Lo studio presenta per la prima volta, nella mostra, alcuni dei materiali rinvenuti nello scavo, avvenuto negli anni 1945 e 1946, della grande cisterna di epoca arcaica esistente nella zona centrale del Santuario di Portonaccio a Veio, ubicata tra il tempio e la zona dell'altare. La cisterna, in età tardo-repubblicana, fu colmata da un deposito di molte centinaia di ceramiche e di altri materiali votivi dell'età ellenistica. I pochi dati riguardanti i materiali sono stati desunti dal Taccuino di Maria Santangelo che diresse lo scavo. La giacitura dei materiali nel riempimento potrebbe essere secondaria: prima di essere «deposti» si sarebbero potuti trovare nel santuario, quali ex voto o suppellettili per il culto, e la cisterna poteva essere stata utilizzata come «favissa». L'identificazione dei materiali è frutto di un faticosissimo lavoro di ricerca nei vari magazzini e di una attenta rilettura dei «cartellini» posti nelle cassette. Tra i materiali si segnalano le terrecotte votive (in particolare il donario votivo dei due elefanti e di Cerbero), due oinochoai di bronzo, due olpette acrome con iscrizioni latine e ceramica di età ellenistica (a figure rosse e a vernice nera sovradipinta).
Veio. I.F. Portonaccio. I.F.7 Il riempimento della grande cisterna
L Ambrosini
2001
Abstract
Lo studio presenta per la prima volta, nella mostra, alcuni dei materiali rinvenuti nello scavo, avvenuto negli anni 1945 e 1946, della grande cisterna di epoca arcaica esistente nella zona centrale del Santuario di Portonaccio a Veio, ubicata tra il tempio e la zona dell'altare. La cisterna, in età tardo-repubblicana, fu colmata da un deposito di molte centinaia di ceramiche e di altri materiali votivi dell'età ellenistica. I pochi dati riguardanti i materiali sono stati desunti dal Taccuino di Maria Santangelo che diresse lo scavo. La giacitura dei materiali nel riempimento potrebbe essere secondaria: prima di essere «deposti» si sarebbero potuti trovare nel santuario, quali ex voto o suppellettili per il culto, e la cisterna poteva essere stata utilizzata come «favissa». L'identificazione dei materiali è frutto di un faticosissimo lavoro di ricerca nei vari magazzini e di una attenta rilettura dei «cartellini» posti nelle cassette. Tra i materiali si segnalano le terrecotte votive (in particolare il donario votivo dei due elefanti e di Cerbero), due oinochoai di bronzo, due olpette acrome con iscrizioni latine e ceramica di età ellenistica (a figure rosse e a vernice nera sovradipinta).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.