Il verificarsi di un terremoto determina l'avvio di una serie di attività sulla base di procedure, in parte già messe a punto e sperimentate a seguito dei sismi passati, finalizzate ad una efficace e rapida risoluzione dello stato di emergenza ed un proficuo avvio della "ricostruzione". Propedeutico alla programmazione e coordinamento di buona parte delle operazioni da compiere è il censimento delle condizioni di danno degli edifici, compiuto mediante l'uso di procedure e strumenti non sempre perfettamente "collaudati". L'effettivo utilizzo per la programmazione delle attività post-emergenziali dei dati provenienti da schedatura degli edifici e l'esame delle ricadute che la qualità delle informazioni acquisite ha sull'efficacia delle azioni condotte, può a volte evidenziare i limiti e le problematiche degli strumenti adottati e delle procedure di riferimento. D'altronde ogni evento presenta condizioni specifiche e peculiari, anche legate alle differenti realtà territoriali, che possono determinare difficoltà, a volte poco prevedibili a priori. È dunque importante poter trarre vantaggio dalle esperienze condotte e dall'osservazione dei risultati conseguiti ai fini di una revisione di azioni in corso o future. Nella memoria è proposta, alla luce delle recenti vicende del sisma che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009, un'analisi critica di strumenti e procedure e di quanto attuato, per quanto finora evidenziabile, oltre che i primi risultati di elaborazioni effettuate sui dati disponibili derivanti dalle schede di rilievo e dai contributi concessi per gli interventi di ripristino già attuati, sia con riferimento all'edilizia ordinaria che monumentale.
Prime analisi dei costi di ripristino post-sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo e problematiche connesse ai rilievi di agibilità e danno
Antonio Mannella;
2011
Abstract
Il verificarsi di un terremoto determina l'avvio di una serie di attività sulla base di procedure, in parte già messe a punto e sperimentate a seguito dei sismi passati, finalizzate ad una efficace e rapida risoluzione dello stato di emergenza ed un proficuo avvio della "ricostruzione". Propedeutico alla programmazione e coordinamento di buona parte delle operazioni da compiere è il censimento delle condizioni di danno degli edifici, compiuto mediante l'uso di procedure e strumenti non sempre perfettamente "collaudati". L'effettivo utilizzo per la programmazione delle attività post-emergenziali dei dati provenienti da schedatura degli edifici e l'esame delle ricadute che la qualità delle informazioni acquisite ha sull'efficacia delle azioni condotte, può a volte evidenziare i limiti e le problematiche degli strumenti adottati e delle procedure di riferimento. D'altronde ogni evento presenta condizioni specifiche e peculiari, anche legate alle differenti realtà territoriali, che possono determinare difficoltà, a volte poco prevedibili a priori. È dunque importante poter trarre vantaggio dalle esperienze condotte e dall'osservazione dei risultati conseguiti ai fini di una revisione di azioni in corso o future. Nella memoria è proposta, alla luce delle recenti vicende del sisma che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009, un'analisi critica di strumenti e procedure e di quanto attuato, per quanto finora evidenziabile, oltre che i primi risultati di elaborazioni effettuate sui dati disponibili derivanti dalle schede di rilievo e dai contributi concessi per gli interventi di ripristino già attuati, sia con riferimento all'edilizia ordinaria che monumentale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.