Sono stati utilizzati marcatori molecolari basati sull'amplificazione PCR per studiare la variabilità presente all'interno di una collezione di lavoro di lenticchia (Lens culinaris Medikus). E' stato analizzato materiale di diversa origine geografica, ma soprattutto di origine italiana, comprendente alcuni ecotipi locali. Nonostante la notevole variabilità morfologica presente nella lenticchia coltivata, l'analisi mediante RAPD utilizzando primer decamerici ha evidenzato, per questi marcatori, un polimorfismo ridotto tra accessioni. Molti primer, infatti, hanno generato profili di amplificazione invariabili tra i campioni, mentre altri hanno prodotto poche bande polimorfiche. Una variabilità limitata è stata rilevata anche utilizzando come primer sequenze microsatelliti. Successivamente, per ottenere profili più informativi, sono stati impiegati marcatori "inter simple sequence repeat" (ISSR). In questo caso, sono stati utilizzati primer a 17 o 18 paia di basi, basati su una sequenza "core" di microsatelliti, con 2 o 3 nucleotidi selettivi. I frammenti di DNA che così si ottengono, sono localizzati tra microsatelliti adiacenti, orientati in senso opposto. I prodotti di amplificazione sono stati separati su gel di acrilammide e colorati con il metodo "silver staining". I profili multilocus ottenuti in lenticchia sono risultati più complessi e polimorfici rispetto ai RAPD e maggiormente riproducibili: con questi marcatori, infatti, si può lavorare a temperature di "annealing" più elevate. In lenticchia, gli ISSR si sono rivelati adatti a descrivere la diversità genetica e le somiglianze tra genotipi. E' discusso il potenziale utilizzo di questi metodi per distinguere varietà ed ecotipi di lenticchia, anche in vista di una loro valorizzazione.

L'uso di marcatori generati mediante PCR nello studio e valorizzazione del germoplasma di lenticchia

Sonnante G;Losavio FP;Pignone D
1999

Abstract

Sono stati utilizzati marcatori molecolari basati sull'amplificazione PCR per studiare la variabilità presente all'interno di una collezione di lavoro di lenticchia (Lens culinaris Medikus). E' stato analizzato materiale di diversa origine geografica, ma soprattutto di origine italiana, comprendente alcuni ecotipi locali. Nonostante la notevole variabilità morfologica presente nella lenticchia coltivata, l'analisi mediante RAPD utilizzando primer decamerici ha evidenzato, per questi marcatori, un polimorfismo ridotto tra accessioni. Molti primer, infatti, hanno generato profili di amplificazione invariabili tra i campioni, mentre altri hanno prodotto poche bande polimorfiche. Una variabilità limitata è stata rilevata anche utilizzando come primer sequenze microsatelliti. Successivamente, per ottenere profili più informativi, sono stati impiegati marcatori "inter simple sequence repeat" (ISSR). In questo caso, sono stati utilizzati primer a 17 o 18 paia di basi, basati su una sequenza "core" di microsatelliti, con 2 o 3 nucleotidi selettivi. I frammenti di DNA che così si ottengono, sono localizzati tra microsatelliti adiacenti, orientati in senso opposto. I prodotti di amplificazione sono stati separati su gel di acrilammide e colorati con il metodo "silver staining". I profili multilocus ottenuti in lenticchia sono risultati più complessi e polimorfici rispetto ai RAPD e maggiormente riproducibili: con questi marcatori, infatti, si può lavorare a temperature di "annealing" più elevate. In lenticchia, gli ISSR si sono rivelati adatti a descrivere la diversità genetica e le somiglianze tra genotipi. E' discusso il potenziale utilizzo di questi metodi per distinguere varietà ed ecotipi di lenticchia, anche in vista di una loro valorizzazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/205401
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