In this paper are exposed the most formal and convincing applications of some psycholinguistic models of language production to the study of stuttering and are also discussed the motivations behind these models. Particularly, it is highlighted some basic limitations that these proposals have in common and which are due to the following factors. First, the concept that the stutterer's disfluencies and those of the normal speaker share the same linguistic nature. Second, the traditional identification of verbal fluency through the consideration of only one single aspect such as the "continuity" of the speech assessed from a perceptive stand point. Finally, a certain preclusion towards alternative explanations based on the aspects of motor system. However, in the last 15 years many theoretical hypotheses about motoric disorders have been elaborated, and it has been recently claimed that the linguistic "loci" of stuttering can also be explained from a motoric perspective. Moreover, there is evidence for stating that the concomitant sollecitations caused by the necessity of the linguistic and motoric planning can induce to stuttering a child who is not able to coordinate properly linguistic knowledge, psycolinguistic skills and motoric gesture.

Vengono qui presentate le applicazioni più formalizzate e convincenti di alcuni modelli psicolinguistici di produzione del linguaggio allo studio della balbuzie, e vengono discusse le motivazioni alla base di tali impostazioni. In particolare vengono evidenziate alcune limitazioni di fondo in comune alle proposte psicolinguistiche, attribuibili alla superficiale e indebita assimilazione delle disfluenze da balbuzie a quelle dei normoparlanti, alla tradizionale identificazione di fluenza verbale con il solo aspetto della 'continuità' del parlato valutata dal punto di vista percettivo, e ad una certa preclusione verso spiegazioni alternative di tipo motorio. Invece sono molte le ipotesi teoriche di disordine motorio nate in questi ultimi 15 anni, ed alcune di esse sono fondate sui dati provenienti dalle produzioni percettivamente 'fluenti' dei balbuzienti. Inoltre è stato recentemente teorizzato che i 'loci' linguistici della balbuzie possono essere spiegati anche in termini motori. Una spiegazione complessiva è stata recentemente avanzata in chiave evolutiva, ed afferma che le concomitanti sollecitazioni provenienti dalle necessità della pianificazione linguistica e motoria possono condurre alla balbuzie un bambino che per varie ragioni può non coordinare a dovere conoscenze linguistiche, abilità psicolinguistiche e gesti motorii.

La balbuzie. Relazioni tra fattori linguistici e motorii

Zmarich Claudio
1992

Abstract

In this paper are exposed the most formal and convincing applications of some psycholinguistic models of language production to the study of stuttering and are also discussed the motivations behind these models. Particularly, it is highlighted some basic limitations that these proposals have in common and which are due to the following factors. First, the concept that the stutterer's disfluencies and those of the normal speaker share the same linguistic nature. Second, the traditional identification of verbal fluency through the consideration of only one single aspect such as the "continuity" of the speech assessed from a perceptive stand point. Finally, a certain preclusion towards alternative explanations based on the aspects of motor system. However, in the last 15 years many theoretical hypotheses about motoric disorders have been elaborated, and it has been recently claimed that the linguistic "loci" of stuttering can also be explained from a motoric perspective. Moreover, there is evidence for stating that the concomitant sollecitations caused by the necessity of the linguistic and motoric planning can induce to stuttering a child who is not able to coordinate properly linguistic knowledge, psycolinguistic skills and motoric gesture.
1992
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione - ISTC
Vengono qui presentate le applicazioni più formalizzate e convincenti di alcuni modelli psicolinguistici di produzione del linguaggio allo studio della balbuzie, e vengono discusse le motivazioni alla base di tali impostazioni. In particolare vengono evidenziate alcune limitazioni di fondo in comune alle proposte psicolinguistiche, attribuibili alla superficiale e indebita assimilazione delle disfluenze da balbuzie a quelle dei normoparlanti, alla tradizionale identificazione di fluenza verbale con il solo aspetto della 'continuità' del parlato valutata dal punto di vista percettivo, e ad una certa preclusione verso spiegazioni alternative di tipo motorio. Invece sono molte le ipotesi teoriche di disordine motorio nate in questi ultimi 15 anni, ed alcune di esse sono fondate sui dati provenienti dalle produzioni percettivamente 'fluenti' dei balbuzienti. Inoltre è stato recentemente teorizzato che i 'loci' linguistici della balbuzie possono essere spiegati anche in termini motori. Una spiegazione complessiva è stata recentemente avanzata in chiave evolutiva, ed afferma che le concomitanti sollecitazioni provenienti dalle necessità della pianificazione linguistica e motoria possono condurre alla balbuzie un bambino che per varie ragioni può non coordinare a dovere conoscenze linguistiche, abilità psicolinguistiche e gesti motorii.
balbuzie
produzione del linguaggio
produzione della parola
modelli psicolinguistici
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/213257
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact