Il lavoro analizza lo Statuto della Corte penale internazionale, adottato a Roma nel 1998 ed entrato in vigore il 1° luglio 2002. Richiamando i precedenti dei Tribunali di Norimberga e di Tokyo e l’esperienza dei Tribunali per la ex Iugoslavia e per il Ruanda istituiti dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nel 1993 e 1994, esso mette in luce la rilevante innovazione rappresentata dalla creazione di una Corte penale internazionale a carattere permanente, competente a giudicare i più gravi crimini internazionali commessi da individui (genocidio e altri crimini contro l’umanità, crimini di guerra, aggressione). Il lavoro mette in risalto sia le linee di continuità, sia gli aspetti evolutivi del diritto penale internazionale derivanti dallo Statuto, con riferimento alla giurisdizione della Corte, complementare a quella dei tribunali nazionali; alla cooperazione con gli Stati e con le Nazioni Unite; al rapporto tra competenze della Corte e competenze del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Esso propone altresì una riflessione sulla prima prassi applicativa dello Statuto: la mancata partecipazione degli Stati Uniti, la risoluzione 1422 del 2002 con la quale il Consiglio di sicurezza ha esercitato per la prima volta il potere di sospensione delle indagini e dei procedimenti dinanzi alla Corte (art. 16 dello Statuto), l’ammissibilità di accordi in deroga allo Statuto alla luce delle norme pertinenti e del diritto internazionale generale.

Corte penale internazionale: I) Statuto

Ferrajolo Ornella
2002

Abstract

Il lavoro analizza lo Statuto della Corte penale internazionale, adottato a Roma nel 1998 ed entrato in vigore il 1° luglio 2002. Richiamando i precedenti dei Tribunali di Norimberga e di Tokyo e l’esperienza dei Tribunali per la ex Iugoslavia e per il Ruanda istituiti dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nel 1993 e 1994, esso mette in luce la rilevante innovazione rappresentata dalla creazione di una Corte penale internazionale a carattere permanente, competente a giudicare i più gravi crimini internazionali commessi da individui (genocidio e altri crimini contro l’umanità, crimini di guerra, aggressione). Il lavoro mette in risalto sia le linee di continuità, sia gli aspetti evolutivi del diritto penale internazionale derivanti dallo Statuto, con riferimento alla giurisdizione della Corte, complementare a quella dei tribunali nazionali; alla cooperazione con gli Stati e con le Nazioni Unite; al rapporto tra competenze della Corte e competenze del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Esso propone altresì una riflessione sulla prima prassi applicativa dello Statuto: la mancata partecipazione degli Stati Uniti, la risoluzione 1422 del 2002 con la quale il Consiglio di sicurezza ha esercitato per la prima volta il potere di sospensione delle indagini e dei procedimenti dinanzi alla Corte (art. 16 dello Statuto), l’ammissibilità di accordi in deroga allo Statuto alla luce delle norme pertinenti e del diritto internazionale generale.
2002
978-88-12-00037-1
crimini internazionali
tribunali penali internazionali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/231009
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