Recenti studi di stratigrafia sismica (Milia et al. ; 1998a,b) e di vulcanologia (Cole et al. ; 1994) evidenziano una forte attività vulcanica olocenica, sia di tipo intrusivo che esplosivo, nell' area offshore prospiciente la città di Napoli. Anche i risultati di studi isotopici condotti sui gas delle fumarole sottomarine presenti in prossimità del Castel dell'Ovo e della collina di Posillipo, (Tedesco, 1994), indicano un probabile presenza attuale di magma juvenile nel sottosuolo dell'area napoletana. Quest'area è caratterizzata, inshore ed offshore, da un bed-rock costituito da Tufo Giallo Napoletano, fagliato ed attraversato da profonde incisioni erosive, ricoperto da sedimenti marini olocenici. L' analisi di profili sismici acquisiti durante una prospezione sismica ad alta risoluzione, eseguita nel giugno 2000 nella Rada di Mergellina (Golfo di Napoli, Italia),utilizzando un apparato energizzante EG&G ed una sorgente Sparker speciale -SAM-96, ha permesso il riconoscimento di tre facies sismiche, espressioni di tre litofacies (fig. 1). Quelle associabili al Tufo Giallo Napoletano ed ai sedimenti sovrastanti si possono riconoscere e seguire con facilità nello spazio, mentre maggiori diff icoltà si hanno con la facies associabile ad un corpo a forma di cuneo. Noi ipotizziamo che si tratti di un corpo lavico che intrude il Tufo Giallo Napoletano ed i sedimenti sovrastanti; legato, pertanto, ad un' attività vulcanica posteriore i 12 ka. Ciò che suffraga la nostra ipotesi è il piegamento verso l'alto dei riflettori in prossimità del corpo, indicante un' azione di trascinamento verso l' alto dei sedimenti, con una uncinatura che è associabile alla presenza di una faglia (fig. l). La convinzione che il corpo sia costituito da un materiale con elevata impedenza(una lava) è legata anche al tipo di risposta acustica che il corpo ha fornito. Infatti, la mancanza di echi secondari, oltre a quello superf iciale del top, avvalora l'ipotesi di riflessione su un materiale estremamente rigido e non stratificato, con un'impedenza acustica molto elevata e del tutto estranea a litologie come il tufo o i sedimenti marini, presenti estesamente nell' area. La mancanza di una facies sismica associabile a materiali di accumulo ai piedi di questo corpo esclude che si possa trattare di un relitto morfologico del bed-rock. Per avvalorare l' ipotesi da noi formulata è stata approntata un'indagine magnetometrica; durante la quale è stato utilizzato un magnetometro marino Geometrixs a precessione protonica per la misura del Campo Totale nella medesima area, in corrispondenza del corpo analizzato. La decisione di eseguire questo tipo di prospezione è stata fondata sul fatto che a parità di composizione chimica, la lava, avendo una maggiore densità di elementi ferromagnetici per unità di volume rispetto ad un tufo, avrebbe certamente creato una variazione spaziale apprezzabile del CMT. L'indagine ha mostrato l' esistenza di un 'anomalia spaziale positiva del CMT locale in corrispondenza del corpo analizzato. Inserendo ali ' interno del modello matematico formulato da Telford et al. (1981) i valori di suscettività magnetica misurati su campioni di lave e di TGN prelevati sul territorio napoletano e le dimensioni geometriche ricavate dall'interpretazione dei profili sismici, si ottiene un campo magnetico calcolato compatibile con quello misurato. Più recenti dati sembrano essere in parziale accordo con l'interpretazione di cui detto: il Banco si presenta nei nuovi dati sismici come uno degli elementi di una struttura più complessa.

Caratterizzazione del Banco di Chiaia (Golfo di Napoli) mediante prospezioni sismiche e magnetiche

Petruccione E
2006

Abstract

Recenti studi di stratigrafia sismica (Milia et al. ; 1998a,b) e di vulcanologia (Cole et al. ; 1994) evidenziano una forte attività vulcanica olocenica, sia di tipo intrusivo che esplosivo, nell' area offshore prospiciente la città di Napoli. Anche i risultati di studi isotopici condotti sui gas delle fumarole sottomarine presenti in prossimità del Castel dell'Ovo e della collina di Posillipo, (Tedesco, 1994), indicano un probabile presenza attuale di magma juvenile nel sottosuolo dell'area napoletana. Quest'area è caratterizzata, inshore ed offshore, da un bed-rock costituito da Tufo Giallo Napoletano, fagliato ed attraversato da profonde incisioni erosive, ricoperto da sedimenti marini olocenici. L' analisi di profili sismici acquisiti durante una prospezione sismica ad alta risoluzione, eseguita nel giugno 2000 nella Rada di Mergellina (Golfo di Napoli, Italia),utilizzando un apparato energizzante EG&G ed una sorgente Sparker speciale -SAM-96, ha permesso il riconoscimento di tre facies sismiche, espressioni di tre litofacies (fig. 1). Quelle associabili al Tufo Giallo Napoletano ed ai sedimenti sovrastanti si possono riconoscere e seguire con facilità nello spazio, mentre maggiori diff icoltà si hanno con la facies associabile ad un corpo a forma di cuneo. Noi ipotizziamo che si tratti di un corpo lavico che intrude il Tufo Giallo Napoletano ed i sedimenti sovrastanti; legato, pertanto, ad un' attività vulcanica posteriore i 12 ka. Ciò che suffraga la nostra ipotesi è il piegamento verso l'alto dei riflettori in prossimità del corpo, indicante un' azione di trascinamento verso l' alto dei sedimenti, con una uncinatura che è associabile alla presenza di una faglia (fig. l). La convinzione che il corpo sia costituito da un materiale con elevata impedenza(una lava) è legata anche al tipo di risposta acustica che il corpo ha fornito. Infatti, la mancanza di echi secondari, oltre a quello superf iciale del top, avvalora l'ipotesi di riflessione su un materiale estremamente rigido e non stratificato, con un'impedenza acustica molto elevata e del tutto estranea a litologie come il tufo o i sedimenti marini, presenti estesamente nell' area. La mancanza di una facies sismica associabile a materiali di accumulo ai piedi di questo corpo esclude che si possa trattare di un relitto morfologico del bed-rock. Per avvalorare l' ipotesi da noi formulata è stata approntata un'indagine magnetometrica; durante la quale è stato utilizzato un magnetometro marino Geometrixs a precessione protonica per la misura del Campo Totale nella medesima area, in corrispondenza del corpo analizzato. La decisione di eseguire questo tipo di prospezione è stata fondata sul fatto che a parità di composizione chimica, la lava, avendo una maggiore densità di elementi ferromagnetici per unità di volume rispetto ad un tufo, avrebbe certamente creato una variazione spaziale apprezzabile del CMT. L'indagine ha mostrato l' esistenza di un 'anomalia spaziale positiva del CMT locale in corrispondenza del corpo analizzato. Inserendo ali ' interno del modello matematico formulato da Telford et al. (1981) i valori di suscettività magnetica misurati su campioni di lave e di TGN prelevati sul territorio napoletano e le dimensioni geometriche ricavate dall'interpretazione dei profili sismici, si ottiene un campo magnetico calcolato compatibile con quello misurato. Più recenti dati sembrano essere in parziale accordo con l'interpretazione di cui detto: il Banco si presenta nei nuovi dati sismici come uno degli elementi di una struttura più complessa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/232355
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