRET
Fluttuazioni di livello
Lago Maggiore
Eventi di magra
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/1919
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