La conoscenza e la protezione dei siti archeologici ubicati in aree di crisi bellica rivestono un ruolo fondamentale per la futura conservazione del patrimonio culturale e ideale di una nazione. I confitti armati rappresentano, infatti, sia intenzionalmente che accidentalmente danni irreparabili al patrimonio materiale di un territorio, patrimonio che oltre alla sua consistenza materiale rappresenta oltremodo valori e identità di un popolo. La guerra, quindi, oltre a causare la distruzione materiale di una civiltà, mira a distruggerne le proprie radici identitarie. Ancora prima dell'invasione americana dell'Iraq, le attività mirate alla conoscenza dei beni culturali si erano indirizzate soprattutto in funzione di una catalogazione dei siti ai fini di una loro maggiore protezione. Un vero e proprio progetto di monitoraggio e tutela dei siti archeologici del Paese ha avuto inizio tra il 2007 e il 2008 per iniziativa del British Museum coinvolgendo le autorità irachene e britanniche. Più recentemente (2009) il World Monuments Fund (WMF) - peraltro già attivo nell'area nel passato - in collaborazione con l'Iraq Board Antiquities and Heritage (SBAH), usufruendo di un cospicuo finanziamento, sta elaborando un progetto per valutare le condizioni del sito di Babilonia e sviluppare un elenco di azioni prioritarie di conservazione e valorizzazione. In tale ottica non sfugge l'importanza fondamentale dell'osservazione ante quem e post quem delle realtà territoriali e monumentali; anche alla luce di accese polemiche relative ad azioni di manomissione, saccheggio e devastazioni aeree e alla controversa individuazione dei responsabili. La ricerca condotta dagli autori ha preso in esame vari siti archeologici del sud dell'Iraq e a titolo esemplificativo, in questa sede, si presenta l'applicazione di un metodo per il monitoraggio e visualizzazione del territorio definito "change detection", nell'area di Tell Abu Shahrain (Eridu). Il sito è considerato la prima città dell'antica dinastia di Ur, datata anteriormente all'alluvione del fiume Eufrate. Le sette colline di Eridu si estendono per circa 24 km a S-E di Ur. Il "change detection" di dati telerilevati è stato applicato per valutare le differenze negli attributi spazio-temporali nel corso degli eventi. Nel caso specifico si sono elaborate due scene pancromatiche riprese in un arco temporale di circa cinque anni. I risultati ottenuti hanno dimostrato l'efficacia e la puntualità dell'analisi effettuata rilevando le modificazioni dell'area. I risultati sono valutati in termini di pixel che sono migrati da una classe di appartenenza precedentemente generalizzata e classificata all'altra, in termini di correlazione degli attributi presenti nelle scene esaminate. Un'altra applicazione in corso di elaborazione è stata quella di integrare analisi di "change detection" dello strato satellitare con il valore di informazione altimetrica riferito all'acquisizione dei dati SAR (Synthetic Aperture Radar) al fine di ottenere le varianze altimetriche di cluster aventi la stessa classe in proiezione zenitale.

Applicazione di change detection per il monitoraggio di siti archeologici in aree sensibili. Il caso iracheno.

MAZZEI M;SALVATORI A
2011

Abstract

La conoscenza e la protezione dei siti archeologici ubicati in aree di crisi bellica rivestono un ruolo fondamentale per la futura conservazione del patrimonio culturale e ideale di una nazione. I confitti armati rappresentano, infatti, sia intenzionalmente che accidentalmente danni irreparabili al patrimonio materiale di un territorio, patrimonio che oltre alla sua consistenza materiale rappresenta oltremodo valori e identità di un popolo. La guerra, quindi, oltre a causare la distruzione materiale di una civiltà, mira a distruggerne le proprie radici identitarie. Ancora prima dell'invasione americana dell'Iraq, le attività mirate alla conoscenza dei beni culturali si erano indirizzate soprattutto in funzione di una catalogazione dei siti ai fini di una loro maggiore protezione. Un vero e proprio progetto di monitoraggio e tutela dei siti archeologici del Paese ha avuto inizio tra il 2007 e il 2008 per iniziativa del British Museum coinvolgendo le autorità irachene e britanniche. Più recentemente (2009) il World Monuments Fund (WMF) - peraltro già attivo nell'area nel passato - in collaborazione con l'Iraq Board Antiquities and Heritage (SBAH), usufruendo di un cospicuo finanziamento, sta elaborando un progetto per valutare le condizioni del sito di Babilonia e sviluppare un elenco di azioni prioritarie di conservazione e valorizzazione. In tale ottica non sfugge l'importanza fondamentale dell'osservazione ante quem e post quem delle realtà territoriali e monumentali; anche alla luce di accese polemiche relative ad azioni di manomissione, saccheggio e devastazioni aeree e alla controversa individuazione dei responsabili. La ricerca condotta dagli autori ha preso in esame vari siti archeologici del sud dell'Iraq e a titolo esemplificativo, in questa sede, si presenta l'applicazione di un metodo per il monitoraggio e visualizzazione del territorio definito "change detection", nell'area di Tell Abu Shahrain (Eridu). Il sito è considerato la prima città dell'antica dinastia di Ur, datata anteriormente all'alluvione del fiume Eufrate. Le sette colline di Eridu si estendono per circa 24 km a S-E di Ur. Il "change detection" di dati telerilevati è stato applicato per valutare le differenze negli attributi spazio-temporali nel corso degli eventi. Nel caso specifico si sono elaborate due scene pancromatiche riprese in un arco temporale di circa cinque anni. I risultati ottenuti hanno dimostrato l'efficacia e la puntualità dell'analisi effettuata rilevando le modificazioni dell'area. I risultati sono valutati in termini di pixel che sono migrati da una classe di appartenenza precedentemente generalizzata e classificata all'altra, in termini di correlazione degli attributi presenti nelle scene esaminate. Un'altra applicazione in corso di elaborazione è stata quella di integrare analisi di "change detection" dello strato satellitare con il valore di informazione altimetrica riferito all'acquisizione dei dati SAR (Synthetic Aperture Radar) al fine di ottenere le varianze altimetriche di cluster aventi la stessa classe in proiezione zenitale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/229549
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