L'articolo identifica nuove fonti dell'obiezione sulla possibilità dell'inganno divino che Mersenne propone nelle Seconde Obiezioni alle Meditazioni metafisiche di Descartes, nel 1641. Mersenne conosce il dibattito svoltosi negli anni Venti del Seicento fra il benedettino inglese John Barnes (Dissertatio contra aequivocationes, 1625) e Johannes van Malderen (Tractatus de restrictionum mentalium abusu, 1625), e ha un ruolo attivo nel suo protrarsi negli anni Trenta e Quaranta nei testi di teologi che gli sono vicini come Jean de Launoy (De mendacio officioso) e Charles de Condren (traité des équivoques). In appendice si pubblica una quaestio manoscritta inedita di Mersenne sulla possibilità che Dio inganni, composta utilizzando gli scritti di Barnes e Malderus.
"Contra eos qui deum falsum dicere posse docent". La genesi dell'obiezione di Mersenne sul Dio ingannatore
Claudio Buccolini
2006
Abstract
L'articolo identifica nuove fonti dell'obiezione sulla possibilità dell'inganno divino che Mersenne propone nelle Seconde Obiezioni alle Meditazioni metafisiche di Descartes, nel 1641. Mersenne conosce il dibattito svoltosi negli anni Venti del Seicento fra il benedettino inglese John Barnes (Dissertatio contra aequivocationes, 1625) e Johannes van Malderen (Tractatus de restrictionum mentalium abusu, 1625), e ha un ruolo attivo nel suo protrarsi negli anni Trenta e Quaranta nei testi di teologi che gli sono vicini come Jean de Launoy (De mendacio officioso) e Charles de Condren (traité des équivoques). In appendice si pubblica una quaestio manoscritta inedita di Mersenne sulla possibilità che Dio inganni, composta utilizzando gli scritti di Barnes e Malderus.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


