The following points were investigated in relation to the spread of cucumber mosaic virus (CMV) in pepper crops in northwest Italy: 1) natural CMV reservoirs; 2) progress of infections and 3) density of winged aphid populations inside pepper crops; 4) seasonal virus burden carried by winged migrant aphids (air-borne virus); 5) aphid transmission. CMV was isolated from Beta vulgaris L. (Swiss chard), Capsella bursa-pastoris Med., Viola rricolor L., Anagallis arvensis L., Cardamine hirsuta L. and Lamium purpureum L. Of these species the former three only were found infected before peppers were transplanted to the open and can be regarded, in our conditions, as potential CMV sources. The majority of natural virus hosts were symptomless. Where virus sources were present close to crops, virus spread was positively correlated with the total number of flying aphids. In the absence of virus sources, the progress of infection was related to the virus burden carried by winged aphids, as suggested by the results of CMV infection on pepper bait-plants exposed periodically in the open. The following conclusions are drawn: 1) pepper crops having primary sources of infection nearby can be infected during short distance flights by aphids of different species which are not necessarily efficient vectors of CMV. This is supported by the results of transmission experiments, showing that CMV could be transmitted by 7 of 11 local aphid species tested; 2) in the absence of close CMV sources, crops, particularly in open fields, can be infected after long distance flights by migrant aphids of species which are likely to be efficient vectors of the virus. This is suggested by the fact that, in such fields, bait-plants were infected in high proportion even during periods of low aphid density.

Sono state svolte indagini epidemiologiche sul virus del mosaic0 del Cetriolo (CMV) in Piemonte, per quanto riguarda la sua diffusione in colture di peperone, considerando: 1) sorgenti naturali di infezione; 2) progredire delle infezioni e 3) densitl di afidi alati nelle colture; 4) carica di virus portato da afidi alati migranti durante il ciclo colturale; 5) trasmissione con afidi. CMV e stato isolato dalle seguenti specie coltivate e spontanee: Beta vulgaris L. (bietola da coste), Capsella bursa-pastoris Med., Viola tricolor L., Anagallis arvensis L., Cardamine hirsuta L. e Lamium purpureum L. Di queste, soltanto le prime tre sono state trovate infette in epoca antecedente il trapianto all'aperto dei peperoni e possono considerarsi potenziali sorgenti di infezione del virus nelle condizioni esaminate. La maggior parte degli ospiti naturali di CMV non presentava sintomi evidenti di infezione. In uno dei campi presi in esame, ove era stata riscontrata la presenza di piante infette da CMV in prossimita della coltura, l'incremento di infezioni nella stessa e risultat0 chiaramente correlato con il numero di afidi alati migranti. In un altro campo, dove la presenza del virus non era stata rilevata nella circostante vegetazione spontanea prima del trapianto, l'incremento di infezioni è risultato apparentemente in relazione con la carica di virus portato dagli afidi migranti, rilevata a mezzo di piante-esca. I risultati ottenuti suggeriscono le seguenti considerazioni: in vicinanza di sorgenti di infezione, la diffusione di CMV verosimilmente dovuta a diverse specie di afidi (non necessariamente vettori efficienti del virus) ed avviene durante i loro movimenti migratori a breve distanza. In effetti, trasmissioni sperimentali effettuate in condizioni simulanti quelle naturali con 11 specie di afidi, hanno dimostrato che 7 erano in grado di trasmettere CMV. In assenza di sorgenti di infezione prossime alla coltura, CMV viene prevalentemente trasmesso da afidi provenienti gli infetti da distanze relativamente lunghe. Poichk la carica di CMV portata da afidi migranti e risultata elevata anche in periodi di scarsa densitl di afidi alati, si presume che in queste condizioni la diffusione del virus awenga prevalentemente ad opera di specie che ne sono vettori efficienti.

Infection sources and aphid vectors in relation to the spread of cucumber mosaic virus in pepper crops.

