L'articolo parte dal presupposto che conoscenza, innovazione e internazionalizzazione sono elementi chiave per lo sviluppo delle nazioni. Quattro considerazioni sottolineano l'importanza di una maggiore interazione tra conoscenza e sviluppo per i paesi a medio e basso reddito: 1) Un'economia sempre più integrata e globale: si calcola che tra il 1960 e il 1995 il commercio totale internazionale, inteso come somma di import/export sia cresciuto dal 24% al 42% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale e che un terzo di tali transazioni sia ad opera di multinazionali . La delocalizzazione nei paesi a medio e basso reddito di numerosi impianti produttivi e la diffusione dell'innovazione, inglobata in processi e in prodotti che travalicano sempre più i confini nazionali dei Paesi industrializzati, impongono la conoscenza, sebbene parziale e incompleta, e/o lo sviluppo di tecnologie sofisticate nei Paesi di accoglimento. La creazione di aree comuni di libero scambio, lo sviluppo di dibattiti e accordi quali quello dell'Uruguay Round (15 aprile 199696), il World Trade Organisation (1° gennaio 1995), ecc., implicano un coinvolgimento sicuramente più diretto di rappresentanze dei paesi in via di sviluppo in alcune decisioni socio-economiche a carattere internazionale. 2) Sviluppo di reti informatiche e telematiche ad alta velocità: le distanze tra l'azienda madre e gli impianti produttivi all'estero sono resi irrilevanti dallo sviluppo di sofisticate tecnologie informatiche che incidono sui livelli di conoscenza e di acquisizione delle informazioni dei paesi a medio e basso reddito e inducono a sviluppare anche in quei luoghi infrastrutture e strumentazione adeguata. 3) Competizione dei paesi ad alto reddito su produzione e distribuzione di conoscenza: si calcola che oltre la metà del prodotto interno lordo dei paesi occidentali si basi su produzione e distribuzione di conoscenza. L'innovazione continua, l'automazione e la competizione nella creazione e nell'uso del sapere sono divenute elementi cruciali della bilancia della competitività e dello sviluppo delle nazioni: lo testimonia la quantità di letteratura prodotta in merito, negli ultimi cinque anni, da esperti di fama internazionale e il proliferare di una legislazione europea (si citano, tra gli altri, il Green Paper of Innovation e il White Paper on Education and Training) finalizzata a indurre gli stati membri ad aumentare la spesa nazionale in ricerca scientifica e tecnologica (RST). 4) Necessità di rispondere a problematiche complesse, multisettoriali e multidisciplinari: la crescente desertificazione del nostro pianeta, la necessità di preservare la diversità biologica, di comprendere ed arginare i cambiamenti climatici impongono una crescita economica sostenibile da un punto di vista ambientale. Ciò richiede la partecipazione e la collaborazione, su base nazionale ed internazionale, del mondo scientifico e di quello industriale e politico. Di qui una serie di riflessioni e di esperienze pratiche, con capitoli specifici su priorità ed esperienze di collaborazione con i Paesi del Mediterraneo.

Le politiche formative e le prospettive di sviluppo e di interazione tra l'Italia e i Paesi del Mediterraneo

2000

Abstract

L'articolo parte dal presupposto che conoscenza, innovazione e internazionalizzazione sono elementi chiave per lo sviluppo delle nazioni. Quattro considerazioni sottolineano l'importanza di una maggiore interazione tra conoscenza e sviluppo per i paesi a medio e basso reddito: 1) Un'economia sempre più integrata e globale: si calcola che tra il 1960 e il 1995 il commercio totale internazionale, inteso come somma di import/export sia cresciuto dal 24% al 42% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale e che un terzo di tali transazioni sia ad opera di multinazionali . La delocalizzazione nei paesi a medio e basso reddito di numerosi impianti produttivi e la diffusione dell'innovazione, inglobata in processi e in prodotti che travalicano sempre più i confini nazionali dei Paesi industrializzati, impongono la conoscenza, sebbene parziale e incompleta, e/o lo sviluppo di tecnologie sofisticate nei Paesi di accoglimento. La creazione di aree comuni di libero scambio, lo sviluppo di dibattiti e accordi quali quello dell'Uruguay Round (15 aprile 199696), il World Trade Organisation (1° gennaio 1995), ecc., implicano un coinvolgimento sicuramente più diretto di rappresentanze dei paesi in via di sviluppo in alcune decisioni socio-economiche a carattere internazionale. 2) Sviluppo di reti informatiche e telematiche ad alta velocità: le distanze tra l'azienda madre e gli impianti produttivi all'estero sono resi irrilevanti dallo sviluppo di sofisticate tecnologie informatiche che incidono sui livelli di conoscenza e di acquisizione delle informazioni dei paesi a medio e basso reddito e inducono a sviluppare anche in quei luoghi infrastrutture e strumentazione adeguata. 3) Competizione dei paesi ad alto reddito su produzione e distribuzione di conoscenza: si calcola che oltre la metà del prodotto interno lordo dei paesi occidentali si basi su produzione e distribuzione di conoscenza. L'innovazione continua, l'automazione e la competizione nella creazione e nell'uso del sapere sono divenute elementi cruciali della bilancia della competitività e dello sviluppo delle nazioni: lo testimonia la quantità di letteratura prodotta in merito, negli ultimi cinque anni, da esperti di fama internazionale e il proliferare di una legislazione europea (si citano, tra gli altri, il Green Paper of Innovation e il White Paper on Education and Training) finalizzata a indurre gli stati membri ad aumentare la spesa nazionale in ricerca scientifica e tecnologica (RST). 4) Necessità di rispondere a problematiche complesse, multisettoriali e multidisciplinari: la crescente desertificazione del nostro pianeta, la necessità di preservare la diversità biologica, di comprendere ed arginare i cambiamenti climatici impongono una crescita economica sostenibile da un punto di vista ambientale. Ciò richiede la partecipazione e la collaborazione, su base nazionale ed internazionale, del mondo scientifico e di quello industriale e politico. Di qui una serie di riflessioni e di esperienze pratiche, con capitoli specifici su priorità ed esperienze di collaborazione con i Paesi del Mediterraneo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/212785
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