L'obbligo di valutazione del rischio da agenti cancerogeni è sancito dall'ar. 66 del D.L.vo626/94. Per effettuare una valutazione rigorosa del rischio cangerogneo, occorre disporre di informazioni quantitative, oltre che sulla concentrazione e sui tempi di esposizione, anche sulla "potenza" dei vari agenti cancerogeni. Lo scopo di questo lavoro è appunto individuare alcuni strumenti utili a dare una stima quantitativa della probabilità che si generino tumori, per esposizione ad agenti cancerogeni; in tal modo è possibile valutare l'aumento di rischio cancerogeno indotto dall'esposizione lavorativa rispetto al generico rischio a cui è esposta la popolazione generale. A tale scopo è stato utilizzato il metodo proposto dalla WHO (organizzazione Mondiale della Sanità) e dall'EPA (Environmental Protection Agency) per la stima del rischio cancerogeno, relativo ai tumori indotti da inquinamento ambientale e basato sull'unità di rischio cumulativo per la durata dell'intera vita (unit risck). Una volta nota la concentrazionedell'agente cancerogeno, con semplici proporzioni è possibile introdurre il fattore temporale di esposizione professionale e stimare il rischio cancerogeno per una determinata mansione. A completamento del lavoro è stato stimato l'incremento di rischio cancerogeno riferito all'esposizione a cromo esavalente e nichel di saldatori di acciaio inossidabile, e l'incremento di rischio cancerogeno indotto dall'esposizione a benzene di benzinai, a confronto con quello della popolazione non esposta professionalmente.
Proposta di Valutazione Quantitativa del Rischio Cancerogeno da Esposizione Professionale
Zanelli A;
2001
Abstract
L'obbligo di valutazione del rischio da agenti cancerogeni è sancito dall'ar. 66 del D.L.vo626/94. Per effettuare una valutazione rigorosa del rischio cangerogneo, occorre disporre di informazioni quantitative, oltre che sulla concentrazione e sui tempi di esposizione, anche sulla "potenza" dei vari agenti cancerogeni. Lo scopo di questo lavoro è appunto individuare alcuni strumenti utili a dare una stima quantitativa della probabilità che si generino tumori, per esposizione ad agenti cancerogeni; in tal modo è possibile valutare l'aumento di rischio cancerogeno indotto dall'esposizione lavorativa rispetto al generico rischio a cui è esposta la popolazione generale. A tale scopo è stato utilizzato il metodo proposto dalla WHO (organizzazione Mondiale della Sanità) e dall'EPA (Environmental Protection Agency) per la stima del rischio cancerogeno, relativo ai tumori indotti da inquinamento ambientale e basato sull'unità di rischio cumulativo per la durata dell'intera vita (unit risck). Una volta nota la concentrazionedell'agente cancerogeno, con semplici proporzioni è possibile introdurre il fattore temporale di esposizione professionale e stimare il rischio cancerogeno per una determinata mansione. A completamento del lavoro è stato stimato l'incremento di rischio cancerogeno riferito all'esposizione a cromo esavalente e nichel di saldatori di acciaio inossidabile, e l'incremento di rischio cancerogeno indotto dall'esposizione a benzene di benzinai, a confronto con quello della popolazione non esposta professionalmente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.