Lo scopo di questo lavoro sperimentale e' stato quello di verificare la possibilita' di sviluppare un processo che, attraverso un pretrattamento di lisciviazione alcalina, permette di recuperare l'oro presente nei minerali refrattari a base di antimonio (stibniti aurifere). Il processo si ritiene a minore impatto ambientale rispetto a quelli pirometallurgici convenzionali. Lo studio di laboratorio ha tenuto conto dell'applicabilita' pratica dei risultati e dei principali fattori tecnico-economici connessi. Nel corso dell'attivita' sperimentale, sono state studiate le condizioni stechiometriche per la lisciviazione della stibnite (Sb2S3) e quelle per il recupero elettrolitico dell'antimonio (Sb): le soluzioni lisciviate sono state sottoposte ad elettrodeposizione per recuperare antimonio metallico. Quindi, e' stato valutato l'effetto della lisciviazione dell'antimonio sul processo di recupero dell'oro tramite cianurazione, adsorbimento su carbone attivo, successivo desorbimento ed elettrodeposizione. Sono stati studiati i parametri fondamentali del processo di elettrodeposizione dell'oro dalle soluzioni cianidriche. Il trattamento basico consente di sciogliere selettivamente l'antimonio, che ha diverse applicazioni industriali. I residui solidi del processo di lisciviazione alcalina sono stati trattati mediante cianurazione per verificare l'entita' dell'incremento del recupero dell'oro dal minerale refrattario oggetto del presente studio. La presenza dell'antimonio, infatti, ostacola il recupero dell'oro tramite cianurazione: l'antimonio reagisce con il cianuro di sodio (NaCN) formando composti stabili, quindi, per l'estrazione dell'oro, sono necessarie maggiori quantita' di cianuro. Inoltre, l'oro si trova incapsulato nella matrice solfurea e non e' facilmente raggiungibile dal cianuro per la solubilizzazione. Il trattamento basico si pone cosi' come pretrattamento per liberare l'oro dalla suddetta matrice. Il recupero dell'antimonio presente nella soluzione alcalina e' stato realizzato sotto forma di metallo, tramite elettrodeposizione catodica. Una ricerca bibliografica ha consentito di stabilire che la stibnite reagisce con il solfuro di sodio (Na2S). La dissoluzione della stibnite in soluzioni alcaline porta alla formazione di numerose specie solubili, quali antimoniti, tioantimoniti, tioantimoniati, ossotioantimoniti, solfiti, tiosolfati, carbonati, ioni idrosolfuro, etc. Generalmente, alla soluzione si aggiunge idrossido di sodio (NaOH) per impedire l'idrolisi dell'Na2S. Dall'analisi della letteratura, e da alcune evidenze sperimentali, e' stato osservato che la soda contribuisce allo scioglimento dell'antimonio.

Trattamento di stibniti aurifere refrattarie

Ubaldini S;Abbruzzese C
1999

Abstract

Lo scopo di questo lavoro sperimentale e' stato quello di verificare la possibilita' di sviluppare un processo che, attraverso un pretrattamento di lisciviazione alcalina, permette di recuperare l'oro presente nei minerali refrattari a base di antimonio (stibniti aurifere). Il processo si ritiene a minore impatto ambientale rispetto a quelli pirometallurgici convenzionali. Lo studio di laboratorio ha tenuto conto dell'applicabilita' pratica dei risultati e dei principali fattori tecnico-economici connessi. Nel corso dell'attivita' sperimentale, sono state studiate le condizioni stechiometriche per la lisciviazione della stibnite (Sb2S3) e quelle per il recupero elettrolitico dell'antimonio (Sb): le soluzioni lisciviate sono state sottoposte ad elettrodeposizione per recuperare antimonio metallico. Quindi, e' stato valutato l'effetto della lisciviazione dell'antimonio sul processo di recupero dell'oro tramite cianurazione, adsorbimento su carbone attivo, successivo desorbimento ed elettrodeposizione. Sono stati studiati i parametri fondamentali del processo di elettrodeposizione dell'oro dalle soluzioni cianidriche. Il trattamento basico consente di sciogliere selettivamente l'antimonio, che ha diverse applicazioni industriali. I residui solidi del processo di lisciviazione alcalina sono stati trattati mediante cianurazione per verificare l'entita' dell'incremento del recupero dell'oro dal minerale refrattario oggetto del presente studio. La presenza dell'antimonio, infatti, ostacola il recupero dell'oro tramite cianurazione: l'antimonio reagisce con il cianuro di sodio (NaCN) formando composti stabili, quindi, per l'estrazione dell'oro, sono necessarie maggiori quantita' di cianuro. Inoltre, l'oro si trova incapsulato nella matrice solfurea e non e' facilmente raggiungibile dal cianuro per la solubilizzazione. Il trattamento basico si pone cosi' come pretrattamento per liberare l'oro dalla suddetta matrice. Il recupero dell'antimonio presente nella soluzione alcalina e' stato realizzato sotto forma di metallo, tramite elettrodeposizione catodica. Una ricerca bibliografica ha consentito di stabilire che la stibnite reagisce con il solfuro di sodio (Na2S). La dissoluzione della stibnite in soluzioni alcaline porta alla formazione di numerose specie solubili, quali antimoniti, tioantimoniti, tioantimoniati, ossotioantimoniti, solfiti, tiosolfati, carbonati, ioni idrosolfuro, etc. Generalmente, alla soluzione si aggiunge idrossido di sodio (NaOH) per impedire l'idrolisi dell'Na2S. Dall'analisi della letteratura, e da alcune evidenze sperimentali, e' stato osservato che la soda contribuisce allo scioglimento dell'antimonio.
1999
Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - IGAG
Stibniti aurifere
minerali refrattari
Au
idrometallurgia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/230417
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