CONTI M;CACIAGLI P;
1979

Abstract

The following points were investigated in relation to the spread of cucumber mosaic virus (CMV) in pepper crops in northwest Italy: 1) natural CMV reservoirs; 2) progress of infections and 3) density of winged aphid populations inside pepper crops; 4) seasonal virus burden carried by winged migrant aphids (air-borne virus); 5) aphid transmission. CMV was isolated from Beta vulgaris L. (Swiss chard), Capsella bursa-pastoris Med., Viola rricolor L., Anagallis arvensis L., Cardamine hirsuta L. and Lamium purpureum L. Of these species the former three only were found infected before peppers were transplanted to the open and can be regarded, in our conditions, as potential CMV sources. The majority of natural virus hosts were symptomless. Where virus sources were present close to crops, virus spread was positively correlated with the total number of flying aphids. In the absence of virus sources, the progress of infection was related to the virus burden carried by winged aphids, as suggested by the results of CMV infection on pepper bait-plants exposed periodically in the open. The following conclusions are drawn: 1) pepper crops having primary sources of infection nearby can be infected during short distance flights by aphids of different species which are not necessarily efficient vectors of CMV. This is supported by the results of transmission experiments, showing that CMV could be transmitted by 7 of 11 local aphid species tested; 2) in the absence of close CMV sources, crops, particularly in open fields, can be infected after long distance flights by migrant aphids of species which are likely to be efficient vectors of the virus. This is suggested by the fact that, in such fields, bait-plants were infected in high proportion even during periods of low aphid density.
1979
Sono state svolte indagini epidemiologiche sul virus del mosaic0 del Cetriolo (CMV) in Piemonte, per quanto riguarda la sua diffusione in colture di peperone, considerando: 1) sorgenti naturali di infezione; 2) progredire delle infezioni e 3) densitl di afidi alati nelle colture; 4) carica di virus portato da afidi alati migranti durante il ciclo colturale; 5) trasmissione con afidi. CMV e stato isolato dalle seguenti specie coltivate e spontanee: Beta vulgaris L. (bietola da coste), Capsella bursa-pastoris Med., Viola tricolor L., Anagallis arvensis L., Cardamine hirsuta L. e Lamium purpureum L. Di queste, soltanto le prime tre sono state trovate infette in epoca antecedente il trapianto all'aperto dei peperoni e possono considerarsi potenziali sorgenti di infezione del virus nelle condizioni esaminate. La maggior parte degli ospiti naturali di CMV non presentava sintomi evidenti di infezione. In uno dei campi presi in esame, ove era stata riscontrata la presenza di piante infette da CMV in prossimita della coltura, l'incremento di infezioni nella stessa e risultat0 chiaramente correlato con il numero di afidi alati migranti. In un altro campo, dove la presenza del virus non era stata rilevata nella circostante vegetazione spontanea prima del trapianto, l'incremento di infezioni è risultato apparentemente in relazione con la carica di virus portato dagli afidi migranti, rilevata a mezzo di piante-esca. I risultati ottenuti suggeriscono le seguenti considerazioni: in vicinanza di sorgenti di infezione, la diffusione di CMV verosimilmente dovuta a diverse specie di afidi (non necessariamente vettori efficienti del virus) ed avviene durante i loro movimenti migratori a breve distanza. In effetti, trasmissioni sperimentali effettuate in condizioni simulanti quelle naturali con 11 specie di afidi, hanno dimostrato che 7 erano in grado di trasmettere CMV. In assenza di sorgenti di infezione prossime alla coltura, CMV viene prevalentemente trasmesso da afidi provenienti gli infetti da distanze relativamente lunghe. Poichk la carica di CMV portata da afidi migranti e risultata elevata anche in periodi di scarsa densitl di afidi alati, si presume che in queste condizioni la diffusione del virus awenga prevalentemente ad opera di specie che ne sono vettori efficienti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/201101
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