La variazione del clima nell'Italia meridionale ed insulare ha determinato negli ultimi trenta anni una forte riduzione delle piogge utili all'agricoltura con un notevole aumento di eventi meteorici estremi che stanno profondamente modificando il territorio. Dato il fragile equilibrio idrogeologico della nostra penisola con frane ed alluvioni sempre più frequenti stanno riacquistando un importanza strategica alcune pratiche agronomiche quali il terrazzamento dei versanti collinari ed il sistema a gradoni delle aree montane conosciuti sin dall'antichità ma in parte abbandonati a causa dello spopolamento delle aree marginali interne e dell'intensivizzazione dell'agricoltura di pianura. Dal punto di vista tecnico i terrazzamenti costituiscono un antico sistema di utilizzo dei terreni per l'agricoltura e si sono stati sviluppati soprattutto nelle regioni del Mediterraneo attraverso la costruzione dii muretti di contenimento (xerolithies) sui pendii più alti e terrapieni con coltivazioni spontanee (ochtos) sui pendii più bassi. Storicamente, gli agricoltori delle regioni montuose della Grecia, costituivano dei terrazzi (berme) per evitare la degradazione dei loro campi a causa dell'erosione di acqua e vento. Per la costruzione dei terrazzi, gli agricoltori trasportavano terra e materiali dagli argini dei fiumi. In molte regioni montuose del paese, vi sono resti di terrazzi coltivati per secoli a cereali, vigne e oliveti. A Lesvos, Syra e molte isole delle Cicladi, anche oggi vaste aree sono coperte di oliveti disposti a terrazzi e sono del tutto simili ai paesaggi dell'antichità. Nel basso ed alto medioevo nell'Italia centrale, in Toscana ed Umbria soprattuttuto l'attività agricola veniva sviluppata all'esterno del castello sui versanti meno ripidi delle colline ben esposte utilizzando i terrazzamenti sia per contenere gli smottamenti sia per abbellire il paesaggio attraverso la coltura dell'olivo soprattutto e della vite mentre nelle zone più meridionali d'Italia nei terrazzamenti è stato molto utilizzato il limone. In epoca moderna l'agricoltura collinare ha sviluppato forme di allevamento delle colture agrarie più adatti alla meccanizzazione aumentando la produttività agricola dei terrazzamenti e contemporaneamente favorendo impedendo la degradazione dei suoli in pendio. L'incentivazione al mantenimento di queste pratiche agronomiche per contrastare l'erosione e gli smottamenti sono oggi anche premiate attraverso sussidi comunitari previsti dal Piano di Sviluppo Regionale 2007-2013 della regione Campania per le aree a bassa vocazione agricola. In questo lavoro si ripercorre l'evoluzione di questa pratica ed il suo impatto sulla conservazione territorio dall' antichità fino ai nostri giorni.

Evoluzione della tecnica del terrazzamento in agricoltura dall'antichità ad oggi come strumento di protezione del territorio.

Soprano M;Russo M;Zambardino S
2010

Abstract

La variazione del clima nell'Italia meridionale ed insulare ha determinato negli ultimi trenta anni una forte riduzione delle piogge utili all'agricoltura con un notevole aumento di eventi meteorici estremi che stanno profondamente modificando il territorio. Dato il fragile equilibrio idrogeologico della nostra penisola con frane ed alluvioni sempre più frequenti stanno riacquistando un importanza strategica alcune pratiche agronomiche quali il terrazzamento dei versanti collinari ed il sistema a gradoni delle aree montane conosciuti sin dall'antichità ma in parte abbandonati a causa dello spopolamento delle aree marginali interne e dell'intensivizzazione dell'agricoltura di pianura. Dal punto di vista tecnico i terrazzamenti costituiscono un antico sistema di utilizzo dei terreni per l'agricoltura e si sono stati sviluppati soprattutto nelle regioni del Mediterraneo attraverso la costruzione dii muretti di contenimento (xerolithies) sui pendii più alti e terrapieni con coltivazioni spontanee (ochtos) sui pendii più bassi. Storicamente, gli agricoltori delle regioni montuose della Grecia, costituivano dei terrazzi (berme) per evitare la degradazione dei loro campi a causa dell'erosione di acqua e vento. Per la costruzione dei terrazzi, gli agricoltori trasportavano terra e materiali dagli argini dei fiumi. In molte regioni montuose del paese, vi sono resti di terrazzi coltivati per secoli a cereali, vigne e oliveti. A Lesvos, Syra e molte isole delle Cicladi, anche oggi vaste aree sono coperte di oliveti disposti a terrazzi e sono del tutto simili ai paesaggi dell'antichità. Nel basso ed alto medioevo nell'Italia centrale, in Toscana ed Umbria soprattuttuto l'attività agricola veniva sviluppata all'esterno del castello sui versanti meno ripidi delle colline ben esposte utilizzando i terrazzamenti sia per contenere gli smottamenti sia per abbellire il paesaggio attraverso la coltura dell'olivo soprattutto e della vite mentre nelle zone più meridionali d'Italia nei terrazzamenti è stato molto utilizzato il limone. In epoca moderna l'agricoltura collinare ha sviluppato forme di allevamento delle colture agrarie più adatti alla meccanizzazione aumentando la produttività agricola dei terrazzamenti e contemporaneamente favorendo impedendo la degradazione dei suoli in pendio. L'incentivazione al mantenimento di queste pratiche agronomiche per contrastare l'erosione e gli smottamenti sono oggi anche premiate attraverso sussidi comunitari previsti dal Piano di Sviluppo Regionale 2007-2013 della regione Campania per le aree a bassa vocazione agricola. In questo lavoro si ripercorre l'evoluzione di questa pratica ed il suo impatto sulla conservazione territorio dall' antichità fino ai nostri giorni.
2010
978-88-548-3525-2
Catastrophic events
climate system
drought
sustainable agriculture
terraces.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/242466
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