Nel complesso metamorfico dei Monti Pisani, durante la prima fase deformativa (D1) dell'evento tettono-metamorfico terziario si ha la formazione, all'interno dei litotipi triassici più competenti ("Anageniti minute", "Quarziti verdi" e " Quarziti bianco-rosa"), di importanti sistemi di vene in estensione controllate preferenzialmente dalle cerniere delle strutture di prima fase. Oltre a queste sono presenti shear veins in zone di taglio sin-D2 e sin-D1 nei litotipi filladici e vene polideformate nel basamento paleozoico. La mineralogia delle vene rispecchia quella delle rocce incassanti e dei litotipi più pelitici che hanno agito come sorgenti dei fluidi metamorfici. Le paragenesi sono dominate dal quarzo associato a quantità minori di pirofillite, goethite pseudomorfa di siderite, clorite, ematite, pirite. La presenza di anidrite in cristalli prismatici, quasi sempre sostituiti da minerali argillosi, è limitata ai primi stadi di apertura di alcuni tipi di vene in estensione (M. Cascetto-Costa Moriglione, M. Verruca). Da un punto di vista tessiturale le vene presentano caratteri abbastanza omogenei e costanti nelle diverse zone studiate. Le tessiture osservate sono riconducibili a meccanismi di crescita del tipo non directional controlled e face controlled e solo in alcuni casi sono state osservate piccole vene in estensione formate mediante meccanismi del tipo displacement controlled. Tali meccanismi di crescità suggeriscono un processo genetico sviluppatosi ad un livello crostale medio-superficiale dove la pressione dei fluidi può essere variata da idrostatica a maggiore/uguale della pressione litostatica. I dati relativi alle inclusioni fluide ospitate nel quarzo di vena combinati con le informazioni geologico-strutturali e mineralogiche individuano una stretta correlazione tra l'evento tettono-metamorfico terziario e l'origine/evoluzione dei fluidi idrotermali responsabili della formazione dei principali sistemi di vene del massiccio dei Monti Pisani. Nell'area di indagine, infatti, durante la prima fase deformativa (D1) la formazione di strutture in estensione sembrerebbe avere attivato una circolazione idrotermale composita che consisteva di due fondamentali sistemi idrotermali coesistenti: 1) un sistema idrotermale "inferiore", con fluidi ad H2O-CO2 e moderata salinità, confinato fondamentalmente nei membri competenti metarenitici e metaconglomeratici ("Anageniti grossolane" e "Anageniti minute") della Formazione della Verruca; 2) un sistema idrotermale "superiore" con fluidi ad elevata salinità che ha interessato le "Quarziti verdi" e le "Quarziti bianco-rosa" sovrastanti il livello degli "Scisti verdi" della Formazione delle Quarziti di M. Serra. L'ingresso di fluidi probabilmente meteorici subito dopo il raggiungimento del picco termico-deformativo sin-D1 è testimoniato dalle evidenze di mixing nel sistema di vene in estensione di M. Cascetto-Costa Moriglione. Infine il sovrapporsi di indizi strutturali (transected folds , lineazioni di estensione parallele agli assi delle pieghe F1, orientazione delle vene in estensione) a favore di una importante componente traspressiva durante l'evento deformativo terziario suggerisce la necessità di studi di maggior dettaglio che chiariscano il contesto tettonico regionale in cui si sviluppò il singolare assetto strutturale e la circolazione idrotermale metamorfica dei Monti Pisani.

Le vene di quarzo del complesso metamorfico dei Monti Pisani (Toscana): caratterizzazione strutturale, mineralogia ed inclusioni fluide

1998

Abstract

Nel complesso metamorfico dei Monti Pisani, durante la prima fase deformativa (D1) dell'evento tettono-metamorfico terziario si ha la formazione, all'interno dei litotipi triassici più competenti ("Anageniti minute", "Quarziti verdi" e " Quarziti bianco-rosa"), di importanti sistemi di vene in estensione controllate preferenzialmente dalle cerniere delle strutture di prima fase. Oltre a queste sono presenti shear veins in zone di taglio sin-D2 e sin-D1 nei litotipi filladici e vene polideformate nel basamento paleozoico. La mineralogia delle vene rispecchia quella delle rocce incassanti e dei litotipi più pelitici che hanno agito come sorgenti dei fluidi metamorfici. Le paragenesi sono dominate dal quarzo associato a quantità minori di pirofillite, goethite pseudomorfa di siderite, clorite, ematite, pirite. La presenza di anidrite in cristalli prismatici, quasi sempre sostituiti da minerali argillosi, è limitata ai primi stadi di apertura di alcuni tipi di vene in estensione (M. Cascetto-Costa Moriglione, M. Verruca). Da un punto di vista tessiturale le vene presentano caratteri abbastanza omogenei e costanti nelle diverse zone studiate. Le tessiture osservate sono riconducibili a meccanismi di crescita del tipo non directional controlled e face controlled e solo in alcuni casi sono state osservate piccole vene in estensione formate mediante meccanismi del tipo displacement controlled. Tali meccanismi di crescità suggeriscono un processo genetico sviluppatosi ad un livello crostale medio-superficiale dove la pressione dei fluidi può essere variata da idrostatica a maggiore/uguale della pressione litostatica. I dati relativi alle inclusioni fluide ospitate nel quarzo di vena combinati con le informazioni geologico-strutturali e mineralogiche individuano una stretta correlazione tra l'evento tettono-metamorfico terziario e l'origine/evoluzione dei fluidi idrotermali responsabili della formazione dei principali sistemi di vene del massiccio dei Monti Pisani. Nell'area di indagine, infatti, durante la prima fase deformativa (D1) la formazione di strutture in estensione sembrerebbe avere attivato una circolazione idrotermale composita che consisteva di due fondamentali sistemi idrotermali coesistenti: 1) un sistema idrotermale "inferiore", con fluidi ad H2O-CO2 e moderata salinità, confinato fondamentalmente nei membri competenti metarenitici e metaconglomeratici ("Anageniti grossolane" e "Anageniti minute") della Formazione della Verruca; 2) un sistema idrotermale "superiore" con fluidi ad elevata salinità che ha interessato le "Quarziti verdi" e le "Quarziti bianco-rosa" sovrastanti il livello degli "Scisti verdi" della Formazione delle Quarziti di M. Serra. L'ingresso di fluidi probabilmente meteorici subito dopo il raggiungimento del picco termico-deformativo sin-D1 è testimoniato dalle evidenze di mixing nel sistema di vene in estensione di M. Cascetto-Costa Moriglione. Infine il sovrapporsi di indizi strutturali (transected folds , lineazioni di estensione parallele agli assi delle pieghe F1, orientazione delle vene in estensione) a favore di una importante componente traspressiva durante l'evento deformativo terziario suggerisce la necessità di studi di maggior dettaglio che chiariscano il contesto tettonico regionale in cui si sviluppò il singolare assetto strutturale e la circolazione idrotermale metamorfica dei Monti Pisani.
1998
Istituto di Geoscienze e Georisorse - IGG - Sede Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/211007
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