Le Lastre Campana sono lastre architettoniche fittili prodotte in ambito urbano e suburbano tra l'inizio del I secolo a.C. e la fine del I sec. d.C. Ultima espressione della lunghissima tradizione artistica ed artigiana legata alla decorazione fittile dei templi italici, le lastre Campana se ne discostano non solo per l'ambito di utilizzo, edifici pubblici e privati non templari, ma anche per la varietà di temi e le vivaci policromie [1]. Lo studio di questi materiali si è sempre fondato sulla sola analisi stilistica, cui fa eccezione la recente pubblicazione del Museo Kostner di Hannover [2], e, a fronte di una immensa quantità di frammenti rinvenuti in scavi o sparsi in tutti i principali musei europei, non ha finora riguardato il punto di vista tecnologico ed archeometrico. Difficile risulta anche desumere dalla documentazione fotografica, solitamente in bianco e nero, la presenza di colore e dei suoi ambiti di applicazione. Se infatti negli ultimi anni si è sviluppato un intenso filone di studio della policromia delle statue antiche [3], sulle lastre Campana non si è mai tentata l'identificazione dei pigmenti e lo studio delle tecniche utilizzate per l'applicazione degli stessi, anche se soggetti ad altrettanti pericoli conservativi. Il primo obbiettivo è stato quindi cercare di capire quali colori erano applicati e dove, con il supporto dei paralleli studi effettuati per materiali marmorei e architettonici e con il fondamentale aiuto di alcune tecniche analitiche non invasive e micro distruttive. Dopo un'attenta osservazione al microscopio ottico, i colori sono stati classificati in relazione al loro Fattore di Riflessione Spettrale. Sono stati poi individuati gli elementi caratterizzanti la superficie dipinta con la fluorescenza X e quindi sono stati fatti dei micro prelievi per la diffrazione X per l'identificazione dei composti. L'individuazione del blu egiziano è stata confermata utilizzando la tecnica della luminescenza indotta nel visibile.

Le lastre Campana e l'uso del colore su lastre architettoniche fittili nella tarda Repubblica e nella prima età imperiale. Archeologia e Archeometria.

O Tarquini;
2013

Abstract

Le Lastre Campana sono lastre architettoniche fittili prodotte in ambito urbano e suburbano tra l'inizio del I secolo a.C. e la fine del I sec. d.C. Ultima espressione della lunghissima tradizione artistica ed artigiana legata alla decorazione fittile dei templi italici, le lastre Campana se ne discostano non solo per l'ambito di utilizzo, edifici pubblici e privati non templari, ma anche per la varietà di temi e le vivaci policromie [1]. Lo studio di questi materiali si è sempre fondato sulla sola analisi stilistica, cui fa eccezione la recente pubblicazione del Museo Kostner di Hannover [2], e, a fronte di una immensa quantità di frammenti rinvenuti in scavi o sparsi in tutti i principali musei europei, non ha finora riguardato il punto di vista tecnologico ed archeometrico. Difficile risulta anche desumere dalla documentazione fotografica, solitamente in bianco e nero, la presenza di colore e dei suoi ambiti di applicazione. Se infatti negli ultimi anni si è sviluppato un intenso filone di studio della policromia delle statue antiche [3], sulle lastre Campana non si è mai tentata l'identificazione dei pigmenti e lo studio delle tecniche utilizzate per l'applicazione degli stessi, anche se soggetti ad altrettanti pericoli conservativi. Il primo obbiettivo è stato quindi cercare di capire quali colori erano applicati e dove, con il supporto dei paralleli studi effettuati per materiali marmorei e architettonici e con il fondamentale aiuto di alcune tecniche analitiche non invasive e micro distruttive. Dopo un'attenta osservazione al microscopio ottico, i colori sono stati classificati in relazione al loro Fattore di Riflessione Spettrale. Sono stati poi individuati gli elementi caratterizzanti la superficie dipinta con la fluorescenza X e quindi sono stati fatti dei micro prelievi per la diffrazione X per l'identificazione dei composti. L'individuazione del blu egiziano è stata confermata utilizzando la tecnica della luminescenza indotta nel visibile.
2013
Istituto di Cristallografia - IC
978-88-387-6242-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/214885
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